Non è troppo incolpare il capitalismo e il governo del terremoto e dell'attentato di Brindisi?

Salve a tutti.
Generalmente complimenti, ma: 1) Dare la colpa al capitalismo perché non ha previsto un terremoto mi sembra controproducente per la causa del socialismo.
2) Dire che l'attentato di Brindisi è colpa dei fascisti e del governo, è anch'esso controproducente per la causa del socialismo.
È controproducente semplicemente perché non è vero, perché i terremoti non si possono prevedere (non parlatemi per favore di quel ciarlatano di Giuliani) e perché nessuno sa e ne ha le prove che siano stati fascisti o oscuri elementi filogovernativi o servizi segreti a uccidere quegli studenti.
Se perdete il polso in questo modo ridurrete ulteriormente le già piccole possibilità che con la tremenda crisi del capitalismo, il popolo accetti di mettersi al vostro seguito nella rivoluzione.
Saluti.
Ivan Pravettoni, via e-mail

Salve,
grazie per i complimenti. Grazie ancor più per le critiche, non ci pare però di meritarle. Perché non abbiamo accusato il capitalismo di non aver previsto il terremoto in Emilia-Romagna. Gli abbiamo soltanto attribuito la responsabilità del crollo dei capannoni che hanno causato la morte di tanti operai. La stessa magistratura ha aperto un'indagine contro progettisti e tecnici con l'accusa di omicidio colposo.
Non abbiamo nemmeno detto che la strage di Brindisi "è colpa dei fascisti e del governo". Abbiamo invece detto che potrebbe essere stata ispirata da "un oscuro disegno politico criminale". E che, in ogni caso, gli autori hanno fatto il gioco del governo e del sistema capitalistico che, prendendo a pretesto la strage, hanno maggiori possibilità di carpire il consenso delle masse e di stringerle alle istituzioni.
Questi nostri giudizi sono "controproducenti per la causa del socialismo"? E perché mai le masse anticapitaliste dovrebbero allontanarsi dal Partito che non perde alcuna occasione per denunciare le responsabilità del capitalismo e del suo governo che le sta riducendo alla fame?
Il problema caso mai è un altro. Quello che la stragrande maggioranza degli anticapitalisti non ha ancora capito che l'unica via per uscire dal capitalismo è quella del socialismo. Da qui la necessità e l'urgenza di unirsi al PMLI, che è l'unico partito italiano che lotta per il socialismo, da 35 anni.
Saluti.

30 maggio 2012