Al Congresso del PPE a Bonn
Discorso golpista di Berlusconi
"Ho le palle, cambierò la Costituzione". Napolitano lo critica ma sostiene la controriforma costituzionale. Fini si dissocia, preparando il suo futuro
Abbattiamo il nuovo Mussolini con la lotta di piazza e di massa

Berlusconi è intervenuto al Congresso del Partito popolare europeo (PPE) a Bonn l'11 dicembre attaccando per l'ennesima volta la magistratura, la Corte costituzionale e la Costituzione. Ma non si è trattato del solito sfogo a caldo, se mai di semplice sfogo si può parlare, come quello dopo la bocciatura del lodo Alfano da parte della Consulta. Il suo discorso è stato voluto e studiato nel luogo, nello stile e nei contenuti risultati assai simili a quelli di Mussolini. Il suo è stato un discorso golpista allo stato puro arrivando ad assicurare che lui ha i numeri e "le palle" per far piazza pulita della Costituzione, o almeno ciò che ormai resta di essa, a suon di picconate.
Berlusconi ha esordito esaltando il suo governo e se stesso come era solito fare Mussolini: "Abbiamo una maggioranza coesa e forte, un governo molto operativo, un premier super". Contro di lui solo "calunnie" mentre "Chi crede in me è ancora più convinto. Tutti si dicono: 'Dove troviamo uno forte e duro con le palle come Silvio Berlusconi?"". Quindi l'attacco alla magistratura, alla Corte e ai presidenti della Repubblica: "La sovranità in Italia è passata dal Parlamento al partito dei giudici. La Corte costituzionale non è più un organo di garanzia, ma un organo politico. Il Paese è in una fase di transizione: se le leggi non piacciono al partito dei giudici della sinistra, questi si rivolgono alla Corte costituzionale che ha 11 membri su 15 di sinistra, nominati da 3 presidenti della Repubblica di sinistra consecutivi, che abroga le leggi del Parlamento". E ancora: "La sinistra è allo sbando e cerca di avere ragione attraverso i processi", con una "caccia all'uomo" nei confronti del premier che possiede il "record universale nella storia" dei provvedimenti giudiziari. Ma, proclama minacciosamente, "è una situazione transitoria" perché tutto questo "cambierà", perché "cambieremo la Carta". C'è tempo pure per una barzelletta su lui, Obama e il Papa su un aereo, quasi a voler smorzare e tranquillizzare la platea sul suo proclama eversivo e golpista. Che però resta in tutta la sua gravità.

Napolitano e Fini
Tanto grave che pure Napolitano questa volta è costretto a intervenire per esprimere "profondo rammarico e preoccupazione" per "il violento attacco" alla Costituzione. Ma più in là non va, anzi fa di peggio, perché al contempo, di fronte a un proclama golpista di questa gravità, colui che dovrebbe esserne il garante, rilancia la necessità "di quello spirito di leale collaborazione e di quell'impegno di condivisione" per cambiare la Costituzione.
Il cofondatore del Pdl, Gianfranco Fini, da parte sua, continuando sulla via intrapresa di prepararsi un proprio futuro, si "dissocia" da Berlusconi augurandosi che "il premier trovi modo di precisare meglio il suo pensiero". Secca la replica: "Non ho nulla da chiarire, sono solo stufo delle ipocrisie".
Berlusconi ha deciso di non metter più tempo in mezzo alla realizzazione piena del suo nero disegno piduista e fascista. Sa di avere la strada spianata da un'"opposizione" parlamentare inesistente e inconcludente. Tant'è vero che Bersani si limita semplicemente a dar ragione a Napolitano e a far quadrato intorno al Quirinale.

Il nuovo Mussolini
Nessuno che dica chiaro e tondo come stanno effettivamente le cose e cioè che Berlusconi non è l'"aspirante duce", come lo definisce "il manifesto" trotzkista, o la "deriva populista", come dice Bersani, ma è il nuovo duce che agisce e si muove come Mussolini. E non da ora, ma fin da quando è "sceso in campo".
Dopo la sua uscita golpista, a sua consacrazione, il nuovo Mussolini aveva anche sapientemente organizzato l'ennesimo "bagno di folla" da tenersi a Milano domenica 13 dicembre, in occasione dell'avvio del tesseramento del Pdl. Molti l'avevano annunciato come un nuovo "predellino". Come quello cioè, durante il quale due anni fa, nel 2007, a sorpresa Berlusconi annunciò la nascita del Pdl. In realtà, il suo intervento non ha fatto registrare novità clamorose ma ha ripetuto la sostanza del discorso di Bonn.
L'unica cosa da registrare è l'aggressione subita da Berlusconi a conclusione del suo comizio. "Un atto errato", come l'ha definito immediatamente il PMLI in un comunicato stampa (ignorato vergognosamente dai media), "perché giova unicamente a lui". Come peraltro dimostrano i fatti successivi all'aggressione che è stata trasformata strumentalmente nell'occasione per mettere il bavaglio e invocare la repressione di ogni forma di opposizione al nuovo Mussolini.
Non ci stancheremo mai di ripetere che per liberarsi del nuovo Mussolini l'unico modo è quello della lotta di piazza e di massa. Altrimenti il golpismo istituzionale, la macelleria sociale e l'interventismo militare all'estero del governo del neoduce Berlusconi andranno inesorabilmente avanti.

16 dicembre 2009