Il presidenzialista e populista De Magistris è un'altra faccia della borghesia
L'estimatore di Berlinguer non ha drenato l'astensionismo, aumentato al 42,7%
Continuare la battaglia astensionista per delegittimare il pescecane capitalista Lettieri e la sirena populista e anti-astensionista De Magistris al ballottaggio

Dal nostro corrispondente della Campania
Mentre l'astensionismo a Napoli ha raggiunto vette storiche dovute al crollo verticale dei partiti nati dal ventre putrido del PCI revisionista, ossia PD, SEL e FDS, mentre i quartieri popolari disertano in massa le urne con punte che toccano quasi il 50% tra voti bianchi, nulli e di chi non si è recato alle urne (com'è accaduto nella municipalità del quartiere centrale di Avvocata-Montecalvario-Mercato-Pendino-S. Giuseppe Porto dove ha la sede il nostro Partito), il candidato della "sinistra" borghese, l'estimatore del capo revisionista Enrico Berlinguer, Luigi De Magistris gonfia tronfio il petto per aver conquistato 128.303 voti (pari al 15,8% sul corpo elettorale).
Sconfitta la concorrenza del candidato PD Morcone, l'ex pm ha sfoderato un campionario di presidenzialismo, demagogia e populismo senza pari, glissando sui programmi per Napoli, facendo leva sulla sua immagine presente su tabelloni, manifesti e manifestoni, vicino o dentro i centri di assistenza fiscale (CAF), sui pullman cittadini, imbastendo una campagna elettorale dispendiosa di energie economiche e fisiche da poter tener testa persino al candidato della casa del fascio, il pescecane capitalista Lettieri. Una campagna con diversi intoppi che danno una dimensione e un quadro tutt'altro che idilliaco dell'ex magistrato, ben protetto anche dai mass media della borghesia, come Repubblica e l'Unità, che non hanno mai lanciato fendenti all'indirizzo del candidato dell'IDV, percependo anche loro la disfatta del PD bassoliniano e di Morcone.
Altro episodio significativo è la rottura, poco prima dell'inizio della campagna elettorale, tra Beppe Grillo e l'ex pm, un tempo amici al punto che il promotore del cosiddetto "Movimento 5 stelle" appoggiò De Magistris come candidato europarlamentare nel 2009. "Sulla sua attività europarlamentare tantissimi contavano, io per primo, per contrastare i fondi europei destinati alle mafie - afferma Grillo -. In questi mesi è stato forse più presente sui giornali e in tv che nei banchi di Bruxelles. L'europarlamento è un passaggio per traguardi più importanti e di grande visibilità. Ah, la visibilità. Ah, la coerenza!". E sull'atto di citazione presentato dal DC Mastella contro l'ex magistrato, Grillo afferma: "per chiunque sarebbe una medaglia al valore una denuncia da parte del ceppalonico con la possibilità di inchiodarlo in tribunale, ma non per De Magistris che ha richiesto alla presidenza dell'assemblea Ue di far valere la sua immunità parlamentare. Amen".
In ultimo, lo scontro fratricida tra gli amici-nemici Di Pietro-De Magistris: fino al giorno prima della sua candidatura l'ex magistrato napoletano era considerato dalla stragrande maggioranza dei vertici del partito più un problema che una risorsa e molti hanno salutato la scelta di Di Pietro di candidarlo come un'autentica liberazione, certi del suo fallimento. Inoltre il taglio improvviso dei finanziamenti inferto alla campagna elettorale dell'eurodeputato la dice lunga sul rapporto tra l'IDV, Di Pietro e il candidato a sindaco di Napoli. Forte è stata la distanza tra il responsabile regionale Formisano (ex PCI, poi Margherita) che, in caso di elezione dell'ex pm non si capisce quale sarà la squadra di assessori che comporrà la giunta: gente del popolo come ciancia il novello demagogo e populista oppure l'accettazione supina di nomi già pronti nel cassetto della segreteria nazionale e regionale dell'IDV?
In realtà, secondo noi marxisti-leninisti, De Magistris incarna un ruolo ben preciso e cioè quello della nuova faccia della "sinistra" borghese che non ha alcuna intenzione di trovare soluzioni al drammatico problema della disoccupazione, alla realizzazione di progetti di sviluppo, al rilancio dell'occupazione e della nuova industrializzazione, alla riqualificazione dei quartieri popolari, o di combattere davvero la camorra, ma nella capacità dei singoli di "vincere", di fare presa sulle masse popolari, in particolare sull'elettorato di sinistra, al di là dei contenuti della propria proposta politica, e come ha detto qualche politologo, di creare e vendere un personaggio che sappia parlare alla "pancia della gente". Una immagine ben costruita dalla borghesia per attrarre i voti degli astensionisti di "sinistra" delusi dall'evidente e clamoroso tonfo del bassolinismo nelle diverse varianti delle giunte antipopolari Iervolino, Marone, Lamberti, Di Palma e Bassolino, ma che strizza l'occhio anche alla destra, atteso che De Magistris si definisce non più comunista (qualora lo fosse mai stato) ma un liberale e favorevole all'economia di mercato. Non è un caso che lo stesso candidato IDV ha affermato senza pudore, il giorno dopo l'annuncio del millantato "successo" che anche dal "centro-destra" ha ricevuto molti voti.
Per questo motivo, chi vuole combattere il capitalismo e le sue istituzioni, e conquistare l'Italia unita, rossa e socialista, deve continuare a usare la micidiale arma dell'astensionismo disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco al ballottaggio del 28-29 maggio.

25 maggio 2011