Il nuovo "primo cittadino" è stato delegittimato dai quartieri popolari, dove l'astensionismo ha sfiorato anche il 60%
Il presidenzialista e populista De Magistris votato neppure da un napoletano su tre
A Pendino, San Pietro a Patierno e Scampia il 59% degli elettori diserta le urne, annulla la scheda o la lascia in bianco
Premiata la infaticabile campagna astensionista del PMLI

Dal corrispondente della Cellula "Vesuvio Rosso" di Napoli
La fantomatica "strepitosa" affermazione della "primavera arancione", secondo quanto cianciano i mass media di regime, non è altro che un grande bluff svelato dal fiume di astensioni che ha attraversato Napoli al ballottaggio del 29 e 30 maggio. Un astensionismo che delegittima fortemente le istituzioni rappresentative borghesi, in generale, e il nuovo "primo cittadino" De Magistris fermo al palo del 32,6% degli aventi diritto al voto, ossia neppure un terzo dell'elettorato e ben 40mila voti in meno del precedente neopodestà DC Iervolino.
Gli astenuti, ossia coloro che hanno disertato le urne (ben il 49,4%), o l'hanno annullata (4.645), o hanno lasciato la scheda in bianco (1.321 elettori), hanno raggiunto la quota storica del 50,2%. Un risultato questo, anche se difficilmente quantizzabile, frutto anche dell'infaticabile lavoro di propaganda astensionista svolto dalla Cellula "Vesuvio Rosso" di Napoli del PMLI che nonostante le difficoltà personali e i soverchianti mezzi economici a disposizione degli altri partiti istituzionali, si sono fatti valere e ce l'hanno messa tutta per qualificare politicamente l'astensionismo.
L'illusione della "primavera" di De Magistris non ha avuto molta credibilità nei quartieri popolari partenopei: in alcuni casi il nuovo sindaco dell'IDV non è riuscito a raccattare un gran numero di voti.
I risultati, dunque, più clamorosi in termine di astensionismo sono da registrare in decine di quartieri dove le masse popolari hanno deciso il più delle volte di disertare le urne, di non recarsi neppure al seggio, spesso assediato anch'esso dai rifiuti che abbondavano nelle strade di Napoli anche durante la campagna elettorale. Primo quartiere in assoluto a raggiungere quasi il 60% di astensione è quello centralissimo di Pendino con il 59,5%, quartiere, tra l'altro, dove spesso i marxisti-leninisti diffondono Il Bolscevico. Significativo il dato dell'astensionismo nei quartieri di San Pietro a Patierno e Scampia dove si raggiungono le vette rispettivamente del 59,1% e 58,9%. Un altro dato che balza agli occhi è che l'astensionismo invade il centro storico e i suoi vecchi quartieri, dalla zona dei "Ventaglieri" fino a Forcella, dai Quartieri Spagnoli fino alla zona del mercato. In tutte queste zone l'astensionismo vede una forbice significativa che trova i suoi estremi nel quartiere Mercato con il 58,4% e in quello di Montecalvario (il quartiere dove è nata la Cellula "Vesuvio Rosso" e ha sede la redazione locale de Il Bolscevico) con il 56%. Particolarmente interessante e, per certi versi, nuovo il dato relativo alla zona est di Napoli, storica roccaforte dell'ex PCI e poi dei DS e del PD, dove gli astensionisti superano il 50%: San Giovanni a Teduccio al 56,8%, Ponticelli al 55,5% e Barra al 54,9%. Mentre si confermano roccaforti dell'astensionismo le zone dell'area Nord di Napoli, e cioè Secondigliano, Miano, Piscinola e Marianella che superano il muro del 56% confermando di non cedere alle sirene del voto, ma invece protestando per le condizioni di gravissimo degrado in cui vivono le masse popolari.
In totale sono 20 su 30 i quartieri a Napoli che superano il 50% nel calcolo della diserzione delle urne, dei voti nulli e bianchi che vanno a formare l'astensionismo, la cui forza si mantiene anche nei quartieri borghesi della città dove scende sotto il 40% solo nelle zone di maggiore influenza dei comitati pro-De Magistris e cioè il Vomero (astensione al 37,3%) e l'Arenella (38,6%).
Dunque, neanche l'ex pm in quota IDV è riuscito a drenare il dilagante astensionismo, venendo punito severamente dalle masse popolari dei quartieri più popolari e poveri di Napoli, non riuscendo, con i proclami delle grandi aspettative politiche ed elettorali, a recuperare l'astensionismo a sinistra. Solo continuando a combattere le illusioni elettorali, governative e costituzionali, insistendo sulla tattica dell'astensionismo elettorale e la strategia delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, si può lavorare concretamente e con successo per dare le ali alla lotta di classe per liberare l'Italia dal neoduce Berlusconi, dal capitalismo, per il socialismo.

22 giugno 2011