Documento del Comitato Lombardo del PMLI sulle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio
Per Varese governata dal popolo e al servizio del popolo. Astieniti

Il malgoverno della giunta fascio-leghista
È doveroso che noi marxisti-leninisti ci soffermiamo per prima cosa sullo scempio perpetrato in questi anni dalla nera giunta Fontana.
Speculazione
ai danni delle masse
I mondiali di ciclismo svolti nel 2008 nella "città giardino" sono stati usati dai caporioni leghisti per la loro propaganda mediatica oltre che dalla borghesia per enormi speculazioni. Un evento sportivo assai costoso: l'ammontare dello stanziamento era di 71,4 milioni di euro, per la maggior parte fondi statali.
Nella corsa a costruire tutto e subito in vista dell'evento sono stati intascati dai vari palazzinari (tra i quali Salvatore Ligresti e Sandro Polita), milioni di euro per la costruzione di mega-alberghi di lusso (molti dei quali poi lasciati all'abbandono) in zone tra l'altro ad alto rischio idrogeologico, strutture per i ciclisti, risultate poi inesistenti, oltre a immensi parcheggi, mai completati, per le annunciate folle di turisti. Un'immensa colata di cemento che ha trasformato Varese da "città giardino" in "città cementificio".
Anche il rifacimento delle strade per l'evento ha riguardato solo le zone di passaggio delle corse, mentre altre zone più periferiche dove si trovano i quartieri popolari, non comprese dalle corse, che invece necessitavano di lavori di riqualificazione (come viale Dalmazia e viale Europa) non sono state minimamente toccate.
Se il comune avesse pensato un po' di più alle esigenze delle masse e alla loro sicurezza avrebbe speso i soldi in altro modo: al posto degli alberghi di lusso, per esempio, sarebbe stato meglio pianificare il rafforzamento e la messa in sicurezza degli argini del fiume Olona e delle zone limitrofe al comune, soggette a rischio frane. In questo modo si sarebbe evitata, o almeno in buona parte arginata, la grave alluvione che ha colpito la città l'anno successivo ai mondiali e che ha causato ingenti danni a cose e persone.

Scuola
Le decine di milioni di euro usate per ingrassare i magnati del cemento sarebbe stato meglio utilizzarle per le ristrutturazioni di edifici come l'università dell'Insubria che cade letteralmente a pezzi, dove il riscaldamento d'inverno è un optional e dove per fare fotocopie gli studenti devono portarsi la carta da casa. Ma quando si tratta di investire su un bene della collettività come la scuola pubblica i soldi non si trovano mai.
Al contrario quando la scuola non è pubblica ma privata i soldi arrivano, cosicché nell'anno 2009-2010 mentre la Gelmini taglia a più non posso milioni di euro alla scuola pubblica, col benestare del compiacente neopodestà Fontana, 800 mila euro di fondi statali venivano utilizzati per le ristrutturazioni della scuola privata Bosina. La scuola Bosina, o "Libera Scuola dei Popoli Padani" (una delle associazioni della galassia Lega Nord), è stata fondata nel 1998 dalla signora Manuela Marrone, "maestra di scuola elementare di lunga esperienza" (spiega il sito della scuola), ma soprattutto moglie di Umberto Bossi.
Nello stesso periodo in cui venivano regalati questi soldi al privato il comune di Varese si adoperava per chiudere diverse scuole pubbliche elementari della città, in particolare la Mameli, la Foscolo, la De Amicis, la Cairoli e la IV Novembre. Questa chiusura avrebbe comportato lo scorporamento degli alunni in altri edifici scolastici lontani da casa con immancabili disagi per genitori e ragazzi.
Il progetto alla fine è fallito per il forte No espresso anche con sit-in di protesta dei genitori, degli insegnanti e dei bambini stessi.

Spazi sociali e repressione sociale
La carenza di spazi e luoghi di socializzazione per le masse popolari soprattutto giovanili di Varese è uno degli altri grandi problemi che attanaglia la città.
Nel ventennio in camicia nero-verde in cui hanno dovuto vivere le masse popolari di Varese fino ad oggi nulla è stato fatto per rimediare a questa grave mancanza.
I governanti fascio-leghisti in combutta con la classe dominante borghese hanno spinto le masse popolari a ricrearsi degli spazi di vita e socialità all'interno dei centri commerciali, che nella città e nella provincia sono spuntati come funghi negli ultimi anni, nelle costose discoteche dove ogni sabato sera migliaia di giovani e giovanissimi abbracciano la cultura del "divertimento" e dello sballo ad ogni costo, ricorrendo molte volte all'abuso di alcool e di droghe, e nelle sale di slot machine e video poker, vere e proprie dissanguatrici del già magro salario dei lavoratori.
Facendo così hanno legato il concetto di socialità al concetto di consumismo, il tutto per la gioia dei capitalisti.
Negli anni ci sono stati tentativi da parte delle masse in particolar modo dei giovani, di emanciparsi da questa condizione e di creare degli spazi sociali autogestiti, liberi dalla logica del profitto capitalista, ma la risposta dei fascio-leghisti a questa legittima richiesta di spazi da parte delle masse è stata a colpi di manganello e repressione per chiunque osasse contrapporsi ai concetti borghesi di svago e divertimento.
Un esempio per tutti il fatto recente, denunciato anche dall'Organizzazione di Viggiù del PMLI su "Il Bolscevico", del brutale sgombero da parte delle "forze dell'ordine" neofasciste col supporto di militari, voluto dal neopodestà Fontana e diretto dal questore di Varese repressore anti-PMLI Marcello Cardona, dell'ex discoteca di viale Valganna occupata dal "collettivo di autogestione della selva".

"Modello sicurezza"
Il regime neofascista per consolidarsi e affilare le proprie armi repressive ha scelto Varese, su spinta del ministro dell'Interno Roberto Maroni e con il plauso del neopodestà Attilio Fontana, come "città-laboratorio" per quello che lo stesso Maroni aveva definito, in occasione dei festeggiamenti per il 158° anniversario della polizia di Stato tenutosi a Varese, il nuovo "modello sicurezza". Tale progetto, dice il gerarca Maroni, è l'esperimento che, se andrà in porto, diventerà il "modello di sicurezza da esportare in tutta Italia, e perché no, anche in Europa".
Ma in cosa consiste il nuovo "modello sicurezza" che si sta sperimentando nella "città giardino"? Il progetto prevede la creazione di una vera e propria città militarizzata, dove tutto e tutti sono sotto il controllo degli apparati repressivi dello Stato capitalista in camicia nera, attraverso un maggior numero di telecamere, fornite di nuove tecnologie come, per esempio, quelle che si vogliono installare in piazza Repubblica, il cui esperimento, ribattezzato "Progetto Sinecure", ricoprirà la zona con piccole antenne che permetteranno ai cellulari di fare chiamate con la tecnologia bluetooth (quasi tutti i telefoni ormai ne sono dotati) e, schiacciando un semplice pulsante, si potrà chiedere alla centrale della polizia locale di essere inquadrati, e una telecamera, seguendo il segnale del cellulare, si orienterà sull'interessato e su chi gli starà intorno. Poi le ronde, che richiamano alla memoria le lugubri squadracce fasciste di Mussolini e, infine, l'aumento degli organici tra le "forze dell'ordine".
Ma, i marxisti-leninisti si chiedono, a cosa può portare questa "militarizzazione" della città? Al controllo della "criminalità"?
E ci si chiede, chi è più criminale, il venditore di rose, il mendicante, che magari per colpa della crisi capitalista è rimasto senza lavoro, o il lavavetri ai semafori, molti dei quali sfruttati dalla malavita organizzata, oppure il capitalista che cementifica, inquina, specula sulla città e sulle condizioni di vita delle masse?
I nuovi sistemi di repressione imposti alla città, con chi se la prenderanno? Con il senzacasa, col proletario, con chi scenderà per strada a manifestare, a protestare per i propri diritti, o col capitalista in giacca e cravatta che vive nel lusso dei palazzi del potere?

La disoccupazione
Anche a Varese la crisi economica capitalistica si sente fortemente.
L'occupazione non cambia solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo. Aumentano i precari e l'ingresso nel mondo lavorativo raramente va d'accordo con la parola stabilità. Dei 71 mila avviamenti al lavoro, solo il 22% è a tempo indeterminato. Il 42% è a tempo determinato, il 19% è somministrato, l'8% co.co.pro, il 3% apprendisti. Negli ultimi dodici mesi il totale delle ore di cassa integrazione autorizzate nella provincia di Varese è stato pari a 50,7 milioni. Questo è l'effetto della riduzione della richiesta della cassa integrazione ordinaria, utilizzata nei casi di crisi temporanea, che quasi si dimezza rispetto al 2009, passando dai 39 milioni ai 20 milioni di ore circa. Rimanendo comunque ben lontana dai livelli pre-crisi: 4 milioni nel 2007 e 8 milioni nel 2008. In aumento, al contrario, le richieste di cassa integrazione straordinaria. È insito nel sistema capitalistico la privatizzazione dei profitti e la socializzazione delle perdite. Più esplicitamente ciò vuol dire che anche se ci sarà una ripresa della produzione essa non riassorbirà la disoccupazione la quale continuerà invece a crescere. La riduzione dei livelli occupazionali insieme alla riduzione dei salari (già bassissimi), è e resterà al primo posto nella politica padronale.
A contrastare questa nera prospettiva non sarà certo la linea di una falsa "sinistra" che mentre balbetta una demagogica opposizione in concreto ha da tempo fatte proprie la difesa del sistema di sfruttamento capitalistico e le regole del "libero mercato". Noi marxisti-leninisti non riteniamo utile al proletariato e ai lavoratori che si partecipi al tavolo di concertazione provinciale "Varese 2020". Esso è uno strumento buono solo per i padroni e i loro interessi di classe. Tanto è vero che il presidente di Confindustria Varese, Michele Graglia, ad inizio anno disse in tono pomposo: "La concretezza che la provincia sa esprimere nelle relazioni industriali è tanta, prova ne siano i 55 accordi a livello di contrattazione aziendale firmati nelle imprese associate all'Unione Industriali negli ultimi due anni con i sindacati. Cgil compresa". I padroni di Varese, anche in questo fanno scuola, se è vero che il modello varesino è preso d'esempio per una "stagione costituente" di nuovi rapporti sindacali.

I principali candidati a sindaco
I principali candidati a sindaco di Varese, Attilio Fontana e Luisa Oprandi hanno molto in comune. Entrambi hanno accettato i "valori" fondanti del regime neofascista: il presidenzialismo mussoliniano su cui si basano le elezioni comunali, il federalismo fiscale, la sussidiarietà con cui si delega ai privati la gestione dei servizi sociali per ottenerne profitti e rendite.

Attilio Fontana,
il neopodestà fascio-leghista
Il candidato alla poltrona di neopodestà per la destra di regime è l'attuale "primo cittadino" Attilio Fontana.
Varese è più di ogni altro il territorio di nascita della Lega Nord: il suo capo Umberto Bossi è di queste parti, il gerarca degli Interni del governo Berlusconi, Roberto Maroni è un varesino doc, e il Carroccio governa in questo capoluogo di provincia dal 1993. Non a caso, sarà Bossi a chiudere la campagna elettorale a sostegno del neopodestà leghista uscente.
Da sempre un leghista doc, Fontana è stato neopodestà dal 1995 al 1999 di Induno Olona. Eletto consigliere regionale fino ad essere eletto Presidente del Consiglio regionale fino al 2005.
È attualmente presidente dell'ANCI ( Ass. Nazionale Comuni Italiani).
Oltre che PDL e Lega, Fontana gode anche dell'appoggio di una lista de "La Destra" del fascistissimo Storace.

Luisa Oprandi,
la democristiana doc
È il candidato del PD alle elezioni comunali di Varese. Ha 50 anni, è presidente di uno dei circoli cittadini del partito; iscritta fin dalla fondazione, è stata eletta nel 2009 in consiglio provinciale, ed è anche vicepresidente in rappresentanza dell'opposizione, una carica dalla quale si dimetterà per affrontare la campagna elettorale cittadina. È un'insegnante, vicepreside alla scuola Manzoni, il Linguistico. Di formazione cattolica e riformista, è stata militante dell'Azione cattolica e iscritta alla Democrazia Cristiana. Negli anni Novanta non ha rinnovato la tessera ed è tornata a fare politica avvicinandosi alla Margherita, nel gruppo dei Popolari legati al senatore Paolo Rossi. A Varese è impegnata da sempre in parrocchia e nel volontariato sociale; animatrice di eventi culturali borghesi e molto ben vista dalle autorità ecclesiastiche locali.
La "sinistra" borghese
Fin dalla sua elezione a candidata sindaco per il PD, la Oprandi disse che era disponibile fin da subito ad un'alleanza con SEL e IDV.
Infatti ella è la candidata di una coalizione che oltre ai partiti sopracitati, vede la presenza di una lista civica "Varese e Luisa". La Federazione della Sinistra vistasi tagliata fuori dai giochetti politici, opportunisticamente si presenta da sola con un proprio candidato: Carlo Scardeoni.
La verità è che Varese è diventata da tempo un laboratorio politico a livello nazionale.
Sottolineiamo che non è certamente un caso che l'ultima assemblea nazionale del PD si sia svolta nel varesotto (a Busto Arsizio l'8 e 9 ottobre scorsi).
E se ci addentriamo tra le cose che si sono dette in quella assise si può certamente notare che certi esponenti del PD locale vanno a braccetto con la Lega Nord. Queste le parole che pronunciò Tosi, Segretario provinciale del PD: "Il PD ha il compito di recuperare il rapporto con il Nord dinamico e produttivo a partire dagli argomenti che devono entrare nell'agenda della politica. Bene quindi che si parli di riforma fiscale, di autonomie locali e di federalismo, di infrastrutture, piccole e medie imprese, di agricoltura, senza dimenticare temi scottanti come la scuola e l'immigrazione". Che il PD a livello nazionale appoggi il federalismo e che il suo Segretario nazionale, Bersani, abbia concesso un'intervista alla "Padania" (nella quale porgeva una mano a fare il "federalismo vero") sono fatti che noi crediamo siano frutto dell'opera di inciucio fatta anche dai dirigenti locali del PD.
È bene che il proletariato e le masse popolari varesine non si facciano fregare da chi li vorrebbe legare a questo sistema in evidente stato di crisi!

La nostra proposta elettorale
Il PMLI a Varese propone :
1. Dare la priorità al risanamento delle periferie urbane e dei quartieri popolari.
2. Il diritto alla casa per tutti con un piano del Comune mirato a soddisfare il fabbisogno abitativo attraverso il riuso e il risanamento di vecchi edifici, l'utilizzo delle case sfitte e la costruzione di nuove case popolari con affitti accessibili a tutti, immigrati e Rom compresi.
3. Il divieto degli sfratti fino a che non sia offerta un'adeguata abitazione alternativa, specie per gli anziani e le famiglie a basso reddito.
4. Il lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati, i precari e i lavoratori.
5. L'assunzione di nuovo personale a tempo indeterminato nella pubblica amministrazione cittadina per reintegrare il turn-over.
6. Il diritto alla salute gratuito ed universale per tutti.
7. Potenziare dove già presenti o realizzare un numero sufficiente di distretti sanitari, consultori e centri socio-sanitari, di ambulatori pubblici polispecialisti, di servizi di guardia e di continuità assistenziale, di servizi capillari di assistenza domiciliare per gli anziani e i disabili non autosufficienti, di presidi medico-preventivi sul territorio e nei luoghi di lavoro e studio.
8. Socializzare la vita nei quartieri della città attraverso la costruzione e il finanziamento pubblico di centri sociali e di servizi, luoghi di ritrovo e di attività associativa, culturale, ricreativa e sportiva autogestiti dalla popolazione interessata.
9. La scuola e l'università pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti. Il Comune deve dotare le scuole di biblioteche, sale di lettura e strutture attrezzate gratuite al servizio degli studenti per attività informatiche; installare mense scolastiche gratuite con cibo di qualità.
10. Il divieto da parte del Comune di rilasciare concessioni edilizie per insediamenti abitativi in vicinanza di elettrodotti.
11. Tutelare l'ambiente con la costruzione di parchi pubblici e la limitazione del traffico urbano.
12. Riconvertire buona parte dei parcheggi comunali a pagamento, in parcheggi gratuiti.
13. Potenziare gli orari, le frequenze, le linee e le vetture dei bus per fronteggiare adeguatamente le esigenze di mobilità e collegare le zone periferiche tra di loro e con il centro città.
14. Trasporti pubblici urbani ed extraurbani su gomma e su rotaia gratuiti per i disabili, i pensionati poveri, i disoccupati e per spostamenti di lavoro e di studio.
15. L'obbligo del Comune di costruire per i nomadi in sosta temporanea, strutture di soggiorno in muratura attrezzate di servizi, e per l'assistenza sanitaria, per la raccolta di rifiuti, e collegate con i mezzi di trasporto pubblici. Per gli stanziali l'obbligo di fare piani di inserimento nella vita sociale, lavorativa e scolastica nel territorio di competenza.

Noi invitiamo le elettrici e gli elettori varesini a non votare i partiti che sostengono apertamente, o di fatto, il capitalismo e ad astenersi disertando le urne oppure annullando la scheda o lasciandola in bianco.
Votate l'unico partito italiano anticapitalista, il PMLI, astenendovi!
Votate il PMLI, astenendovi, per spingere in avanti la lotta di classe per abbattere il governo del neoduce Berlusconi!
Votate il PMLI, astenendovi, per esprimere il vostro appoggio alla lotta per l'Italia unita, rossa e socialista!
Votate il PMLI, astenendovi, per delegittimare le istituzioni rappresentative borghesi!
Create le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo costituite dalle Assemblee popolari e dai Comitati popolari basati sulla democrazia diretta!
Partito marxista-leninista italiano
Comitato lombardo

17 aprile 2011