In Lombardia ennesimo scandalo al Pirellone
Il faccendiere Daccò accusa: "vacanze e cene gratis per Formigoni"
Il dittatore ciellino dev'essere cacciato subito

Dal nostro corrispondente della Lombardia
Dopo i terremoti giudiziari che negli ultimi mesi hanno travolto la giunta neofascista lombarda guidata dal dittatore ciellino Roberto Formigoni (PDL) e i suoi collaboratori, stavolta ad accusare direttamente il governatore è addirittura il faccendiere Piero Daccò, che da sempre gli era stato vicino e con il quale condivide l'affiliazione alla lobby politico-affaristica di Comunione e Liberazione (CL).
Daccò, che godrebbe di proprietà immobiliari nei Caraibi per un valore di oltre 40 milioni di dollari, è detenuto nel carcere di Opera dal 15 novembre scorso per il crac dell'istituto ospedaliero privato San Raffaele ed è stato poi raggiunto da un'altra ordinanza di custodia cautelare per la vicenda Maugeri. Egli, in un verbale di 17 pagine, lancia accuse pesanti come macigni contro Formigoni, sostenendo di averlo abitualmente invitato in ristoranti a cinque stelle ed avergli offerto vacanze extralusso dichiarando esplicitamente, durante gli interrogatori ai pm, "ho sfruttato la sua amicizia per accreditarmi con i miei clienti".
Nelle dichiarazioni di Daccò si parlerebbe anche dell'esistenza di contratti fasulli intestati ad Alberto Perego, amico di Formigoni, per consentirgli di navigare in barca senza problemi in caso di controlli. Le accuse sarebbero state confermate da un marinaio il quale avrebbe dichiarato che ben tre imbarcazioni (il cui affitto sarebbe circa 80mila euro a trimestre e che Daccò avrebbe ammesso di aver pagato negli ultimi cinque anni) sarebbero state utilizzate da Formigoni e da Perego per capodanni e vacanze da sogno alle Antille, nonostante il dittatore faccia parte, in CL, dei "Memores Domini", ossia di chi ha fatto voto di castità e di povertà.
Daccò avrebbe dichiarato di aver sostenuto di essere stato una "cassa continua" anche durante i Meeting di CL a Rimini. In cambio avrebbe preteso indisturbato il 25% di tutte le somme che riusciva a sbloccare in Regione per i rimborsi alle strutture sanitarie nelle quali veniva impiegato come consulente di alto livello. Egli ha dichiarato spudoratamente che "si trattava di giocare nell'ambito della discrezionalità amministrativa dell'ente pubblico" e avrebbe ammesso di aver corrisposto a Antonio Simone, boss di CL ed ex assessore alla Sanità della Regione Lombardia (con la DC nei primi anni Novanta), e anch'egli finito in carcere nell'ambito della "sanitopoli" lombarda, fino al 50% dei compensi ricevuti dalla Maugeri.
Formigoni annaspa nel disperato tentativo di restare a galla rilasciando dichiarazioni ridicole del tipo: "tali atti non contengono nulla di penalmente rilevante" o, ancora: "è impossibile dimostrare che ha tratto vantaggi grazie a me". Ma è evidente che egli non può più restare un solo giorno di più alla guida della regione Lombardia! È urgente abbattere subito il dittatore ciellino e la sua giunta che, oltre a far scempio del territorio con i suoi faraonici progetti inutili e dannosi per l'ambiente, si rende continuamente responsabile di ogni sorta di ruberia.

6 giugno 2012