Per aver istigato l'ex questore di Genova a mentire sul massacro alla Diaz
Il capo della polizia De Gennaro indagato per il g8
Prodi lo promuove capo di gabinetto al Viminale

Proprio nel giorno in cui il dittatore democristiano Prodi annunciava che "il capo della polizia sarà sostituito nel suo incarico al termine del suo settimo anno di mandato" promuovendolo capo di Gabinetto al Viminale e ribadendo con ciò "la completa fiducia del governo nei suoi confronti", la Procura di Genova ha iscritto il nome Gianni De Gennaro nel registro degli indagati con l'accusa di istigazione alla falsa testimonianza nell'ambito dell'inchiesta sulla "macelleria messicana" avvenuta alla scuola Diaz nella notte del 21 luglio 2001 al termine del G8.
De Gennaro è accusato di aver avuto un ruolo nella falsa testimonianza resa dall'ex questore Francesco Colucci durante il dibattimento per la mattanza della Diaz. Più precisamente, secondo i magistrati genovesi, ha concorso con l'ex questore nel reato di falsa testimonianza, istigandolo a dire il falso e usando a questo scopo il rapporto gerarchico che c'è tra i due.
Contro De Gennaro ci sono una serie di contatti telefonici seguiti alla testimonianza resa da Colucci durante il processo.
L'invito a comparire che lo informa dell'indagine in corso nei suoi confronti gli è stato recapitato lo scorso 8 giugno. Ma la notizia è trapelata solo la mattina del 20 giugno.
De Gennaro, come Colucci, era passato indenne attraverso le inchieste giudiziarie aperte in seguito alla mattanza del G8. E' stato indicato più volte - e non potrebbe essere diversamente - come il responsabile di quel che accadde dal 20 alla notte del 21 luglio 2001 nelle strade di Genova, ma gli elementi raccolti a suo carico non erano mai stati sufficienti per una sua incriminazione. Tantomeno l'aveva toccato l'inchiesta sulle botte nella scuola Diaz che ospitava i 93 no global massacrati dai suoi uomini. Né la parte dell'inchiesta dedicata alle decine di persone uscite dalla scuola con ossa rotte e lividi in tutto il corpo né quella inerente le false bottiglie molotov con cui i vertici della polizia, finiti a processo per falso e calunnia, cercarono di giustificare la spedizione punitiva alla Diaz.
La procura di Genova aveva aperto un fascicolo per falsa testimonianza dopo la deposizione dell'ex questore di Genova Francesco Colucci che il 3 maggio, durante il dibattimento per la mattanza della scuola Diaz, aveva sostenuto in aula una versione dei fatti completamente differente da quella ricostruita prima dalle indagini e poi nel corso del processo che si concluderà il prossimo autunno.
Una testimonianza che, secondo i Pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini è stata concordata a tavolino con De Gennaro, con l'obiettivo, da un lato, di scagionare da ogni responsabilità il capo della polizia e, dall'altro lato, tentare di addossare tutta la responsabilità della mattanza della Diaz al "superpoliziotto" Arnaldo La Barbera, deceduto, e a Lorenzo Mugolo, allora dirigente della digos di Bologna, la cui posizione però è già stata archiviata nel processo.
Colucci, che attualmente siede nel comando interregionale della polizia in attesa di una promozione a prefetto, pur di salvare il suo diretto superiore si è attribuito persino le responsabilità delle scelte fatte dal Viminale: "Fui io e non il capo della polizia a chiamare il portavoce nei rapporti con la stampa", ha raccontato ricostruendo i minuti successivi all'irruzione della scuola. Un elemento smentito più volte durante il processo, tra tutti anche il prefetto Ansoino Andreassi. Anche sui "pattuglioni" che dal pomeriggio del 21 luglio giravano per la città rastrellando manifestanti su ordine del capo della polizia, Colucci ha detto il falso asserendo che: "Organizzammo i manifestanti per agevolare il deflusso dei manifestanti". Cosiccome sul fax inviato a Roma dopo la notte della Diaz, in cui si parlava anche dell'irruzione nel mediacenter installato nella Pascoli Colucci ha cercato di cambiare versione: "fu un errore delle squadre destinate a quell'intervento".
Di fronte a simili accuse corroborate nei giorni scorsi dall'agghiacciante testimonianza del vicequestore Michelangelo Fournier sulla "macelleria messicana" alla Diaz, il governo di "centro-sinistra" invece di schierarsi al fianco dei magistrati e spronarli affinché vadano fino in fondo nel perseguire non solo le responsabilità degli esecutori, ma anche e soprattutto le responsabilità politiche e istituzionali a tutti i livelli, riserva onori e promozioni al "macellaio" De Gennaro.
Eloquenti a tal proposito l'amaro commento di Haidi Giuliani, la mamma di Carlo, il ragazzo assassinato a Genova, eletta in Senato tra le file del Prc, che quasi in lacrime ha detto: "Promozione di De Gennaro e nomina di Antonio Manganelli a nuovo capo di Ps dimostrano che il governo non ha alcun rispetto per il lavoro che fa il tribunale di Genova, nessun rispetto per le richieste dei cittadini, nessun rispetto per la giustizia. Sapevo già che il Prc aveva questa posizione, ma sono molto amareggiata. A giorni alterni mi viene la tentazione di andarmene dal Senato. Se i risultati sono questi vorrei capire cosa ci faccio qui. La mia elezione doveva essere legata ad un percorso su questo, ora comincio a pensare che servisse a qualcos'altro".
Parole pesanti come macigni a cui il vertice del Prc, schierato tutto a favore di Manganelli, non si è degnato nemmeno di rispondere.

4 luglio 2007