Affossiamo la controriforma del diritto allo studio
Per la scuola e l'università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti

Non soddisfatto di tutti i danni che ha già causato, il governo neofascista di Berlusconi, Tremonti e Gelmini si appresta ad assestare un nuovo durissimo colpo all'università per renderla sempre meno pubblica e sempre più classista, aziendalista e "meritocratica", di stampo mussoliniano, funzionale alle nuove esigenze del sistema capitalistico.
Nel mirino di questa nuova "riforma" Gelmini c'è il fondamentale e basilare diritto allo studio, che vuole sempre più riservare ai figli della borghesia negandolo ai figli del popolo, proprio mentre la crisi generale del capitalismo e la macelleria sociale del governo Berlusconi stanno avendo effetti durissimi e sempre peggiori sulle masse lavoratrici e popolari.
La "riforma", che segue i tagli del 95% al fondo nazionale per il diritto allo studio sanciti dalle manovre finanziarie del 2010 e dalla legge di stabilità 2011, prevede l'aumento dei crediti formativi necessari per ottenere la borsa di studio; l'inserimento dei "prestiti d'onore", ossia prestiti bancari che lo studente dovrà restituire dopo il conseguimento della laurea, che per gli studenti più poveri (e probabilmente futuri precari) significherà indebitarsi per poter studiare; la costituzione di un "fondo per il merito" che trasformerà parte delle borse di studio in prestiti che lo studente potrà ricevere dopo aver sostenuto un test nazionale che ne attesti le "capacità" e che comunque dovrà restituire. Molti oneri vengono scaricati sugli enti locali che, già piegati dai tagli, dovranno alzare le tasse che lo studente di ciascun ateneo versa per contribuire al diritto allo studio, arrivando al paradosso per cui gli studenti dovranno pagarsi le borse di studio.
Questa cosiddetta "riforma" è tutta da affossare perché nega il diritto allo studio, vuole sfollare gli studenti più poveri e disagiati dalle università ed è pure incostituzionale, e rientra nel piano governativo di demolizione dell'istruzione pubblica.
Ben altre sono le misure che ci vorrebbero per garantire a tutti il diritto allo studio: anzitutto l'abrogazione delle "riforme" Gelmini e della legislazione precedente a partire da quella di Berlinguer, blocco dei tagli all'istruzione, finanziamenti statali alla scuola e all'università pubbliche cancellando quelli per le private, erogazione delle borse di studio solamente in base al reddito, abolizione delle tasse scolastiche e universitarie e del numero chiuso o programmato, gratuità del materiale didattico, potenziamento e gratuità dei servizi goduti dagli studenti (mense, alloggi, trasporti pubblici), un piano nazionale per l'edilizia scolastica. Bisogna anche lottare affinché le scuole e le università siano governate dalle studentesse e dagli studenti.
Occorre mobilitarsi in massa in difesa del diritto di studio affinché da ogni scuola e ateneo possa sollevarsi un terremoto in grado di buttare giù il governo antistudentesco e antipopolare del nuovo Mussolini, altrimenti è evidente che non sarà mai possibile realizzare questi obiettivi. Bisogna realizzare la massima unità fra studenti, lavoratori, disoccupati, precari e le altre forze politiche, sociali e sindacali impegnate in questa lotta comune.
Affossiamo la controriforma del diritto allo studio ed il governo del massacratore sociale Berlusconi!
Lottiamo e formiamo un grande fronte unito per la scuola e l'università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti!

26 ottobre 2011