L'astensionismo colpisce al cuore l'Ue imperialista e il regime neofascista
Per abbattere il nuovo Mussolini bisogna lottare all'esterno e non all'interno delle istituzioni

Care compagne e cari compagni, buona sera e benvenuti a tutti.
Permettetemi di ringraziare di cuore gli infaticabili militanti e simpatizzanti della Cellula "Vesuvio Rosso" di Napoli e della Cellula "25 Aprile 1945" di Melito e il prezioso compagno Franco Di Matteo, Responsabile del PMLI per la Campania che li ha diretti e coordinati al meglio anche in questa campagna elettorale. È grazie alla loro generosità, al loro spirito di sacrificio, alla loro fedeltà alla causa del proletariato e del socialismo se è stato possibile organizzare questo dibattito.
Un applauso in particolare lo merita il compagno Fabrizio Verde che vi ha descritto la situazione di Melito, emblematica dell'intera provincia di Napoli ed ottimamente illustrato la nostra strategica proposta di dare vita ai Comitati popolari di quartiere. Il suo intervento mi permette di centrare il discorso sulle principali motivazioni della nostra posizione astensionista per le elezioni europee e sul programma amministrativo per Napoli e provincia. In modo da dare più spazio ai vostri interventi ed alle vostre domande che spero siano numerose e ci permettano di concludere questa iniziativa con reciproca soddisfazione.

Rivendicazioni per Napoli
Partiamo subito dal nostro Programma d'azione per Napoli e provincia. Per la nostra amata e martoriata città l'inderogabile priorità consiste in un piano straordinario per il lavoro che garantisca nell'ordine:
1) Che nessun posto di lavoro esistente nell'industria, nell'agricoltura, nel commercio, nel terziario, nel "pubblico impiego" e nelle aziende partecipate dal Comune, vada perduto. 2) Che tutti i lavoratori che negli ultimi mesi e anni sono stati licenziati o messi in cassa-integrazione siano reinseriti rapidamente e stabilmente al lavoro. 3) Che nessun lavoratore Fiat venga licenziato ed allo stabilimento di Pomigliano vengano affidate nuove commesse per scongiurare ogni ipotesi di chiusura o ridimensionamento produttivo. 4) Che in caso di accordi capestro di Marchionne e soci, la Fiat venga subito nazionalizzata e lo Stato ne imponga la riconversione ecocompatibile. 5) Che venga bloccato il progetto di privatizzazione della Tirrenia che ha lo scopo di affondarla per lasciare campo libero nel trasporto marittimo agli armatori privati. 6) Che vengano bloccati i licenziamenti e la cassa integrazione previsti alla Ixfin di Marcianise, alla Fincantieri di Castellammare, all'Atitech ed alla Gesac di Capodichino, quest'ultima di proprietà della multinazionale inglese Baa alla quale il Bossi del Sud Bassolino ha venduto, primo caso di privatizzazione in Italia, l'aeroporto, poi, come sapete, sulla stessa pista il governo di Berlusconi ha provveduto a svendere ai suoi amici la compagnia di Bandiera con tutto ciò che consegue.
Per lenire il dramma della disoccupazione dilagante è urgente anche un provvedimento trasparente di assunzioni nella raccolta differenziata e il riciclaggio dei rifiuti. La precedenza va data ai disoccupati di lunga durata di famiglie povere senza reddito ed ai corsisti già inseriti nel "progetto Isola". Questo piano deve prevedere che i lavoratori assunti stabilmente, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelati, frequentino corsi di formazione pubblici in orario di lavoro che comprendano lo studio delle misure proposte dai Comitati di lotta per la difesa della salute e dell'ambiente della Campania per uscire dal Commissariamento, dalla conseguente "emergenza rifiuti" e dalla devastazione ambientale e sanitaria.
Di impatto strategico sull'occupazione è invece il "piano regolatore per Bagnoli e la zona orientale" di cui occorre bloccare le varianti in corso d'opera tanto care alle lobby dei palazzinari e dei camorristi. Per la zona orientale proponiamo lo smantellamento dei pericolosi impianti petrolchimici di Gianturco, il risanamento ambientale e infrastrutturale, il potenziamento dei servizi e dei trasporti e la reindustrializzazione dell'intera area che va da Ponticelli a S. Giovanni a Teduccio attraverso l'insediamento di una rete di medie industrie eco-compatibili. Il centro sociale "Officina 99" ovviamente non deve essere toccato, anzì ristrutturato secondo le esigenze dei giovani che lo frequentano e a spese del Comune. Per Bagnoli-Coroglio proponiamo invece che a seguito della tanto attesa opera integrale di bonifica, l'area ex-Italsider divenga un grande parco verde attrezzato, alle spalle di una grande spiaggia aperta a tutti e per tutti balneabile. Bed and breakfast cofinanziati dal Comune, allestimento di spazi ricreativi e stand espositivi negli ex-capannoni industriali, dati in autogestione a giovani, studenti e associazioni culturali e scientifiche indipendenti dalle istituzioni. Sia ad Est che ad Ovest siamo fermamente contrari all'incremento degli indici di edificabilità che darebbe luogo a un nuovo sacco della città com'è accaduto nel recente passato per i quartieri dormitorio abusivi di Scampia, Pianura, Casavatore, Melito, Monteruscello, Varcaturo Licola, ecc. A Bagnoli come a Vigliena non vogliamo colate di cemento in mare per il trastullo dei diportisti di alto bordo, né "zone franche" e "project financing" che regalino l'area ai pescecani privati ed ai camorristi, ma opere di pubblica utilità interamente finanziate dallo Stato e dalle istituzioni locali attraverso una lotta seria agli sprechi, alla burocrazia, alla corruzione, alla evasione fiscale.
Per quanto riguarda il quartiere di Pianura e l'intera provincia di Napoli la prima cosa da fare, impiegando subito i lavoratori del luogo, è ripulire il territorio dalle migliaia di discariche legali ed illegali di rifiuti di ogni tipo e da tutte le montagne di "eco"-balle, che anche in queste ore stanno bruciando appestando il cielo di diossina, per riconsegnare il territorio alla sua vocazione agricola.
I miliardi destinati alle bonifiche e controllati dal commissario straordinario plurinquisito Antonio Bassolino vanno resi subito disponibili e messi sotto il controllo delle masse popolari che devono avere l'ultima parola sulla loro destinazione. Non devono andare a finire ai ladroni di Stato ed alle imprese della camorra come è accaduto fino ad ora con i fondi per l'emergenza rifiuti!
A Scampia, centro mondiale del narcotraffico, va affrontato il problema delle "Vele" e degli altri mostruosi ed invivibili ghetti di Secondigliano. Ma la prima cosa da fare per strapparla alla camorra è dare un lavoro vero a tutti i suoi abitanti è ripopolarla di infrastrutture, centri sociali autogestiti, parchi e servizi pubblici.
Con la stessa forza e determinazione ci battiamo perchè venga abrogato il piano sanitario ospedaliero regionale varato dalla giunta Bassolino che prevede la chiusura e l'accorpamento delle Asl, che passano nella provincia di Napoli da 5 a 3, e degli Ospedali con la chiusura di quelli del centro e della zona orientale, la riduzione drastica dei posti di lavoro e dei posti letto, la vendita di beni immobili e un'ulteriore ondata di esternalizzazione di servizi. Occorre coprire con nuove assunzioni stabili le piante organiche scoperte nella sanità, non distruggerla! Occorre bloccare la trasformazione dell'istituto dei tumori Pascale in una fondazione di diritto privato, pressare le istituzioni in camicia nera per una celere apertura dell'"Ospedale del mare" (senza il centro commerciale e con più posti letto!) e del "Polo pediatrico di Acerra", del tutto incompatibile con il mostruoso e superinquinante inceneritore inaugurato nel "triangolo della morte" dal neoduce Berlusconi e dal gerarca Bertolaso. Più numerosi ed efficienti devono essere i servizi di assistenza domiciliare integrata, di prevenzione, di ispettorato sul lavoro, i consultori materno-infantili, i ser.t, i punti parto e i servizi per l'Ivg (interruzione volontaria della gravidanza) liberati dagli "obiettori", per i disabili, gli anziani non autosufficienti e per i "malati di mente", oggi scandalosamente carenti.
Ogni circoscrizione e Comune deve avere almeno un presidio attrezzato di Pronto Soccorso e posti letto di rianimazione e lungodegenza per decongestionare il lazzaretto del Cardarelli.
Ogni quartiere deve avere almeno un centro dialisi, uno studio dentistico e un poli-ambulatorio specialistico, pubblico e gratuito.
A tale scopo rivendichiamo che la magistratura renda subito disponibili i 750 milioni di euro sequestrati alla criminale multinazionale Impregilo della famiglia Romiti e che proceda alla espropriazione delle strutture private e convenzionate, a cominciare da quelle che sono state coinvolte in truffe ai danni del Sistema sanitario nazionale o in inchieste di camorra (vedi l'Asl Na4), comprese le multinazionali del farmaco. Queste risorse, insieme alla cancellazione degli odiosi ticket sanitari e della sanità a pagamento, allo sblocco del turn-over ed allo spostamento di medici, infermieri e tecnici dal settore privato a quello pubblico, possono dare una boccata di ossigeno alle disastrate condizioni di lavoro e di salute del popolo partenopeo.
Altri provvedimenti urgenti consistono nel ridurre drasticamente gli stipendi da nababbo dei manager di Asl e ospedali e cambiare il meccanismo di nomina dei vertici delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, non più imposti dal governatore o dalla cosca partitica di turno, bensì da parte delle assemblee generali dei lavoratori che devono anche avere il potere di revoca in qualsiasi momento, perché siamo arcistufi dei ricatti sulle liste di attesa, del clientelismo elettorale, del vortice di appalti e subappalti di servizi affidati a ditte in odore di camorra, delle consulenze dorate e dei progetti fantomatici. La sanità campana è sempre più allo sfascio e non capiamo proprio con quale coraggio il PD abbia candidato alla poltrona europea l'assessore alla sanità Angelo Montemarano!
Per quanto riguarda l'assistenza sociale sappiamo che è stata affossata dalla legge Turco-D'Alema del 2000. Abrogandola è possibile rendere pubblico il sistema delle cooperative e del "no-profit" di competenza comunale e stabilizzare l'esercito di generosissimi precari che attendono da tanti mesi gli stipendi arretrati. Il precariato di massa va aggredito anche assicurando che tutti i ricercatori, gli insegnanti precari e gli insegnanti di sostegno siano immessi in ruolo nelle scuole e nelle università dove lavorano. Non un posto deve essere cancellato nella scuola e nell'università che devono restare pubbliche e non essere privatizzate come vogliono i gerarchi Gelmini ed Aprea. Se dovesse passare il loro spaventoso piano di licenziamenti l'occupazione in Campania crollerebbe drammaticamente!
Infine tutte le strutture e gli edifici pubblici, a cominciare proprio dalle scuole, vanno messe subito in sicurezza dal punto di vista statico ed antisismico, espropriando i beni del mariuolo Romeo bisogna mettere a posto il patrimonio di edilizia popolare pubblica che fin qui le giunte supercorrotte della DC Iervolino hanno lasciato marcire.

Unire le battaglie locali a quelle nazionali
Sono tutte cose realizzabili in tempi brevi, cose che comprende bene anche un bambino delle elementari, l'assenza delle quali avrebbe dovuto da tempo comportare le dimissioni delle giunte antipopolari guidate da Iervolino e Bassolino!
Per noi è chiaro che sperare ancora che i problemi di Napoli siano risolti dalle istituzioni borghesi in camicia nera, che siano di "centro-destra" o di "centro sinistra", è come mettere in eterno la testa sotto la sabbia. Sono passati 150 anni dall'Unità d'Italia, hanno governato i liberali, i fascisti, i neofascisti laurini, i democristiani, i revisionisti falsi comunisti, i socialisti craxiani, i neorevisionisti, i neoliberali, i neodemocristiani, i verdi sedicenti ambientalisti, come il medico di Bassolino Di Palma anche lui in corsa per una poltrona, ma la situazione a Napoli non è cambiata di un palmo!
Non c'è bisogno di scendere nelle fogne, ferme all'epoca borbonica, basta guardare la condizione delle strade, dei palazzi, della piazze, dei trasporti, delle scuole, degli ospedali. Basta contare, e bastano le mani, il numero degli asili nido pubblici e gratuiti e delle fabbriche, basta contare e si fa fatica a tenere a mente il conto, il numero dei senza tetto, di chi sopravvive con pochi spiccioli al mese, delle persone costrette a sfamarsi facendo l'elemosina o rivolgendosi agli usurai!
Per attuare questa piattaforma rivendicativa c'è allora una sola possibilità: che scenda in campo prepotentemente, al fianco della classe operaia, il popolo partenopeo attraverso l'unificazione dei comitati e movimenti di lotta per il lavoro della provincia, in coordinamento con il forte ed avanzato movimento studentesco napoletano, con i coraggiosi comitati di lotta per la difesa della salute e dell'ambiente, come quelli di Chiaiano, di Acerra e del giuglianese, con le associazioni e i movimenti che si battono contro la camorra e le mafie, che non occorre ricordare sono talmente ingrassate con questi governanti da diventare parte integrante dell'economia, della finanza, della politica e delle stesse istituzioni.
Non ci arroghiamo certo il diritto di imporre la nostra piattaforma, ma auspichiamo che sia letta e discussa, semmai condivisa, semmai votata nelle assemblee generali dei movimenti in quanto tiene conto della necessità di coordinare le lotte degli operai, dei disoccupati, dei precari, di tutti i lavoratori, con quelle delle masse studentesche.
Le battaglie di carattere locale però non bastano. Devono essere intrecciate a quelle di livello regionale e nazionale, perché la domanda fondamentale è quali sono le premesse per rimettere al centro e risolvere la questione meridionale? La prima premessa è abbattere il governo Berlusconi, il governo dell'abbandono del Mezzogiorno, un governo fascista dalla testa ai piedi che va avanti come un carro-armato nella macelleria sociale. La seconda: affossare la devoluzione e il federalismo fiscale il cui scopo è azzerare i fondi statali destinati alla scuola e all'università, alla sanità, al cosiddetto "Welfare", all'industralizzazione del Mezzogiorno, spaccare l'unità di classe dei lavoratori attraverso l'abolizione del contratto nazionale di lavoro e la reintroduzione delle gabbie salariali, regalare alle cosche mafiose il governo del territorio, dalle città ai piccoli comuni. La terza: colpire i santuari economici e finanziari della camorra che ha i piedi ben piantati in Campania, ma la testa tra i palazzi romani e la borsa di Milano. Sono otto le nostre rivendicazioni per Napoli che riguardano il capitolo della lotta alla camorra, vi invitiamo a leggerle nel documento pubblicato su Il Bolscevico. La quarta: visto che la lotta alla camorra passa per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del popolo che depreda e schiavizza da sempre con i suoi metodi fascisti occorre aumentare salari e pensioni, ridurre prezzi e tariffe, cominciando dalla intollerabile furto della Tarsu e dall'interminabile truffa dei cip 6 destinati ai padroni degli inceneritori e tassare i grandi patrimoni e le grandi rendite, aumentare l'indennità di disoccupazione ed estendere la Cig, ridurre l'orario di lavoro a parità di salario, abolire le missioni militari all'estero per destinare i fondi alla spesa sociale.
Infine la premessa più importante di tutte, che tutte le comprende: costruire le istituzioni rappresentative della masse fautrici del socialismo, unica vera alternativa e controaltare alle istituzioni borghesi, unica vera possibilità per avviare finalmente allo sviluppo economico e sociale, Napoli e il Mezzogiorno.

Delegittimare la Ue imperialista
Chi può affermare senza coprirsi di ridicolo che l'Ue ha portato sviluppo nelle aree sottosviluppate, quando il Mezzogiorno rischia di sprofondare nel Terzo Mondo? Come orientarsi al voto alle europee se non cominciando da un bilancio concreto fondato su di un analisi di classe dell'operato dell'Ue.
La borghesia e i suoi lacché presentano l'Unione europea come una conquista dei popoli del vecchio continente. È forse vera questa premessa? Sono stati forse i popoli ad ideare e a costruire l'Ue oppure tutto è stato compiuto al di sopra delle loro teste dai circoli dominanti borghesi conformemente ai loro interessi di classe e alle loro aspirazioni egemoniche, regionali e mondiali? Se i popoli non c'entrano nulla, allora continuare a sognare una Ue dei popoli come fanno PRC e PdCI è un puro inganno, che serve unicamente ad offrire una copertura a "sinistra" all'imperialismo europeo, dare ad esso una base di massa e spingere in una palude gli antimperialisti, i no global e i pacifisti.
I fatti stanno lì a dimostrare che da quando la Ue è nata ha operato unicamente a beneficio del grande capitale a cui ha regalato un mercato unico, una moneta unica e una Banca centrale. L'Ue al servizio del grande capitale ha obbligato i paesi aderenti a perseguire politiche ferocemente liberiste e antipopolari tanto che oggi in Europa ci sono decine di milioni di disoccupati e poveri, le disuguaglianze economiche e sociali tra le varie aree sono state acuite dall'ingresso dei paesi dell'Est, permangono le disuguaglianze di sesso e gli immigrati sono discriminati dal trattato di Schengen e trattati come bestie e come schiavi dal governo Berlusconi, con i suoi pacchetti di leggi razziali di stampo nazifascista che fomentano il razzismo, la xenofobia e lo squadrismo, in ogni paese membro è in corso un attacco feroce alle conquiste economiche e sociali dei lavoratori e delle masse.
Basta fare i conti a fine mese per capire che da quando è stato introdotto l'euro, i salari dei lavoratori hanno perso gran parte del loro "potere d'acquisto", mentre spregiudicati banchieri e spietati mercanti si sono arricchiti a più non posso, grazie alla mancanza di controlli sulle banche e sui prezzi al consumo da parte dei governi, compresi quelli del cosiddetto "centro-sinistra".
Qual è la politica economica della Ue nel corso della attuale crisi economica e finanziaria del capitalismo mondiale se non regalare ancora altro denaro pubblico ai trust ed ai grandi bancarottieri, agli usurai che conservano i centri nevralgici delle loro nefandezze nei paradisi fiscali della Svizzera e del Lussemburgo.
Il neoduce Berlusconi ripete che "bisogna essere ottimisti", gli fa eco il ministro sanguisuga Tremonti che ci tranquillizza che "dalla crisi si esce più forti". Sembrano quasi contenti, quando affermano che "chi ci sa fare", "chi sa essere imprenditore di se stesso", "chi sa sfruttare la situazione" con l'aiuto di un governo amico, durante una crisi di queste proporzioni, uscirà vincitore nella competizione. È vero, la mafia, la camorra, la ndrangheta, la sacra corona unita, puntano sui finanziamenti pubblici, Tajani da commissario europeo ha promesso un affare da 500 milioni di euro agli amici palazzinari pronti all'arrembaggio in Abruzzo, poi ci sono le "grandi opere": Ponte sullo Stretto, Tav in Val di Susa, Mose, Bagnoli, Expo, inceneritori, new-town in project financing. Insomma cementificare l'Italia è il programma del governo per fare uscire l'Italia dalla crisi, o meglio è il programma per fare uscire la mafia dalla crisi.
Passando alla politica estera si può dire almeno che l'Europa garantisce la pace sul continente e nel mondo? Niente affatto. Dal 1992 ad oggi essa si è smascherata davanti agli occhi dei popoli, macchiandosi degli stessi crimini imputabili all'imperialismo americano con la partecipazione di primo piano a guerre di aggressione imperialiste, contribuendo alla cancellazione del diritto internazionale, chiedendo e ottenendo più autonomia decisionale e militare all'interno della Nato. Con i suoi caccia ha bombardato la Serbia, con le sue truppe occupa l'Afghanistan, ha promosso una guerra fratricida tra le etnie della ex-Jugoslavia e continua a pretendere l'ultima parola sull'assetto geopolitico dei Balcani, cerca di ricolonizzare i paesi africani. È meno aggressiva degli Usa a livello militare semplicemente perché la sua diplomazia imperialista in politica estera si fonda sul concetto di "missione umanitaria", una formula che le è più congeniale rispetto a quella della "guerra preventiva" tanto cara al criminale di guerra Bush ed ai suoi successori nella amministrazione americana. Questa tattica scaturisce dal fatto che la sua potenza militare non è ancora paragonabile a quella dell'imperialismo degli Stati Uniti, ma ciò non toglie che l'obiettivo sia lo stesso, farsi spazio ovunque nel mondo per permettere ai propri monopoli di esportare capitali, supersfruttare la manodopera e depredare risorse e materie prime.
La presa di posizione dei sindacati corporativi inglesi contro gli operai italiani emigrati in Inghilterra, il convulso riassetto europeo e mondiale del mercato automobilistico, le guerre commerciali, preannunciano il riemergere di conflitti nazionalistici tra le stesse borghesie monopoliste del continente. Un film già visto, poveri contro poveri, operai contro operai, operai del Sud contro operai del Nord, operai italiani contro operai tedeschi, operai tedeschi contro operai americani, lavoratori del Nord del mondo contro lavoratori del Sud, lavoratori dell'Ovest contro lavoratori dell'Est del mondo. In questo fosco scenario tornano di attualità le parole scritte nel lontano 1848 da Marx ed Engels ne "Il Manifesto del Partito comunista": "proletari di tutto il mondo unitevi!".
Basta con il capitalismo che si basa sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e si nutre, ogni giorno, del sangue dei lavoratori. Ci vuole il socialismo, quello autentico, quello realizzato da Lenin e Stalin in Urss e da Mao in Cina!
La Ue è anche responsabile al pari degli Usa e delle altre grandi potenze dell'inquinamento della terra, delle acque e dell'aria e della negazione del diritto inalienabile dell'accesso all'acqua come bene comune dell'umanità. I comitati campani contro la privatizzazione dell'acqua ricorderanno la direttiva europea, la famigerata "Bolkestein" che privatizza tutti i servizi, anche quelli idrici, in nome del mercato e della concorrenza. Chi è ben informato ricorderà le norme e le direttive indirizzate ai paesi membri per innalzare ben oltre le 40 ore settimanali l'orario di lavoro, per abbassare il "costo del lavoro", per snellire il cosiddetto "welfare-state", per tagliare le pensioni e innalzare l'età pensionabile, per controriformare il mercato del lavoro, per dare ai padroni la libertà di licenziamento. Musica per le orecchie di Sacconi e Brunetta.
Un'ultima domanda. La Ue è un istituzione democratico-borghese? Non lo è neanche formalmente visto che a dettare la sua linea imperialista è sempre il Consiglio europeo composto dai capi di Stato o di governo, l'organo supremo e ingiudicabile, che può anche spostare milioni di euro da un capitolo di bilancio all'altro a proprio piacimento coadiuvato dai Consigli dei ministri specifici e dalla Commissione da sempre feudo di tecnocrati borghesi e anticomunisti.
Concludendo cos'è allora l'Unione europea? Come è scritto nei nostri documenti e volantini essa "è una organizzazione monopolistica e imperialistica, una superpotenza mondiale in lotta con le altre superpotenze Usa, Russia, Giappone, Cina e India per il dominio assoluto del globo. È nata e cresciuta proprio in funzione degli interessi dei rispettivi monopoli che stanno dietro ai governi nazionali e ne dettano la linea per potersi espandere e conquistare nuovi mercati. Essa è fonte di dominio, oppressione, rapina e sfruttamento dei popoli dei 27 Stati che attualmente la compongono, ma anche di quelli dell'Est europeo e dei Balcani che non ne fanno parte e del Terzo mondo. L'Ue è un inferno per la classe operaia, i lavoratori e le masse popolari e un paradiso per un pugno di pescecani capitalisti e per tutti i loro rappresentanti politici e istituzionali che ne eseguono i voleri e il tanto decantato, dagli opportunisti nostrani, parlamento europeo non toglie nulla al carattere imperialista dell'Ue e non può far nulla, anche se lo volesse, per cambiarla e mutarne l'indirizzo. È e rimarrà una sovrastruttura di questa alleanza imperialista composta da politicanti borghesi gratificati con stipendi da nababbo, privilegi a non finire, viaggi di piacere e assenteismo legalizzato, che fanno inorridire e gridano vendetta di fronte alla povertà e alla miseria in cui sono condannati strati sempre più larghi della popolazione europea, causate dalla crisi economica e finanziaria del capitalismo. Tutte le vie elettorali e parlamentari per cambiare il parlamento europeo sono precluse e senza sbocco, compresa quella di spostare al suo interno i rapporti di forza aumentando la rappresentanza dei partiti della "sinistra" borghese. Dal 1979, anno della prima elezione dei suoi membri a suffragio universale, le alternanze delle maggioranze ci sono state, eccome, eppure la natura dell'Ue non è mai mutata".
Ci sembrano motivi sufficienti per impugnare con decisione l'astensionismo del PMLI, che consiste nel disertare le urne, annullare la scheda o lasciarla in bianco. L'astensionismo è un voto pesante, che colpisce al cuore l'Ue, la delegittima, le fa venire meno il consenso delle masse, la isola, la mette completamente a nudo di fronte all'opinione pubblica europea e mondiale e ne smaschera il disegno economico, politico, istituzionale e militare. Per il PMLI la Ue va distrutta, e l'Italia farebbe bene ad uscirne al più presto. Noi aspiriamo ad una unione delle repubblica socialiste d'Europa, ma tenendo i piedi ben piantati a terra e non sognando la luna nel pozzo, siamo coscienti che il contributo più grande, più concreto e più efficace che si possa dare oggi alla lotta contro l'imperialismo europeo è quello di combattere contro l'imperialismo italiano e il governo della terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista del neoduce Berlusconi che ne asseconda i voleri. Per l'Italia unita, rossa e socialista!

Abbattere il governo del neoduce Berlusconi
Care compagne e cari compagni, amiche ed amici
alle elezioni del 6-7 giugno le lobby politico-imprenditoriali hanno fatto l'infornata di assessori, ex-assessori, consiglieri ed ex-consiglieri comunali, provinciali e regionali. Cesaro, uomo degli inquisiti Landolfi e Cosentino, d'accordo è impresentabile, ma non è forse puro masochismo (altro che "voto utile", altro che "male minore", altro che "meno peggio") votare per il "centro-sinistra" o per il PRC che governa con l'impostore Bassolino e company da 15 anni e che da altrettanti è a capo dell'assessorato al lavoro. A proposito Corrado Gabriele dove sono andati a finire i fondi europei per l'occupazione? Non è puro masochismo, dicevo, votare per chi ci ha depredato, affamato, avvelenato, manganellato, espropriato dei diritti più elementari come quello alla salute ed alla vita e vuole continuare impunemente a farlo?
A chi non ci conosce bene e ci dice che propagandando l'astensionismo alle elezioni provinciali ed europee facciamo il gioco di Berlusconi rispondiamo, non tanto ricordando i nostri numerosi allarmi ed appelli all'unità anti-fascista caduti nel vuoto fin dal lontano 1994, bensì rinnovando la sfida a Guglielmo Epifani, segretario nazionale della Cgil: organizzi subito uno sciopero generale di otto ore con manifestazione a Roma sotto palazzo Chigi con questa parola d'ordine "Abbattere il governo del neoduce Berlusconi". Il PMLI è pronto, anche la forza del popolo non manca, lo abbiamo visto in tante oceaniche manifestazioni a Roma. Raccoglierà finalmente questo invito alla lotta di classe e di piazza? Lo raccoglieranno il PRC, il PdCI, i Verdi, Sinistra e libertà, Di Pietro, il PD?
Purtroppo non ci facciamo illusioni, perché anche in questa tornata elettorale sono concentrati soltanto sui voti per le poltrone e si arrabattano per mantenere la loro fetta di potere nelle istituzioni del regime neofascista. Non ci facciamo illusioni soprattutto nei confronti del PD che con il Partito unico fascista è d'accordo e ha collaborato attivamente, sulla devoluzione e il federalismo fiscale ad esempio, sulle controriforme istituzionale e costituzionali per instaurare la terza repubblica per fare un altro esempio, e ancora sulla politica di potenza dell'Italia di cui è campione il presidente Napolitano, e ancora nel cambiare le relazioni sindacali instaurando un nuovo corporativismo e la deregolamentazione selvaggia del mercato del lavoro, persino sulle controriforme scolastiche ed universitarie che affossano per sempre l'istruzione pubblica, persino sulla separazione delle carriere annunciata da Berlusconi per sottomettere anche i pm al potere esecutivo, persino sulla legge elettorale fascista riedizione peggiorata della legge truffa del '53 e della legge Acerbo del '23 continuano a concedere sponda e in certi casi ad incalzare il governo, sperando di strappargli le alleanze con i nazisti e separatisti della Lega ma anche con la mafia, la Confindustria e il Vaticano, che da sempre dettano la linea e determinano le sorti dei governi in Italia.
Del resto che il mostriciattolo del PD da complice silenzioso abbia abbracciato in pieno il disegno golpista della P2 elaborato dal fascista dichiarato Licio Gelli le popolazioni della Campania, lo hanno capito concretamente, sulla propria pelle, a colpi di manganello. Acerra e Chiaiano portano ancora i segni e piangono i malati e i morti della politica bipartisan Bassolino-Prodi-Berlusconi sull'incenerimento dei rifiuti e la militarizzazione delle discariche, un'alleanza cementata dalla scandalosa depredazione dei fondi pubblici pianificata scientificamente dai vertici del commissariato all'"emergenza rifiuti", una lobby, una cosca affaristica che ha stracciato ogni legge, regolamento, ha schiacciato ogni altra istituzione e principio costituzionale e a difendere la quale ci hanno inviato l'esercito, come in Irak, come in Afghanistan! "Lo Stato e tornato a fare lo Stato" ha detto a Napoli Berlusconi. Cosa voleva dire? Voleva dire che lo Stato fascista è tornato e che la Campania è il modello di Stato e di governo fondato sul presidenzialismo mussoliniano che intende imporre all'Italia intera, un presidenzialismo che significa accentramento dei poteri nelle mani di una sola persona, azzeramento della libertà di stampa, di parola e di manifestazione, militarizzazione del territorio, impunità per ogni crimine commesso, e per i propri amici che siano i pescecani della Confindustria o le holding mafiose. In questo senso va letto, e non come una delle sue pagliacciate, l'ultimo maligno e strafottente attacco al Parlamento definito: "inutile e controproducente", in tutto e per tutto una riedizione del lugubre intervento di Mussolini in Parlamento, quando presentando il suo governo imposto con la marcia su Roma minacciò di fare dell'aula sorda e grigia un bivacco per i suoi manipoli di camicie nere.
Votate il PMLI, astenendovi, per spingere in avanti la lotta di classe per abbattere il governo del neoduce Berlusconi e la terza repubblica!
Votate il PMLI, astenendovi, per creare insieme le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo!
Votate il PMLI, astenendovi, per le città governate dal popolo e al servizio del popolo!
Non legittimate l'Europa imperialista!
Votate il PMLI, astenendovi, per avanzare nella lotta per l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri vinceremo!


3 giugno 2009