Rapporto OCSE: peggio solo Grecia, Spagna e Portogallo
Gravissima la disoccupazione giovanile in Italia
Sono 534mila, il 35,9% (aumentati del 16,4% dal 2007)

I dati diffusi dall'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) prima del G20 dei ministri del lavoro tenutosi in Messico dal 17 al 18 maggio, delineano un quadro disastroso della disoccupazione giovanile. In Italia a marzo essa ha raggiunto il gravissimo tasso del 35,9%, interessando cioè 534mila giovani, con un'impennata di 16,5 punti percentuali rispetto a maggio 2007, alla vigilia della crisi. Un dato che peggiora se si tiene conto che il 19,5% dei giovani italiani appartiene alla categoria dei cosiddetti "Neet" (chi non studia né lavora).
Questo colloca l'Italia ben al di sopra della già inaccettabile media europea (22,6%), al quarto posto dopo Portogallo (36,1%), Spagna (51,1%) e Grecia (51,2%).
C'è poi da tenere conto dei calcoli effettuati dall'associazione Save the Children elaborando dati diffusi dalla Banca d'Italia, che parlano di 480mila giovani senza lavoro mantenuti dai genitori e di 1 bambino su 4 a rischio povertà.
Tutto questo ha dei responsabili ben precisi e identificabili. Innanzitutto il capitalismo, che rovescia sulle masse popolari tutti i costi della sua crisi sistemica, accentuando così diseguaglianze e povertà, ma anche il governo del tecnocrate liberista borghese Monti, che proprio per scongiurare il tracollo del capitalismo ha imbastito un massacro sociale ancor più grave e sulla scia di quello del neoduce Berlusconi. È il governo di Monti e Fornero che ha allungato l'età pensionabile bloccando l'accesso al lavoro per migliaia di giovani, che si appresta a cancellare l'art. 18 e gli "ammortizzatori sociali" e ad aggravare la piaga della precarietà con la controriforma del lavoro in via di approvazione in Parlamento, e che adesso vuole rendere licenziabili a piacimento pure i lavoratori statali.
Da denunciare il PD che, con faccia di bronzo, anche di fronte a questi dati, agli effetti della macelleria sociale e al fatto che le recenti elezioni amministrative hanno duramente punito i partiti della maggioranza parlamentare, continua imperterrito a sostenere Monti, assumendosi un'incancellabile responsabilità storica. Vergognosa la capogruppo in Senato Anna Finocchiaro, la quale ha affermato raggiante che "ci sono tutte le condizioni per arrivare in tempi rapidi all'approvazione del Ddl di riforma del mercato del lavoro".
Di fronte a dati come questi, viene da chiedersi cosa aspettano ancora la CGIL e i "sindacati di base" a proclamare lo sciopero generale di 8 ore con manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi per cacciare il governo affamatore di Monti.

30 maggio 2012