Vergognose e provocatorie dichiarazioni del plurinquisito per mafia e cofondatore di "Forza Italia"
Dell'Utri: "Mussolini era una brava persona e i repubblichini erano partigiani"
Il compare di Berlusconi non perde l'occasione per attaccare Stalin
Pochi giorni dopo la vomitevole farsa con cui - grazie ai leader rincoglioniti del PD - Berlusconi si è intrufolato nelle celebrazioni del 25 Aprile attribuendosi anche l'etichetta di "antifascista", ci ha pensato il suo compare Marcello Dell'Utri, con un perfetto gioco delle parti, a ristabilire il vero pensiero del neoduce e dei suoi gerarchi sul fascismo e su Mussolini: che era "un uomo buono, una brava persona che ha fatto solo degli errori", mentre i fascisti repubblichini erano "al 100% partigiani di destra", secondo il plurinquisito per mafia e fondatore di "Forza Italia" insieme al cavaliere piduista.
Il senatore del Pdl ha fatto queste ed altre dichiarazioni vergognose e provocatorie il 4 maggio scorso, in un'intervista video diffusa in Internet dal programma web-tv "Klauscondicio" tenuto dal giornalista Klaus Davi. "Mussolini ha perso la guerra perché era troppo buono. Non era affatto un dittatore spietato e sanguinario come poteva essere Stalin", ha puntualizzato subito Dell'Utri non perdendo l'occasione per demonizzare il successore di Lenin, edificatore della gloriosa Urss socialista e distruttore del nazi-fascismo. E per riabilitare, viceversa, il duce del fascismo che è il vero modello a cui si ispira il suo sodale piduista Berlusconi.
"Non è colpa di Mussolini - spiega infatti Dell'Utri al suo intervistatore - se il fascismo diventò un orrendo regime. Ci sono testimonianze autografe del duce in cui critica i suoi uomini che hanno falsato il fascismo, costruendosene uno a proprio modo, basato sul ricatto e sulla violenza. Il suo fascismo era di natura socialista". Nemmeno l'entrata in guerra, a suo dire, fu colpa sua, perché "sono state le sanzioni a costringere Mussolini a trovare un accordo con la Germania di Hitler. Se non ci fossero state le sanzioni, probabilmente non si sarebbe mai alleato con Hitler che non stimava per niente, anzi temeva".
Anche per quanto riguarda le leggi razziali - che in questi tempi di revisionismo storico dilagante sono rimaste ormai l'unica colpa attribuita al duce insieme all'entrata in guerra dalla parte "sbagliata" - Dell'Utri smitizza e minimizza: "Nei suoi diari Mussolini scrive che le leggi razziali devono essere blande. Tra gli Ebrei - sottolinea infatti il senatore neofascista strizzando l'occhio agli amici sionisti - il duce spiega di avere i suoi più cari amici e si chiede perché seguire Hitler con le sue idee sulle razze ariane, razze pure che non esistono". "Non ho paura - dice ancora Dell'Utri indossando i panni dello 'storico imparziale' - di diventare impopolare con queste rivelazioni, perseguo solo la ricerca della verità. Io non ho alcuna intenzione di fare apologia né del fascismo né di Mussolini. Ho scoperto nei diari di Mussolini la figura di un grande uomo. Ha commesso errori ed è già stato condannato dalla storia. Ma da questi scritti viene fuori una figura diversa da quella che ci è stata propinata dagli storici dei vincitori, non era un buffone, non era un ignorante e tantomeno un sanguinario. Era un uomo buono. Mussolini era solo una brava persona che ha fatto degli errori".
Quindi, come si evince dalle sue parole, Mussolini è una figura da riabilitare e da reinserire, a buon diritto, tra i "padri illustri" della patria poiché, in definitiva, l'unico vero "dittatore spietato e sanguinario del '900" è stato solo Stalin, e il vero male assoluto non fu il fascismo ma il comunismo. Tant'è vero che per il compare di Berlusconi i repubblichini di Salò "erano al 100% partigiani di destra", cioè da considerare di fronte alla storia di pari livello e dignità dei loro nemici, perché "sono esseri umani che hanno lottato al pari degli altri per una loro idealità".
Come si vede il senatore neofascista non si occupa solo di affari mafiosi, per i quali è plurinquisito dalla magistratura ed ha già subito una condanna in primo grado. Egli si è assunto anche il compito di riscrivere la storia ad uso e consumo del regime neofascista e del suo nuovo Mussolini. Cosa che prende molto sul serio e che porta avanti con tenace protervia, come dimostrò già un anno fa alla vigilia delle elezioni politiche e del 63° Anniversario della Liberazione, dichiarando che se il "centro-destra" avesse vinto avrebbe proceduto a "purgare" i libri di storia dalla "retorica della Resistenza": tema - aveva aggiunto lugubremente il braccio destro del neoduce Berlusconi - del quale la maggioranza si sarebbe occupata "con particolare attenzione".
Non a caso, a questo proposito, ha annunciato intanto l'imminente occupazione militare della Rai da parte delle truppe cammellate del neoduce ("occupare la Rai? Perché no, ma naturalmente speriamo di non doverla occupare", ha detto con aria sorniona), perché "la tv di Stato ha grandi professionalità, ma un po' ha ragione Gasparri: è ancora in mano alla sinistra". Al punto che - ha concluso Dell'Utri con un'ultima provocazione strafottente - "le veline laureate e preparate politicamente sono di gran lunga più apprezzabili di alcune tele giornaliste che non conoscono l'italiano".

13 maggio 2009