Alla festa regionale toscana di "Liberazione" a Massa
Curcio, star di Rifondazione trotzkista
Dal terrorismo al riformismo
"Chi vivrà vedrà". E noi abbiamo visto il terribile "lupo rosso" farsi docile e inoffensivo agnello. Abbiamo visto la stupefacente metamorfosi del fondatore delle sedicenti "Brigate rosse", nate a loro dire per portare il colpo al cuore di quello che definivano in modo fuorviante con la criptica sigla di SIM, "stato imperialista multinazionale", in sociologo riformista convinto che "la pratica più importante è ascoltare le storie" e "studiare le dinamiche relazionali che si verificano in queste situazioni": dalle elucubrazioni incendiarie del passato alle piccole storie quotidiane del presente. Diamine che capitombolo!
Accompagnato dal suo amico don Alessandro Santoro, il parroco del quartiere fiorentino della Piagge, animatore della lista elettorale "Cantieri solidali", presso il quale ha recentemente presentato la cooperativa "sensibili alle foglie" di cui è direttore editoriale, mercoledì 14 luglio Renato Curcio presentava alla festa regionale toscana di "Liberazione" a Marina di Massa il suo ultimo libro: "Il dominio flessibile", e, a detta dell'inviato di "Repubblica" presente, "è lui la star della serata".
A quanti doverosamente gli chiedono notizie sul suo inquietante passato di terrorista brigatista taglia corto:"Io comunque non rinnego nulla" e piuttosto li invita a dare il giusto risalto al racconto e all'ascolto delle esperienze quotidiane di chi vive nel mondo del lavoro perché, avverte, "nessuno può sapere come cambia realmente il mondo del lavoro". Eppure Curcio dovrebbe conoscere assai bene le leggi che governano il capitalismo, lui che, prima di entrare in clandestinità con le "BR", esordì politicamente nel gruppo pseudo marxista-leninista di "Lavoro Politico", fondato insieme al provocatore e avventuriero Walter Peruzzi e altri, che ora magari si ritrovano insieme, protetti da chi?, nelle file del PRC, dopo essersi riciclati disinvoltamente dal terrorismo al ghandismo. è troppo pretendere delle spiegazioni?
Noi marxisti-leninisti, che non ci siamo mai stancati di denunciare la natura controrivoluzionaria della scorciatoia terrorista e di sostenere la necessità della rivoluzione socialista per abbattere il capitalismo, non possiamo tollerare una tale condotta. è molto comodo per Curcio rifarsi una verginità riformista, piangendo pretescamente sulle manifestazioni più insopportabili e ripugnanti dello sfruttamento capitalistico, dopo essersi sbarazzato delle spaventose responsabilità che lui ebbe nel mandare al macello terrorista un'intera generazione di rivoluzionari e nel consegnare le "BR" all'infiltrazione sistematica dei servizi segreti fino a metterle nelle mani di quel Mario Moretti che egli considerava una spia, secondo la testimonianza di Franceschini, eppure mai denunciò, né all'epoca del rapimento e assassinio di Aldo Moro e della sua scorta né successivamente. Aveva un solo modo per essere credibile e per dimostrare di non essere egli stesso un infiltrato ed era quello di autocriticarsi sinceramente denunciando fino in fondo i suoi errori e la natura controrivoluzionaria del terrorismo e nel contempo dire tutto quello che sa per fare piena luce sugli "anni di piombo", a cominciare dal "grande" o i "grandi vecchi" che tiravano le fila di quella organizzazione, la ispirarono, finanziarono e protessero affinché prevalesse quella nera strategia golpista costata tanto sangue al nostro popolo e volta a impedire e sabotare in ogni modo la lotta per il socialismo, fiaccare, piegare e sconfiggere il proletariato e i rivoluzionari e aprire la strada, così com'è accaduto, alla seconda repubblica neofascista. E invece Curcio persevera in un mutismo eloquente sul suo passato mentre si mostra loquace nel seminare illusioni riformiste, perché tali rimangono anche le denunce più forti del capitalismo quando si elude la questione cruciale della rivoluzione e della conquista del socialismo.
21 luglio 2004