Non siete fuori dalla realtà con interventi tipo quello alla commemorazione di Mao?

Sinceramente ho trovato il discorso di Sala alla recente commemorazione di Mao un po' troppo celebrativo, ripercorre sempre gli stessi punti, ribadendo sempre le stesse cose. Niente di nuovo. Quel che dico è: si possono fare i discorsi più perfetti da un punto di vista propagandistico (che certo non biasimo), ma non si può non considerare la situazione data, la coscienza di classe che non c'è.
Questo è appunto un discorso commemorativo e a tratti polemico, ben collocato dentro l'iniziativa. Perché dico polemico? Perché è contro la storia considerare quella schiera di pseudo-comunisti citati come trotzkisti. Ma chi capisce questo linguaggio oggi? I nostri concetti, il nostro vocabolario chi lo rispolvera più?
Quel discorso ha poca presa sulla realtà. I bisogni, le attenzioni delle masse oggi sono da tutt'altra parte. I lavoratori hanno abbandonato qualsiasi idea di "missione storica" (io peraltro osteggio il termine "missione") e di "emancipazione". Non si può partire da questi inesistenti bisogni per fondare il proprio discorso. Questo è il punto di arrivo.
Altre sono le priorità. Una tra tutte: rivedere la forma del sindacato. Oggi milioni di lavoratori intermittenti non hanno una rappresentanza immediata, sindacale. Ora che è venuta meno la tutela dell'articolo 18 questo enorme strato di lavoratori, che da sempre critica idiotamente i "garantiti" alimentando così la propaganda padronale, può essere intercettato più facilmente. La CGIL deve escogitare forme di tutela per questo strato di lavoratori.

Uno studente universitario di Mestre (Venezia)


Niente di nuovo, dici. A parte il fatto che se confrontiamo i discorsi alle commemorazioni di Mao in base al tema trattato e alla fase politica attraversata, vi si trovano sempre nuovi argomenti, come del resto è normale quando si calano gli insegnamenti universali del marxismo-leninismo-pensiero di Mao nella realtà concreta.
Francamente sorprende un po' sentire liquidati come "stessi punti", "stesse cose", "niente di nuovo" un discorso imperniato sulla missione storica della classe operaia e che invita la stessa classe operaia a prendere in mano il suo destino, a tornare ad essere una classe per sé e a combattere coscientemente contro il capitalismo. Oggettivamente queste parole poco si discostano da quelle di un riformista o un opportunista qualunque, che ben conosciamo, che dietro il "nuovo" nascondono il tradimento del marxismo.
Intanto, l'importante sarebbe comunque confrontarsi e unirsi sulla lotta per cacciare Monti. Sul resto naturalmente si discute.
Ad esempio, mai abbiamo detto che attualmente sguazziamo in una situazione di grande coscienza di classe e di lotta per il socialismo. Anzi, proprio per questo però è doveroso riaffermare con forza questi concetti. Altrimenti la coscienza di classe non tornerà mai, la lotta per il socialismo non riprenderà mai a livello di massa. Tu dici che questo è il punto di arrivo; il punto di arrivo, secondo noi, è che le masse riescano a comprenderlo, ma questi principi sono le radici del nostro discorso generale dalle quali non possiamo assolutamente prescindere. Se oggi, con la crisi del capitalismo e le sue tremende conseguenze e con la classe operaia e le masse lavoratrici e popolari che si dibattono alla ricerca di un'alternativa, noi non riproponessimo con forza la lotta per il socialismo, commetteremmo un enorme errore politico e storico.
Questo non esclude che, poi, quando si trattano questioni particolari o specifiche, i modi e i toni siano diversi e si facciano gli accorgimenti tattici che la situazione richiede. E ci pare proprio di farlo. Ma un buon comunista (marxista-leninista) deve essere capace di legare il particolare al generale, in quanto sappiamo bene che l'uno non esclude assolutamente l'altro. La questione che hai posto sul sindacato, da noi trattata approfonditamente (tra l'altro non è affatto vero che la massa dei lavoratori intermittenti indistintamente "critica idiotamente i 'garantiti'") non è in contraddizione con la questione generale della lotta anticapitalista, e viceversa.

17 ottobre 2012