Il "Decreto sviluppo" di Tremonti svende le coste ai privati e apre a nuovi scempi ambientali
Spiagge, porti e arenili in concessione per 20 anni col "diritto di superficie". Silenzio-assenso per costruire ovunque senza permessi col nuovo Piano casa. Punizioni ai finanzieri che "eccedono" nei controlli antievasione. Appalti senza gara più facili. Authority fantasma sull'acqua per boicottare i referendum. Briciole per le assunzioni al Sud e per i precari della scuola
In preparazione una stangata di 8 miliardi in due anni

Il 4 maggio il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto Decreto sviluppo di Tremonti, che a suo dire dovrebbe dare una spinta "a costo zero" all'economia. "È il primo di una serie di decreti legge che presenteremo in logica europea nel semestre", ha detto il ministro nel presentarlo alla stampa come una sorta di ricetta miracolosa capace di creare sviluppo senza un euro di spesa per lo Stato.
In realtà la spesa per lo Stato c'è eccome, sotto forma di svendita dei beni demaniali come le coste e gli arenili, che sono un patrimonio pubblico inalienabile, ai privati che ne potranno disporre per 20 anni (nella prima versione si arrivava addirittura a 90 anni), il che equivale a dire per sempre. Sotto forma di licenza di costruire senza permessi e senza vincoli ambientali, facendo scempio anche di quel poco che resta in Italia di territorio non ancora edificato e depauperato. Sotto forma di meno controlli antievasione, con addirittura la novità assoluta di un ribaltamento della logica degli accertamenti fiscali, con minacce di sanzioni e punizioni agli ispettori troppo zelanti. Sotto forma di semplificazioni delle assegnazioni di appalti senza gara e di altre agevolazioni alle imprese, mentre come sempre non c'è nulla o solo qualche briciola per i disoccupati, i precari, il Mezzogiorno, la scuola, e così via.
E intanto, anche se manca ancora la conferma ufficiale che il governo si è ben guardato di fare in vigilia elettorale, si sa che è in preparazione una stangata da 7-8 miliardi di tagli alla spesa e nuove tasse per i prossimi due anni. Ecco la sintesi delle misure previste dal Decreto sviluppo:

Privatizzazione delle coste
Nel quadro della creazione dei nuovi distretti turistico-alberghieri "a burocrazia zero", è istituito un "diritto di superficie" valido per 20 anni a beneficio dei gestori di aree costiere demaniali in concessione, come stabilimenti balneari, porti turistici, ristoranti e altre installazioni con qualunque destinazione d'uso, anche in altre aree adiacenti se già occupate. Esultano le associazioni dei gestori, come l'Assobalneari legata a Confindustria, il cui presidente un anno fa a "Report" aveva dichiarato: "Non dovremo più andare a bandi, il bene diventa nostro, ritornando a ricalcare quello che era il primo progetto del ministro Tremonti, che, insomma, qualcuno disse 'si vendono le spiagge'".
Il riferimento è alla norma inserita da Tremonti nella Finanziaria 2001, che prevedeva il passaggio dei beni demaniali dello Stato ai Comuni, che avrebbero potuto venderli ai privati. I gestori sarebbero divenuti proprietari delle aree su cui erano state eseguite opere di urbanizzazione prima del 31 dicembre 1990. Uno scandalo colossale che allora fu bloccato dalle proteste degli ambientalisti e dei giuristi, e che oggi ritorna in auge in forme non tanto diverse. Il combinato di questa incredibile legge con il nuovo piano casa da edilizia selvaggia porterà infatti, secondo gli ambientalisti, non solo a una privatizzazione di fatto delle aree più pregiate dei nostri litorali, ma anche a una nuova colata di cemento sulle coste, calcolata in altri dieci milioni di metri cubi direttamente a ridosso delle spiagge.
"Un periodo lungo tale da dare una prospettiva di tempo sufficiente per fare investimenti e creare lavoro", secondo il ministro. "Un regalo ai mafiosi, abusivi e speculatori", secondo Legambiente. Tra l'altro, applicando come contropartita, in cambio dei 20 anni di durata delle concessioni, canoni a prezzi di mercato anziché super-agevolati come adesso, il decreto favorirà una forte concentrazione nel settore, con l'esclusione dei gestori più piccoli e il subentro di soggetti più forti e capaci di grossi investimenti, tra cui potrà più facilmente infiltrarsi la mafia e il riciclaggio di denaro sporco.
La Commissione europea si era detta "sorpresa" per la decisione del governo di consentire concessioni originariamente lunghe 90 anni, e ha chiesto spiegazioni a Roma avvertendo che in base a quanto finora reso noto al pubblico "la norma non sarebbe conforme alle direttive sul mercato interno". Successivamente il governo ha diminuito gli anni a 20.

Una nuova ondata di edilizia selvaggia
Nuovo Piano casa per incentivare l'edilizia privata, con l'introduzione del silenzio-assenso dopo 90 giorni dalla semplice comunicazione di inizio lavori (180 giorni per le città oltre 100 mila abitanti). Concessione di un "premio" fino al 20% in più di volume per le case "riqualificate", anche energeticamente, anche con variazione di sagoma degli edifici e con la delocalizzazione delle volumetrie in aree diverse. "Premio del 10% di superficie coperta in più per gli edifici non residenziali".
Le Regioni non potranno opporsi o creare ostacoli come adesso. Entro 120 giorni dall'entrata in vigore del decreto, infatti, se non avranno già provveduto ad emanare le specifiche leggi regionali dovranno applicare le norme nazionali. Anche per le grandi opere pubbliche e di interesse strategico sono previste semplificazioni procedurali per accelerare la loro realizzazione.

Meno controlli e più agevolazioni alle imprese
I controlli amministrativi sulle imprese dovranno essere unificati, potranno essere effettuati al massimo con cadenza semestrale e non possono durare più di 15 giorni. I finanzieri dovranno presentarsi in borghese e non in divisa, e sono previste "sanzioni severe" per quei controllori che "eccedono nel loro ruolo", qualunque cosa ciò significhi. Un controsenso clamoroso in un Paese che vanta il primato europeo dell'evasione fiscale, con 120 miliardi di gettito evaso l'anno. In mancanza per ora della riforma fiscale promessa da Berlusconi ai ricchi e agli imprenditori, causa vincoli di deficit, si tratta di un chiaro segnale per ingraziarseli, a pochi giorni dalle elezioni e alla vigilia dell'assemblea della Confindustria a Bergamo. Ecco infatti come questa norma è stata interpretata dal quotidiano neofascista Libero: "Persecuzioni fiscali: alt. Parola di Tremonti". E poi: "Sanzioni per chi esagera nei controlli alle aziende".
È stata aumentata da 500 mila a un milione di euro la soglia per procedere all'assegnazione degli appalti pubblici senza gara, "a cura del responsabile del procedimento", e questo faciliterà senz'altro il campo all'infiltrazione mafiosa e alla corruzione politica. Sono stati estesi anche i limiti per la contabilità semplificata, ridotti gli studi di settore, abolite le schede carburante e lo "spesometro" con obbligo di dichiarare i pagamenti oltre i 3.600 euro, se i pagamenti avvengono con carta di credito o altre operazioni tracciabili: tutte misure queste di sapore chiaramente elettoralistico rivolte a recuperare consensi nel "popolo delle partite Iva" alla vigilia delle elezioni amministrative.

Authority "civetta" sull'acqua
È stata inserita all'ultimo tuffo nel decreto dal governo come misura sfacciatamente strumentale in funzione anti-referendum. Infatti il testo è ancora da scrivere, non si sa da chi è composta, quali compiti e poteri abbia esattamente, ecc. Si sa già però che sulle tariffe avrà potere solo consultivo. "È l'ennesima farsa per delegittimare il voto popolare", ha denunciato il comitato referendario "sì per l'acqua bene comune".

Precari della scuola "stabilizzati" in tre anni e se ci saranno i soldi
Il decreto prevede un periodo di tre anni (2011-2013) per la stabilizzazione graduale del personale precario docente e ausiliario della scuola. I sindacati calcolano in 65 mila i precari da stabilizzare. Ma quello del decreto è solo un titolo. I dettagli sono rimandati a un decreto interministeriale (Tesoro, Istruzione, Pubblica amministrazione), "sulla base dei posti vacanti e disponibili in ciascun anno". E comunque la manovra - si sottolinea due volte - è subordinata alla compatibilità e stabilità dei conti pubblici.

Briciole per l'occupazione al Sud e per la ricerca
È concesso un credito di imposta di 300 euro mensili per ciascun lavoratore assunto a tempo indeterminato al Sud nel periodo dal 2011 al 2013.
Poco più di un pannicello caldo rispetto alla drammatica situazione occupazionale, specie giovanile e femminile, nel Mezzogiorno. Per i prossimi due anni è concesso anche un credito di imposta agli imprenditori che investono in ricerca nelle università e nei centri di ricerca. Il bonus è pari al 90% della spesa aggiuntiva di investimento. Una misura atta anche a incentivare il processo di privatizzazione della scuola e dell'Università.

Ricontrattazione dei mutui
Si potranno rinegoziare i mutui casa a tasso variabile fino a 150 mila euro in caso di aumento dei tassi , con il passaggio al tasso fisso. Potranno chiederlo fino al 31 dicembre 2012 i mutuatari con un reddito Isee fino a 30 mila euro. Il decreto non mette limiti al valore degli immobili su cui è acceso il mutuo, per cui si può verificare il paradosso che una casa da 200 mila euro con un mutuo da 160 non ha diritto alla ricontrattazione, mentre lo avrebbe per esempio un immobile da un milione con un mutuo da 150 mila euro.

18 maggio 2011