Saluto di Monica Martenghi ai partecipanti alla commemorazione del 36° della scomparsa di Mao
Nella battaglia per l'Italia unita, rossa e socialista il PMLI ha in mano metà della chiave, l'altra metà l'ha la classe operaia
La lotta di classe ha bisogno di un grande, forte, unito, combattivo e radicato PMLI

Pubblichiamo qui di seguito il testo integrale del saluto militante pronunciato dalla compagna Monica Martenghi, a nome del Comitato centrale del PMLI, compresa la parte tagliata per rimanere dentro il tempo programmato.

Care compagne e compagni, care amiche e amici,
a nome del Comitato centrale del nostro Partito e dei compagni dirigenti seduti alla presidenza con alla testa il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, porgo a tutti voi un caloroso saluto e un sincero grazie per essere presenti a questa pubblica iniziativa in occasione del 36° Anniversario della scomparsa di Mao, grande Maestro del proletariato internazionale, dei popoli e delle nazioni oppresse, deceduto il 9 Settembre 1976.
Salutiamo con gioia rivoluzionaria tutte le compagne e i compagni provenienti dal Piemonte alla Sicilia, specialmente quelli che vengono da molto lontano e hanno sopportato lunghi, estenuanti e costosi viaggi.
Salutiamo con particolare calore tutti i compagni che hanno gravi problemi di salute, sia quelli che, nonostante tutto, oggi sono qui con noi, sia quelli che purtroppo non sono stati in grado di partecipare. La compagna Daniela è stata ricoverata all'ospedale. Il compagno Enrico si è ammalato.
Un ricordo colmo di perenne gratitudine lo rivolgiamo ai compagni Nerina "Lucia" Paoletti, Vincenzo Falzarano, Ferruccio Panico, Marco Marchi e agli altri compagni scomparsi che ci hanno lasciato fisicamente e prematuramente ma che rimarranno sempre al nostro fianco con il loro esempio di dedizione al Partito e alla causa del proletariato e del socialismo.
Ringraziamo caldamente:
- chi, impossibilitato a partecipare, ha voluto comunque esserci vicini inviando un messaggio di saluto.
- Le Commissioni centrali di organizzazione e di stampa e propaganda, il Comitato provinciale di Firenze e tutte le compagne e i compagni che, finanziandola, facendo affiggere i manifesti, diffondendo i volantini, addobbando la sala, hanno contribuito alla realizzazione di questa importante manifestazione pubblica, vergognosamente ignorata dai media. A parte il bilioso e provocatorio attacco de "Il Giornale" della famiglia di Berlusconi al quale non è andato giù che teniamo la commemorazione "praticamente al duomo di Firenze".
- Il compagno fiorentino pensionato già operaio che ha dato un grossissimo prestito a lunga scadenza al Partito, che si trovava in difficoltà per pagare dei debiti.
- Le simpatizzanti e i simpatizzanti che spontaneamente, da tempo o di recente, danno dei contributi economici mensili al Centro del Partito.
Esprimiamo la nostra solidarietà militante:
- alle lavoratrici e ai lavoratori italiani che lottano per il lavoro, a cominciare da quelli di Termini Imerese, della Fiat, dell'Alcoa e dei minatori sardi.
- Ai popoli di tutto il mondo che lottano per la libertà e la democrazia, come in Siria, e a quelli che lottano per l'indipendenza del proprio paese, come in Afghanistan.
- Ai terremotati dell'Emilia-Romagna, della Lombardia e del Veneto per i quali chiediamo al governo e alle regioni interessate di cancellare le tasse, le imposte e i tributi del 2012, a partire dal giorno del terremoto, e di prorogare quelle del 2013 a dicembre di quell'anno per tutti i residenti delle zone terremotate. Inoltre chiediamo che siano versati subito i soldi già stanziati ai quali vanno aggiunti altri 3 mila e mezzo miliardi.
- Ai 2 milioni e 705 mila disoccupati ufficiali, ai 3 milioni di precari di cui i due terzi sotto i 35 anni, al 34,3% dei giovani senza lavoro. Una barbarie del capitalismo.
- Alle compagne e ai compagni di Firenze, di Vicchio e di Fucecchio per le gravi provocazioni che hanno subito da parte delle "forze dell'ordine", che hanno cercato di estromettere il Partito rispettivamente dalle manifestazioni per la Liberazione di Firenze dal nazifascismo e per la strage nazista del Padule di Fucecchio
Questa commemorazione di Mao dimostra ancora una volta il nostro indissolubile legame con questo grande Maestro del proletariato internazionale, dei popoli e delle nazioni oppresse, e la nostra ferma determinazione ad applicare i suoi insegnamenti universali, primi fra tutti quelli riguardanti la costruzione del Partito.
Noi siamo agli antipodi dei traditori e rinnegati governanti cinesi Hu Jintao, Wen Jiaobao e di quelli che sono candidati a sostituirli: Xi Jinping e Li Keqing.
I revisionisti borghesi, capitalisti e fascisti non governeranno la Cina in eterno. Prima o poi saranno rovesciati e sarà restaurato il socialismo, come aveva previsto Mao. Già qualcosa comincia a muoversi, come fa pensare la recente lettera al Comitato centrale del PCC e al Comitato permanente dell'Assemblea popolare nazionale firmata da "1644 compagni marxisti-leninisti-maoisti" cinesi.In essa si chiede la rimozione del premier Wen accusato di "aver applicato una linea revisionista, rovesciato la base economica socialista cinese e restaurato il capitalismo". Un evento nuovo e incoraggiante, che va sostenuto.
Terrà il discorso ufficiale della commemorazione, a nome del Comitato centrale del PMLI, il compagno Emanuele Sala, pensionato ex operaio, già membro dell'Organizzazione che ha dato vita al PMLI, due giorni dopo la sua fondazione nel dicembre 1969, co-fondatore del PMLI, da allora membro del Comitato centrale e dell'Ufficio politico, Responsabile della Commissione per il lavoro di massa del Comitato centrale. Egli tratterà il tema "Mao e il ruolo della classe operaia nella lotta di classe". Un tema di fondamentale importanza per il presente e per il futuro della lotta di classe.
Il PMLI ha in mano metà della chiave per risolvere questo problema, l'altra metà l'ha la classe operaia italiana, che ha il dovere di valutare la proposta generale del PMLI, una volta che ne viene a conoscenza, e di decidere il suo futuro o di classe subalterna al capitalismo e alla borghesia o di classe dominante nel socialismo.
Essa, come ha fatto fino agli anni '70, sia pure sotto la direzione dei revisionisti, deve lottare apertamente contro il capitalismo, per il socialismo. Attualmente invece le sue lotte non escono dai confini del capitalismo e della Costituzione borghese. A causa della devastazione ideologica operata dai revisionisti e dai riformisti, ha la coscienza di essere classe in sé, ma non di essere una classe per sé, ossia la classe generale il cui compito è quello di distruggere il vecchio mondo capitalistico e costruire il nuovo mondo socialista avendone il potere in mano. Spetta a noi marxisti-leninisti, specie se lavoratori e pensionati, infonderle questa coscienza rivoluzionaria attraverso i nostri ragionamenti, argomenti e proposte nel corso delle varie battaglie politiche, elettorali, sindacali, sociali e culturali, all'interno e all'esterno delle fabbriche, all'interno e all'esterno della Cgil.
La classe operaia italiana ha bisogno di una grande rivoluzione nella testa e nella coscienza per poter diventare una classe per sé, indipendente e nemica mortale della borghesia, il che potrà avvenire solo se essa acquisirà la propria cultura, che è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Deve perciò studiarlo per essere in grado di capire a fondo la realtà, per non farsi ingannare dai falsi capi operai e dai revisionisti comunque camuffati, per sapere quali sono i propri compiti, per avere un corretto orientamento di classe e rivoluzionario nella lotta di classe, che comprende anche la lotta contro il revisionismo e il riformismo.
Per raggiungere questo obiettivo strategico un ruolo fondamentale lo possono svolgere gli intellettuali democratici e progressisti. Come ha auspicato il compagno Scuderi nell'importantissimo discorso su "Mao e le due culture": "La nostra speranza e il nostro auspicio è che quelli tra di loro più sensibili, più vicini al proletariato, e meno inquinati dall'influenza borghese, capiscano la situazione e le proprie responsabilità sociali, politiche e culturali, escano dal pantano riformista in cui ora si trovano, e cooperino attivamente con noi per propagandare tra le masse il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e per smascherare, combattere e battere la cultura della borghesia".
Noi marxisti-leninisti dobbiamo dare alla classe operaia l'esempio nello studio rivoluzionario, combattendo in prima linea nella lotta di classe e difendendo con i denti la linea proletaria rivoluzionaria e marxista-leninista del PMLI. All'interno del Partito, come ha indicato recentemente l'Ufficio politico con alla testa il compagno Giovanni Scuderi, non dobbiamo dare alcuno spazio al revisionismo, al riformismo, all'elettoralismo e al parlamentarismo borghesi, al governismo, al pacifismo. Dobbiamo passare attentamente al vaglio ogni idea, ogni proposta, ogni parola d'ordine da chiunque vengano avanzate. Accettarle se ritenute giuste e criticarle e rigettarle se ritenute errate alla luce del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della linea del Partito.
Il compagno Scuderi, parlando alle compagne e ai compagni che quotidianamente lavorano al suo fianco, ha ripetutamente rilevato che anche il Segretario generale può cadere sotto l'influenza della borghesia, del revisionismo e del riformismo. Quindi se commette un errore è un diritto e un dovere criticarlo. Questo non significa mancargli di rispetto, misconoscere i suoi meriti o mettere in discussione la sua direzione. Significa semplicemente aiutarlo a correggersi e quindi rafforzare la sua autorevolezza e la sua guida.
Nella critica e nell'autocritica nessuno perde niente e tutti ne guadagnano. Solo gli individualisti incalliti ne soffrono, ma è bene farli soffrire affinché capiscano che il lavoro collettivo, il gioco di squadra, è quello che conta per vincere la partita contro la borghesia.
La lotta di classe ha bisogno di un grande, forte, unito, combattivo e radicato PMLI, un Gigante Rosso nella testa e nel corpo, perché la classe operaia comprenda che la vera e unica alternativa di classe, anticapitalista e rivoluzionaria al "centro-destra" e al "centro-sinistra" è il socialismo, l'Italia unita, rossa e socialista. Ogni altra proposta, comprese quelle di chi sta a sinistra del Pd - Sel, Idv, movimento arancione, 5 Stelle, Alba, Federazione della sinistra, ecc. - sono tutte interne al capitalismo e hanno l'unico scopo di evitare che la sinistra sociale, e segnatamente gli astensionisti di sinistra, esca dal sistema capitalista e abbandoni definitivamente le sue istituzioni e i suoi giochi elettorali, parlamentari e governativi.
L'elettorato di sinistra, pertanto, deve riflettere approfonditamente su questa importante questione in vista delle prossime elezioni politiche e siciliane e valutare attentamente se non sia il caso di appoggiare la proposta anticapitalista e per il socialismo del PMLI astenendosi, costruendo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, e mettendosi risolutamente a lavorare per la rivoluzione socialista sotto le bandiere dei Maestri e del PMLI.
Chi vuole veramente far piazza pulita del capitalismo, delle sue istituzioni, dei suoi partiti, della sua morale, ha il dovere rivoluzionario di approfittare delle elezioni per dare un segnale chiaro e inequivocabile astenendosi con la coscienza e con la volontà di esprimere così un voto rivoluzionario anticapitalista per il PMLI e per il socialismo. Intanto uniamoci per spazzar via il governo Monti della grande finanza, dell'Ue e della macelleria sociale.
Viva la classe operaia italiana, che si armi presto del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e dia battaglia al capitalismo, per il socialismo!
Con Mao per sempre contro il capitalismo, per il socialismo!
Lavoriamo uniti per il trionfo del socialismo in Italia!
Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

12 settembre 2012