Studiamo e applichiamo con tutto il nostro entusiasmo rivoluzionario le indicazioni congressuali di Scuderi sulla corretta concezione del Partito

di Franco Di Matteo*

Nel Rapporto a nome dell'Ufficio politico presentato al 5° Congresso nazionale del PMLI il compagno Giovanni Scuderi ci ha stimolato a studiare di più per agire meglio, battendo pigrizia mentale e immobilismo. Il Rapporto mette sul tappeto diverse questioni che riguardano e analizzano: L'imperialismo, La terza repubblica, Il socialismo e Il Partito. Proprio su quest'ultimo capitolo che tocca il ruolo del PMLI, il nostro Segretario generale ci apre la strada per poter comprendere bene e in modo corretto come acquisire e applicare nella nostra militanza marxista-leninista la corretta concezione del Partito.
Studiare e applicare le indicazioni congressuali di Scuderi sulla corretta concezione del Partito è un compito rivoluzionario imprescindibile per ogni militante marxista-leninista. Solo se imbocchiamo questa via e facciamo nostri gli insegnamenti del compagno Scuderi e la linea del 5° Congresso nazionale del Partito possiamo far raggiungere traguardi vittoriosi al nostro amato PMLI, in modo da farlo diventare un Gigante Rosso anche nel corpo, oltreché nella testa, per aiutare l'incremento della lotta di classe e portare avanti con successo la strategia dell'Italia unita, rossa e socialista.
Dobbiamo divenire dei militanti coscienti e organizzati che rispettano e difendono la linea, la struttura, il carattere, lo stile di lavoro e lo spirito del PMLI. Solo così potremo amalgamarci col Partito e legare indissolubilmente la nostra scelta di vita con quella del Partito.
A buona ragione, il Rapporto va dunque meditato ed impugnato con forza nel più breve tempo possibile. In sintesi va messo in primo piano come questione d'enorme importanza, a farlo divenire prioritario, tenendolo sempre e saldamente in azione nel nostro operare politico quotidiano per avanzare con successo nella costruzione di un grande, forte e radicato Partito in tutta l'Italia. Tutti i militanti hanno il dovere di analizzarlo in maniera approfondita e con un giusto metodo di studio rivoluzionario, per farlo vivere nella nostra pratica sociale e politica. Pratica che dobbiamo realizzare di pari passo e incessantemente nelle nostre battaglie contro il governo del neoduce Berlusconi.
È importante ed essenziale che noi assolviamo questo importante impegno di studio, di analisi e della reale comprensione della corretta concezione del Partito, uno sforzo nutriente e costruttivo che potrà rendere forte come l'acciaio il nostro livello di acquisizione, di coscienza e di combattività nella direzione dei nostri doveri rivoluzionari. Le indicazioni congressuali sul Partito tracciate dal compagno Scuderi rappresentano la nostra bussola ideologica, politica ed organizzativa che ci guiderà sulla giusta strada intrapresa e per saper mettere gli interessi della causa del Partito, del proletariato e del socialismo al di sopra della nostra stessa vita e subordinare gli interessi personali a quelli della causa. In pratica dobbiamo usare tutto il nostro slancio rivoluzionario per impadronirci di queste lungimiranti indicazioni facendole divenire un antidoto contro la mentalità dell'inerzia, dello spirito dell'agire passivamente e della stagnazione del nostro pensiero. In sostanza applicare e concretizzare il grande contributo teorico che ci ha trasmesso il compagno Scuderi ci deve servire da telescopio e microscopio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao per non arenarci mai in concezioni idealistiche, metafisiche e soggettivistiche che portano solo acqua al mulino dell'ideologia borghese.
Naturalmente le indicazioni congressuali di Scuderi e del 5° Congresso nazionale del PMLI vanno in ogni caso, nonostante il nostro sforzo nello studiarle, rese delle armi potenti di lotta ideologica, che vadano di pari passo e in piena sintonia con la continua trasformazione della nostra concezione del mondo in senso proletario e rivoluzionario. Solo così possiamo affinare intelligentemente la nostra conoscenza della corretta concezione del Partito per saperla applicare efficacemente nella pratica, modellando in modo adeguato il nostro stile di lavoro e mentalità dell'agire marxista-leninista. Il che vuol dire fare bene la lotta di classe, rendere migliore il nostro lavoro politico e organizzativo, espellendo per quanto è possibile fuori dal Partito e da noi stessi ogni influenza borghese e pensare, vivere e lottare coerentemente con una concezione del mondo nuova, quella proletaria rivoluzionaria. Solo abbracciando tale concezione del mondo si può combattere la borghesia e appenderla al palo della vergogna storica. Una concezione che comporta un cambiamento dell'intera nostra vita e ci farà mettere al primo posto non i nostri interessi personali, bensì gli interessi del proletariato e delle larghe masse popolari, della lotta di classe, dello studio e del radicamento. Ci fa mettere al primo posto il nostro dovere corretto di militare nel PMLI, perché il PMLI e solo il PMLI può abbattere il sistema capitalista e condurre il proletariato alla conquista del potere politico; solo col PMLI ci possiamo emancipare dalla borghesia e raggiungere il nostro fondamentale obiettivo storico: la libertà dall'odiato sfruttamento capitalistico.

La militanza marxista-leninista
La militanza marxista-leninista è per noi la più alta forma di realizzazione della propria personalità: non è vero quello che affermano i revisionisti, i neorevisionisti, i controrivoluzionari e i trotzkisti di ogni risma che la necessaria disciplina di Partito, il centralismo democratico, la struttura organizzativa di tipo bolscevico, schiacciano la personalità dei singoli militanti. Ciò che ne risulta schiacciato sono l'individualismo, l'arrivismo, l'egoismo, il frazionismo, il burocratismo, l'autoritarismo e le concezioni idealistiche. I militanti del PMLI devono essere fieri della loro militanza, ma nello stesso tempo saper rispettare fino in fondo il centralismo democratico e le direttive emanate dal Partito, essi non devono, in qualsiasi maniera, disperdere le loro energie in attività che vadano a discapito del lavoro di massa, organizzativo ed ideologico; ad esempio l'utilizzo scorretto e prevalente di Internet e Face book e non l'utilizzo pieno e perseverante del megafono e dei mezzi tradizionali di propaganda tra le masse non va bene. Il tempo per noi rivoluzionari è prezioso e va usato in maniera corretta per la rivoluzione socialista. A tal proposito il compagno Scuderi ha precisato al 5° Congresso: "La migliore e più efficace propaganda che possiamo e dobbiamo fare è quella di stare in mezzo alle masse e di interessarsi quotidianamente a fondo e sistematicamente dei loro problemi ed esigenze. L'uso delle tecnologie moderne della comunicazione è utile e necessario anche per noi, ma il contatto diretto con le masse è assolutamente insostituibile e prioritario, non può essere surrogabile dalla tastiera e dalla telecamera. Quando è possibile usiamo pure Youtube e Face book, ma come supporto, in subordine al nostro lavoro ordinario di propaganda".
I militanti marxisti-leninisti devono essere dei combattenti d'avanguardia dentro e fuori il Partito e devono sempre far trionfare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, rispettando e difendendo con ardore la linea politica del PMLI. Militare nel Partito significa partecipare in modo totale, integrale, convinto e dinamico alle vicende del Partito, alle sue battaglie, ai suoi percorsi tortuosi, al suo sviluppo e al suo radicamento e alla realizzazione di tutti i suoi obbiettivi strategici e tattici. Essere col Partito e del Partito fino in fondo significa imparare a lavorare collettivamente, a essere franchi, leali e altruisti, a dedicare tutte le nostre energie e capacità fisiche e intellettuali al Partito alla causa del socialismo, alla nostra Istanza di appartenenza, ai compiti politici che ci sono stati affidati. In poche parole significa avere a cuore l'unità ideologica, politica, organizzativa e l'avvenire del nostro amato Partito. Un Partito che è totalmente fondato sulla teoria elaborata dei cinque grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao, ovvero su quei pilastri che sono il materialismo dialettico e il materialismo storico.
Quindi i marxisti-leninisti, non devono mai smettere di studiare, di progredire, di elevare la propria coscienza politica attraverso lo studio e l'applicazione della linea politica del Partito e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao. In sostanza dobbiamo utilizzare sempre e dovunque questi infallibili strumenti di classe, solo cosi possiamo superare le difficoltà e gli errori e marciare verso lo sviluppo di un grande, forte e radicato PMLI e realizzare il trionfo dell'Italia unita, rossa e socialista.
"Noi comunisti - dice Mao - siamo famosi per non temere le difficoltà. Sul piano tattico dobbiamo prendere in considerazione tutte le difficoltà concrete e nei riguardi di ciascuna di esse dobbiamo adottare un atteggiamento serio, creare le condizioni necessarie, mettere l'accento sulle misure per affrontarle e superarle una per una, gruppo per gruppo. In base alla nostra esperienza di alcuni decenni abbiamo sempre trionfato su ogni difficoltà che abbiamo incontrato. I comunisti hanno costretto alla ritirata ogni genere di difficoltà in cui si sono imbattuti, è vero che 'Le alte montagne debbono abbassare la testa, i fiumi debbono cedere il passo'. Abbiamo acquisito l'esperienza che ci permette di poter disprezzare le difficoltà. Quello che diciamo vale sul piano strategico e su quello generale. Malgrado che le difficoltà siano enormi, con un'occhiata possiamo valutarne l'importanza. Esse provengono soltanto dai nostri nemici esistenti nella società e dal mondo della natura. Noi sappiamo che l'imperialismo, gli elementi controrivoluzionari all'interno del paese e i loro agenti nei ranghi del nostro partito, ecc., non sono altro che forze moribonde, mentre noi rappresentiamo le forze nascenti, la verità sta dalla nostra parte. Di fronte a loro siamo sempre invincibili. Solo se riflettiamo un po' sulla nostra storia possiamo riuscire a comprendere ciò. Quando nel 1921 fondammo il partito eravamo soltanto alcune decine di uomini, da un numero così insignificante in seguito, ci siamo talmente sviluppati da rovesciare i potenti nemici all'interno del paese. C'è anche modo di assoggettare quel nemico che è la natura. Sia nella natura, sia nella società, tutte le forze nascenti - parlando della loro essenza - sono sempre invincibili, mentre tutte le vecchie forze, per quanto gigantesche, dal punto di vista numerico, vengono sempre annientate. Perciò noi possiamo e anzi dobbiamo disprezzare le più grosse difficoltà che si incontrano nel mondo e considerarle un 'problema insignificante'. Questo è il nostro ottimismo. Ottimismo che è basato sulla scienza. Se noi riusciamo a capire meglio il marxismo e il leninismo, se riusciamo a capire meglio le scienze naturali, in una parola, se riusciamo a conoscere meglio le leggi del mondo oggettivo e commetteremo meno errori di soggettivismo allora potremo raggiungere lo scopo del nostro lavoro rivoluzionario e in quello della edificazione" (Mao, Discorso alla Conferenza nazionale del Partito comunista cinese, 21 marzo 1955, Opere scelte, vol. 5, Ed. Einaudi, pp. 180-181).

Combattere la visione idealistica del Partito
Nelle sue indicazioni congressuali, Scuderi rileva che non dobbiamo cadere in una visione idealistica del Partito, cosa che, nonostante i nostri buoni propositi, può accadere in qualsiasi momento od occasione. Avere e praticare una visione idealistica del Partito o verso i propri compagni di Istanza significa fare degli enormi danni alla causa del PMLI e del socialismo, è una tendenza che va combattuta in maniera costante e bisogna opporsi senza esitazione per bandirla dalle nostre file. La borghesia in una maniera o in un'altra è sempre in agguato con la sua influenza culturale e ideologica per eliminare dall'interno la linea proletaria rivoluzionaria del PMLI. A tal proposito dobbiamo essere sempre vigilanti verso ogni idea, proposta, parola d'ordine, atteggiamento e iniziativa, da chiunque professate e suggerite, quando non sono coerenti con la linea proletaria rivoluzionaria del Partito e con i suoi principi, esse vanno risolutamente denunciate e combattute. Solo se pratichiamo una lotta ideologica attiva basata sul marxismo-leninismo-pensiero di Mao possiamo assicurare l'unità del Partito e battere quelle forme di liberalismo che sono allergiche alla lotta ideologica e ai principi saldi di un vero partito bolscevico come il PMLI.
Il Rapporto ci fa comprendere che non dobbiamo mai essere negligenti o passivi verso chi mina di fatto o cerca di eliminare, la vera e autentica linea proletaria rivoluzionaria stabilita al 5° Congresso, ma di combatterli sul piano della lotta ideologica attiva. Comprendere l'importanza di questa fondamentale questione sollevata dal compagno Scuderi, significa non lasciarsi mai travolgere dall'idea che una volta entrati nel Partito si è perfetti e senza pecche. Perciò è molto importante che ognuno di noi faccia i conti con il proprio passato e con quei fardelli ingombranti che portiamo inevitabilmente con noi nella militanza marxista-leninista e che di conseguenza potrebbero nuocere allo stesso nostro Partito e alla causa del socialismo.
È necessario per questo perseverare ogni giorno con un atteggiamento serio e coscienzioso verso il Partito e verso la propria salute politica, ideologica, organizzativa: ovvero ripulendo ogni angolo della nostra nuova vita da quelle vecchie idee e concezioni d'esperienza passata, in pratica mai andare avanti pensando che tutto è superato e non ci siano più ostacoli solo perché siamo dei militanti marxisti-leninisti, c'è sempre da imparare e conoscere. Studiare e applicare le indicazioni congressuali di Scuderi sulla corretta concezione del Partito per tutti i militanti del PMLI è fondamentale e rientra nella giusta parola d'ordine: "Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità studiare"; un nutrimento idologico, politico e organizzativo che ci indica a praticare in maniera corretta il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e a non cadere in errori di destra e di "sinistra". Sulla concezione idealistica ed errata di idealizzare il Partito, il compagno Scuderi ci allerta e ci mette in moto con le sue seguenti magistrali e educative parole: "Non bisogna avere una visione idealistica del Partito, dei suoi dirigenti, militanti e istanze. Tutti, nessuno escluso, possiamo sbagliare, e per diversi motivi, inesperienza, insufficiente cultura proletaria rivoluzionaria, bassa conoscenza della linea del Partito e della realtà, liberalismo verso se stessi e gli altri compagni".
Da questi consigli ed insegnamenti proletari rivoluzionari, tutti i militanti devono trarre rossi frutti e i dovuti rimedi per sconfiggere le tendenze che in varie forme idealizzano il Partito, l'impegno nostro deve essere quello di tenere sempre alta la vigilanza rivoluzionaria e sempre in pugno la linea del Partito col compito e il dovere di rifuggire dalla superficialità nella lettura, nello studio e nella conoscenza dei vari documenti del Partito. In pratica dobbiamo essere forti ideologicamente e politicamente per saper bene intervenire in ogni momento contro chi proverà a dare l'assalto alla direzione e alla linea proletaria e marxista-leninista del PMLI per rovesciarla e impossessarsi del Partito, facendone una nuova copia dei partiti revisionisti e falsi comunisti che hanno solo praticato il sabotaggio della rivoluzione socialista in Italia.

Pratichiamo la lotta tra le due linee - l'arma della critica e dell'autocritica
Un'altra questione di fondamentale importanza, che nel Rapporto Scuderi c'illustra, è quella di comprendere che nel Partito esistono: "Le contraddizioni di classe e i conflitti di classe inevitabilmente si riflettono all'interno del Partito, e ciò genera la lotta tra le due linee, quella proletaria rivoluzionaria e quella borghese riformista e controrivoluzionaria. Questa lotta, in genere, è latente, a volte si manifesta su singoli aspetti e tattiche, come contraddizioni in seno al popolo, alle volte esplode su questioni generali e strategiche, come contraddizioni antagonistiche".'
Da queste straordinarie parole scaturisce un'analisi concreta dei pericoli che potrebbe correre il nostro Partito; ovvero, anche se il PMLI è basato su una linea giusta autenticamente marxista-leninista, qualcuno un domani con le sue idee e concezioni non proletarie e rivoluzionarie potrebbe tentare di fargli cambiare linea. Non bisogna infatti immaginare che tutto sia perfetto nel Partito che esso sia immune da deviazioni, che al suo interno regni sempre la pace sociale, che va avanti pacificamente e senza contraddizioni. L'unità del Partito dipende prima di tutto dalla conquista quotidiana dei singoli militanti e dalle giuste applicazioni della linea tracciata al 5° Congresso. In altre parole può verificarsi che delle tendenze non in linea col Partito possono influenzare qualche compagno e portarlo a commettere errori seri e dannosi verso il Partito. Quindi bisogna vigilare sempre verso le idee e le proposte non coerenti con la linea del Partito, sia dall'alto ma anche in basso affinché nulla venga concesso ad idee, esperienze e stile di lavoro politico non proletari e rivoluzionari, usando tempestivamente e correttamente l'arma della critica e dell'autocritica. A tal proposito Scuderi spiega: "La lotta tra le due linee non è un male ma un bene: serve a chiarirci le idee, a correggere le posizioni errate, a tenere sulla via dell'Ottobre il Partito e i suoi militanti. Ciò avviene nel Partito attraverso la critica e l'autocritica, che vanno affrontate con corretti criteri, in maniera dialettica, in base alla gravità, con spirito unitario, con l'obiettivo di correggere l'errore individuandone le cause e i rimedi per rimuoverle. Possiamo definire tre categorie di errori, quelli di piccola gravità, quelli di media gravità, quelli di alta gravità. In genere si tratta di contraddizioni in seno al popolo che vanno risolte con un atteggiamento differenziato e adeguato alla loro gravità. In ogni caso bisogna stare bene attenti a non esasperare la contraddizione perché c'è il rischio di trasformarla in contraddizione antagonistica, quando oggettivamente non vi sono i presupposti, il primo dei quali è la cattiva fede di chi commette l'errore e la sua volontà dichiarata o meno di voler cambiare la linea del Partito".
La critica e l'autocritica le dobbiamo applicare ed utilizzare sempre in modo corretto e dialettico, mai cadendo in forme negative del loro utilizzo.
La critica serve a far comprendere ai compagni che commettono errori le loro deficienze o negligenze politiche, organizzative ed ideologiche, essa dev'essere basata sul principio dell'unità e non sulla discordia antagonista, in sostanza non deve essere usata in maniera disonesta e personalistica verso i compagni che la ricevono, essa deve avere invece come unico scopo quello di aiutarli a superare gli errori commessi per non ricommetterli in futuro. Lo spirito individualista di utilizzare la critica e l'autocritica in senso personalista e in maniera vendicativa non appartiene ai marxisti-leninisti ma all'ideologia borghese, la critica e l'autocritica dei marxisti-leninisti si fonda unicamente sull'aiuto reciproco e sull'altruismo proletario rivoluzionario. È bene tenere sempre a mente quello che si legge nelle Tesi del 5° Congresso nazionale del Partito: "La critica e l'autocritica sono un diritto e un dovere marxisti-leninisti, armi potenti per mantenere l'unità del Partito, combattere il frazionismo, migliorare e correggere il Partito e i suoi membri, avere rapporti chiari, sinceri e leali all'interno del Partito, evidenziare e correggere gli errori di carattere ideologico, politico e organizzativo. Nessun membro del Partito può essere sottratto alla critica e all'autocritica e per nessuna ragione: legami familiari, motivi affettivi, amicizie personali, meriti acquisiti, anzianità di Partito, alti incarichi ricoperti".
A tale proposito Stalin esprime dei concetti molto chiari e convincenti: "Io so che nelle file del partito ci sono alcuni elementi che non amano la critica in generale e l'autocritica in particolare. Costoro, che potrei chiamare comunisti 'leccati' (ilarità), non fanno che brontolare, respingendo l'autocritica; essi dicono: ancora questa maledetta autocritica, di nuovo si tirano fuori le nostre deficienze, non ci possono lasciar vivere tranquilli? È chiaro che questi comunisti 'leccati' non hanno niente a che vedere con lo spirito del nostro partito, con lo spirito del bolscevismo. E così, dato che esistono simili tendenze in elementi che sono ben lontani dall'accogliere la critica con entusiasmo, è permesso chiedere: ci è necessaria l'autocritica, di dove proviene essa e quali sono i suoi vantaggi? Penso, compagni, che l'autocritica ci è necessaria come l'aria, come l'acqua. Penso che senza di essa, senza l'autocritica, il nostro partito non potrebbe progredire, non potrebbe mettere a nudo le nostre piaghe, non potrebbe liquidare le nostre deficienze. E le nostre deficienze sono numerose. Questo si deve riconoscere apertamente e onestamente" (Stalin, Sulla parola d'ordine della AUTOCRITICA, da "I lavori della sessione plenaria comune di aprile del CC e della Commissione centrale di controllo", Rapporto all'Assemblea dell'attivo dell'organizzazione di Mosca del 13 aprile 1928, p. 2).
Allora compagne e compagni,
mettiamoci con tutto il nostro entusiasmo all'opera e facciamo i dovuti sforzi per studiare ed applicare fino in fondo questo importante ed educativo Rapporto del compagno Scuderi, per avere saldamente nella nostra mente e in pugno la giusta concezione del Partito basata sulla roccia della scienza del marxismo-leninismo-pensiero di Mao.
Adempiamo con forte slancio rivoluzionario questo importante compito di studiare le indicazioni congressuali di Scuderi e la linea politica del 5° Congresso nazionale del Partito. Un compito nobile e rivoluzionario, che ci farà onore e meritare fino in fondo l'appellativo di essere militanti marxisti-leninisti che lottano per realizzare una società in cui non regni lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Viva la linea e le indicazioni di Scuderi sulla corretta concezione del Partito!
Teniamo alta la vigilanza rivoluzionaria e ben in pugno la linea del 5° Congresso nazionale del PMLI!
Abbattiamo il governo del neoduce Berlusconi e la terza repubblica!
Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

* Membro del CC e dell'UP del PMLI. Responsabile del PMLI per la Campania

25 febbraio 2009