Bloccato il gommone al largo del Canale di Sicilia
La guardia di finanza deporta in Libia 75 profughi somali ed eritrei
Ignorato il diritto di asilo

"Siamo stremati, alcuni di noi stanno male. Vediamo da lontano le case di una città e temiamo che ci costringano a sbarcare. Vi prego aiutateci". È lo straziante appello lanciato con un telefono satellitare da uno dei 75 migranti che si trovavano a bordo del pattugliatore della Guardia di Finanza diretto al porto libico di Al Zuwarah.
Si tratta dell'ennesimo respingimento deciso dal governo del neoduce Berlusconi, questa volta nei confronti dei 75 profughi somali ed eritrei che hanno cercato di raggiungere le coste siciliane per mezzo di un gommone. È stata la marina maltese la prima ad intercettarli. Due uomini, una donna ed il suo bambino, tutti in gravi condizioni, sono stati trasferiti all'ospedale "Mater Dei" di La Valletta. Gli altri che speravano anche loro di essere salvati e soccorsi, sono stati invece lasciati sul gommone per proseguire verso Lampedusa.
I 70, oggetto del solito scaricabarile tra Italia e Malta, sono stati quindi "scortati" dai maltesi per quasi un giorno di mare, fino al confine con le acque territoriali italiane dove sono stati poi intercettati da una motovedetta della marina militare italiana al largo di Capo Passero. Tranne un uomo con alcune costole rotte, che dopo un controllo del medico è stato trasferito a Ragusa, tutti gli altri sono stati trasbordati sul pattugliatore per essere spediti in Libia.
Accade domenica 30 agosto, in concomitanza della vergognosa visita di Berlusconi a Tripoli per festeggiare il primo anniversario dell'infame trattato anti-immigrazione tra Italia e Libia. Con un'abile mossa Gheddafi ha anticipato l'inizio dei festeggiamenti in pompa magna del quarantesimo anniversario del colpo di Stato che lo portò al potere così da poter dire che tra i vari capi di governo, altrettanto impresentabili, c'era anche quello italiano. La notizia ha reso raggiante il neoduce che fiancheggiato da Gheddafi è tornato a predicare la "tolleranza-zero" contro le migliaia di disperati che fuggono dalla fame, da guerre infernali, dalla persecuzione politica e tentano il viaggio della speranza.
Dal 6 maggio ad oggi sono oltre un migliaio le vittime della politica fascista di respingimento, nel frattempo si sono mosse varie associazioni umanitarie, concordi nel dire che lasciar passare nell'indifferenza queste violazioni degli accordi internazionali sul diritto d'asilo che sono alla base del vivere civile significa stracciare in un solo momento la Carta dei Diritti Fondamentali nell'Unione europea, la Convenzione di Ginevra e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

9 settembre 2009