Ancora una controriforma capitalista
Reintrodotte a Cuba le tasse soppresse nel 1959

Nella riunione plenaria di fine anno 2012 i deputati dell'Assemblea nazionale del Poder popular, il parlamento cubano, hanno approvato all'unanimità un documento nel quale si afferma che "valutiamo che l'attualizzazione del modello economico marcia con passo sicuro e si cominciano ad affrontare questioni di maggior peso, complessità e profondità"; una valutazione positiva del processo di riforma del "socialismo cubano". Una riforma che Fidel aveva lasciato in consegna al fratello Raul Castro che nel 2006 ne aveva preso il posto come presidente.
A dire il vero la recente decisione del governo del presidente Raul di reintrodurre a Cuba, a partire dal 2013, le tasse soppresse nel 1959 rappresenta più un passaggio di ritorno all'economia capitalista che uno sviluppo del socialismo in salsa cubana.
Le tasse erano state abolite nel 1959 quando il sistema economico era diventato statale. Nel 1994, con la fine del sostegno dell'allora socialimperialismo sovietico, Fidel aveva dato il via libera alla formazione di piccole imprese nei settori della ristorazione e del turismo e aveva reintrodotto un sistema di tassazione progressiva con due scaglioni: uno al 15% per i guadagni di almeno 10 mila pesos cubani l'anno, pari a circa 400 dollari, e uno al 50% sopra i 50 mila pesos l'anno, pari a circa 2.000 dollari. Un meccanismo leggero all'inizio, dato che il reddito medio dei cubani è di circa 230 dollari l'anno ma che intanto iniziava a funzionare.
Dal gennaio 2013 sono state introdotte 19 nuove imposte in vari settori, sulle vendite, sulle eredità, sulle terre coltivabili, sulla concessione di licenze e il pagamento di contributi a vario titolo fra i quali quello per la sicurezza sociale.
Con la preoccupazione di non pesare troppo sui nuovi imprenditori, il governo ha deciso di introdurre un sistema di deduzioni per costi di produzione, uno sconto che per i contadini arriverà al 70% e negli altri settori al 40%, mentre l'imposta sul lavoro pagata dai piccoli imprenditori, pari al 20%, sarà ridotta al 5% entro il 2017 e abolita del tutto per le imprese sotto i 5 dipendenti. Rinviata a "quando ce ne saranno le condizioni" un'imposta generale sul reddito e una del 2% sulle rendite.
Entro il prossimo febbraio si concluderà il percorso elettorale per il rinnovo di tutte strutture del Poder popular con la riconferma a presidente di Raul Castro. Nel suo ultimo mandato Raul si è impegnato a continuare nella realizzazione del principio di "aggiornare il modello socialista", come deciso dal VI congresso del Partito comunista revisionista all'inizio dello scorso anno. Accontenterà così i sostenitori di un più rapido passaggio al sistema economico capitalista che criticano la troppa lentezza del processo di "riforme", fra le quali quella che prevede tagli fra i dipendenti pubblici e che è arrivata a eliminare "solo" 140.000 posti a fronte dei 500.000 previsti entro il 2015. Non accontenterà le masse popolari cubane che già protestano per il consistente aumento dei costi dei servizi privatizzati.

16 gennaio 2013