Non è sbagliata la linea del socialismo in un solo Paese sostenuta da Stalin?

Salve compagni,
mi definisco marxista-leninista e vedo nella teoria stalinista del socialismo in un solo Paese una degenerazione del marxismo-leninismo in quanto trasforma il socialismo in un nazionalsocialismo abolendo, secondo me, il carattere internazionalista del comunismo. Oltretutto, questo nazionalsocialismo lascerebbe sola una nazione a combattere contro tutte le altre di stampo capitalista così che essa debba tentare di sviluppare nuove tecnologie in campo bellico, come successe alla Russia durante la guerra fredda, questo comporterebbe un gran dispendio di soldi ed energie contribuendo così all'impoverimento della popolazione.
Questo non avviene se si parla dell'internazionalismo trotzkista in quanto se si riuscisse ad attuare, nessuna nazione sarebbe più ostile alle altre e quindi lo Stato avrebbe tutti i mezzi necessari per garantire un certo stile di vita a tutti i cittadini.
Questa posizione internazionalista era appoggiata anche da Lenin quando nel 1905 così scriveva cosa sarebbe accaduto dopo la liquidazione delle proprietà nobiliari: "Il proletariato si batte ormai per difendere le conquiste democratiche, in quanto strumento della rivoluzione socialista. Questa lotta sarebbe quasi disperata, se il proletariato russo fosse solo; e la sua sconfitta sarebbe inevitabile... se non gli venisse in aiuto il proletariato socialista europeo. In queste condizioni il proletariato russo può riportare una seconda vittoria. La seconda vittoria sarà la rivoluzione socialista in Europa".
Dopo aver esplicato le mie ragioni mando saluti comunisti
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Stefano - provincia di Ferrara

Salve compagno,
grazie per averci esposto francamente la tua posizione, è così che si fa tra compagni, anche se si hanno posizioni diverse.
Rispettiamo la tua posizione, pur senza condividerla, ma vogliamo precisare che per definirsi marxisti-leninisti occorre condividere e sostenere il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e i suoi Maestri ideologici che sono Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao.
Per analizzare l'operato di Stalin occorre conoscere ciò che realmente egli ha fatto, e non ciò che hanno scritto di lui i suoi nemici e gli anticomunisti, come lo sono appunto sempre stati Trotzki e i suoi seguaci che hanno sempre avuto posizioni antileniniste prima della Rivoluzione d'Ottobre, per poi accodarsi al leninismo in occasione della Rivoluzione, nascondersi in parte finché Lenin era vivo per poi scoprirsi apertamente come elementi anticomunisti dopo la sua morte.
Ti invitiamo perciò a leggere le opere di Stalin, e in particolare la biografia edita dal PMLI, che si basa sui documenti reali ed ufficiali e non sulle opinioni di questo o quello, ti invitiamo a studiare almeno tale biografia che trovi al seguente indirizzo http://www.pmli.it/stalinalcunequestionibolscevismo.htm per poi riformulare il tuo giudizio.
Il fatto che Stalin e il popolo sovietico abbiano innegabilmente edificato il socialismo in URSS smentisce tutte le ipotesi e teorie che lo negavano. Lenin si è espresso chiaramente a favore della possibilità della conquista del socialismo in un solo Paese. La conquista del socialismo non mette al riparo un Paese dalla restaurazione capitalista, infatti Stalin ha sempre operato per favorire la rivoluzione negli altri Paesi, ma ciò compatibilmente con la costruzione del socialismo in URSS. Se Stalin avesse incentrato la propria azione nell'"esportazione della rivoluzione" (e quindi puntando proprio all'eccessivo armamento che tu giustamente critichi) avrebbe privato l'Unione Sovietica delle risorse necessarie allo straordinario sviluppo sociale, economico, agricolo e industriale che è invece è maturato.
Se al posto di Lenin e Stalin ci fosse stato Trotzki al comando non solo non ci sarebbe stato il socialismo in più Paesi (come solo a parole il trotzkismo auspica) ma non ci sarebbe stata nemmeno l'URSS perché non vi sarebbe stata la Rivoluzione d'Ottobre e perché comunque l'URSS muovendo guerra ai Paesi capitalistici sarebbe stata spazzata via, questo sarebbe stato il risultato del trotzkismo al potere.
Invece, con la corretta linea di Stalin non solo vi è stata l'URSS, ma addirittura ad un certo momento praticamente due terzi del mondo appartenevamo al campo socialista. Non ti sembra che la politica internazionalista di Stalin abbia realizzato ciò che Trotzki auspicava a parole ma negava nei fatti?
Il disfattismo di Trotzki deriva dalla sua totale sfiducia nel popolo sovietico, nella classe operaia sovietica, nei contadini sovietici, nel potere sovietico, e in questo non vi è nulla di marxista-leninista.
Inoltre, il concetto dell'"esportazione della rivoluzione" è antimarxista-leninista in quanto, pur se aiutato sia dal punto di vista ideologico che pratico, ogni popolo deve fare la propria esperienza, maturare politicamente. Come può un popolo difendere il proprio potere dalla reazione borghese se non ha ancora maturato la coscienza della necessità della conquista di tale potere, ma vi si trova perché qualcun altro glielo ha dato?
Guarda alla vicenda di Guevara, dopo aver vinto la rivoluzione antimperialista (non socialista) a Cuba ha tentato di esportare la rivoluzione persino in Congo poi in Bolivia dove però il popolo non lo conosceva e quindi non lo seguiva, non avendo ancora maturato la coscienza necessaria per farlo, e difatti Guevara cadde presto nelle mani dei reazionari al potere.
Ma basta pensare anche alla nostra gloriosa Resistenza, se l'Italia fosse stata liberata dal nazifascismo unicamente da forze straniere, come le masse avrebbe maturato quella coscienza di classe, antifascista, e per molti versi comunista che invece hanno maturato proprio durante la guerra di Liberazione?
I popoli vanno aiutati e guidati, ma non ci si può sostituire ad essi ed al loro percorso storico.
I marxisti-leninisti (non i trotzkisti) lavorano realmente (e non a parole, ma nei fatti) affinché tutti i popoli del mondo possano vivere un giorno nel comunismo, tuttavia, com'è possibile questo se non si difende il socialismo nei Paesi dove viene conquistato?
Solo allora non vi saranno più nazioni ostili poiché anche le nazioni in quanto tali non esisteranno più, ma nel percorso di conquista del socialismo nei vari Paesi vi saranno inevitabilmente Paesi ostili. Come sarebbe possibile altrimenti conquistare il comunismo in tutto il mondo nello stesso momento? È una teoria che se ci pensi bene è assurda, irrealizzabile, antiscientifica e antimarxista-leninista. Il socialismo non si conquista con la "bacchetta magica" ma con la lotta di classe, e la lotta di classe richiede tempo.

24 aprile 2013