Contro la legge fascista, oscurantista, antiscientifica e antifemminile sulla fecondazione assistita vota ai referendum
4 SI'

  • Per la fecondazione artificiale anche eterologa senza limitazione riguardo alla condizione civile, al sesso e all'età

  • Per salvaguardare i diritti civili, sociali e alla salute delle donne

  • Per la libertà di ricerca scientifica sugli embrioni e la clonazione umana almeno terapeutica

  • Per una scienza al servizio del popolo e libera dai dogmi della Chiesa cattolica

  • Per una sanità pubblica, universale e gratuita, gestita con la partecipazione diretta dei lavoratori e delle masse popolari

Il 12 e 13 giugno le elettrici e gli elettori sono chiamati ad esprimersi su quattro referendum che riguardano alcuni articoli della legge n. 40 del 19 febbraio 2004 sulle "Norme in materia di procreazione medicalmente assistita".
Si tratta di una legge fascista, antiscientifica, oscurantista e antifemminile, la più arretrata esistente in Europa su questa materia, voluta e imposta caparbiamente dalla destra politica e cattolica italiana, presente trasversalmente in parlamento, e dal Vaticano in prima persona per imporre allo Stato italiano la morale, l'etica e i dogmi oscurantisti della dottrina cattolica in tema di scienza, famiglia e sessualità. Un'intollerabile ingerenza negli affari interni italiani da parte del Vaticano e della Chiesa cattolica che prosegue oggi con l'invito della Conferenza episcopale italiana (CEI) ai cattolici ad astenersi ai referendum per far mancare il quorum necessario a renderli validi. Ciò dimostra quanto è alta la posta in gioco.
Questa legge infatti per la prima volta al mondo riconosce e sancisce giuridicamente il dogma cattolico secondo cui "l'embrione è una persona" con pari diritti e dignità della madre e dei già nati. Inoltre, questa legge vieta la fecondazione assistita eterologa (con donatori esterni alla coppia) e alle coppie gay e ai single; vieta il ricorso alle tecniche di fecondazione assistita alle coppie fertili ma portatrici di malattie genetiche o infettive che potrebbero avere così figli sani; lede gravemente la salute delle donne e dei bambini costringendo i medici a produrre un massimo di tre embrioni per volta e a impiantarli nell'utero materno in un'unica e contemporanea soluzione; vieta la diagnosi pre-impianto degli embrioni e la possibilità di revoca della volontà delle donne all'impianto dopo la fecondazione anche in presenza di embrioni malati e malformati; vieta la produzione di embrioni e la clonazione umana anche a fini terapeutici e l'utilizzo a scopo di ricerca degli embrioni già congelati e destinati alla distruzione; lascia la fecondazione assistita e la ricerca scientifica in balia della speculazione privata.
La Chiesa cattolica non può ammettere la fecondazione artificiale in generale, compresa quella "omologa" (cioè fra gameti di una coppia sposata o convivente), che scardina il fondamentale dogma della "creazione divina" secondo cui dio, ossia un essere considerato trascendente e superiore all'essere umano, è il padrone della vita e della morte e le donne e gli uomini, una volta ricevuti i "sacramenti sponsali", possono solo collaborare al "mistero della vita" attraverso l'esercizio di una sessualità in-scindibile dalla "procreazione".
Secondo questa concezione le donne e gli uomini non sono padroni di decidere se avere o non avere figli, quando averli e come averli, anche ricorrendo all'assistenza medica.
Tanto meno può però ammettere la fecondazione artificiale "eterologa" o fra coppie di uguale sesso che scardinerebbe tutta la concezione cattolica della famiglia, fondata sul "patto sponsale", la fedeltà coniugale, la "procreazione" naturale e non controllata.
In nessun caso la Chiesa può ammettere che la riproduzione della specie umana possa avvenire con l'intervento diretto e secondo l'arbitrio dell'uomo, che essa possa avvenire anche al di fuori del matrimonio e dello stesso corpo umano, che si possa scindere l'atto fecondativo, dalla gravidanza e dal parto, la sessualità dalla riproduzione, anche se ciò è finalizzato a salvaguardare la salute e il benessere delle masse, a debellare malattie e sofferenze, a soddisfare un legittimo diritto alla riproduzione.
Ecco perché una legge che doveva semplicemente regolamentare l'uso delle tecniche di riproduzione assistita che erano in balia della speculazione privata, riconoscere il diritto di usufruire di tali tecniche gratuitamente nelle strutture pubbliche e salvaguardare la salute delle donne e dei nascituri, è divenuta al contrario uno strumento per sancire giuridicamente ciò che di più retrogrado e oscurantista la Chiesa cattolica va dettando in materia di vita umana, riproduzione, sessualità e famiglia. è proprio come se si fosse tornati al Medioevo.
Noi marxisti-leninisti pur rimanendo convinti che la legge sulla fecondazione assistita vada completamente cancellata, riteniamo che oggi sia necessario cogliere l'occasione dei referendum di abrogazione parziale al fine di eliminare da essa almeno le parti più macroscopicamente fasciste, oscurantiste e disumane.
Siamo convinti che questa posizione riflette la volontà e l'opinione della maggioranza del nostro popolo, ivi comprese le masse cattoliche che già in passato, per la legge sul divorzio e quella sull'aborto, hanno dimostrato di tenere alla loro libertà di coscienza riconosciuta dallo stesso Concilio vaticano II e di rifiutare uno Stato confessionale. Ci confermano e ci confortano in questa convinzione le numerose prese di posizione di scienziati, medici cattolici ed anche semplici credenti che hanno rifiutato l'impostazione retrograda, integralista e antiscientifica della crociata contro i referendum.
A questo proposito vogliamo ricordare che solo qualche giorno fa le Comunità cristiane di base hanno rivendicato con un ordine del giorno la loro libertà di coscienza e stigmatizzato l'invito all'astensione delle alte gerarchie ecclesiastiche proponendo ai credenti di orientarsi viceversa per il Sì. Anche la Federazione delle Chiese valdesi in Italia considera la legge 40 sulla fecondazione assistita "un'aperta violazione dei diritti alla salute e alla libertà delle persone" e contesta alla CEI la pretesa di rappresentare tutto il mondo cristiano e addirittura dei credenti.

I QUATTRO REFERENDUM
Ecco perché il PMLI invita le elettrici e gli elettori a partecipare ai referendum e a votare 4 SI'.

Sulla salute della donna
Il primo referendum chiede l'abrogazione di parti degli articoli 1, 4, 5, 6, 13 e 14 della legge, riguardanti in particolare la difesa della salute della donna che da questa legge viene pesantemente compromessa sia sul piano fisico che psichico.
Col referendum si intende abolire in particolare il divieto di accesso alle tecniche di fecondazione assistita alle coppie fertili che attraverso la fecondazione naturale rischiano di trasmettere ai loro figli malattie genetiche ereditarie o infettive. Queste coppie attraverso la fecondazione artificiale potrebbero avere figli del tutto sani e invece vengono incredibilmente e brutalmente discriminate.
Il referendum intende inoltre abolire il divieto della diagnosi pre-impianto che consente di individuare gli embrioni sani ed evitare quindi l'impianto di embrioni malati o malformati e il conseguente ricorso a un ben più traumatico aborto terapeutico.
A tal fine il referendum si prefigge anche di eliminare il divieto di revoca, a cui è soggetta la donna, del proprio consenso una volta che l'ovulo è stato fecondato, nonché l'obbligo, a cui è soggetto il medico, a impiantare nell'utero materno tutti gli embrioni prodotti, anche se malformati.
Queste norme violano evidentemente il diritto alla salute delle donne e il loro diritto a rifiutare un trattamento medico non voluto costringendole a una gravidanza non più desiderata e a un successivo aborto. Le donne vengono così trattate alla stregua di incubatrici, di meri contenitori biologici, prive di diritti e di libertà di scelta sulla propria riproduzione. D'altra parte si nega la possibilità concreta, che è frutto dei maggiori progressi della medicina negli ultimi anni, di ridurre drasticamente il grave peso umano e sociale di 30 mila bambini che ogni anno nascono in Italia con gravi malformazioni.
Un peso che peraltro ricade per intero sulle spalle delle famiglie e delle donne all'interno di esse.
Il referendum si propone anche di abolire il divieto di congelare gli embrioni prodotti con le tecniche della fecondazione assistita. Attualmente tale divieto obbliga le donne in caso di insuccesso a sottoporsi a ripetute operazioni di prelievo di ovuli e, ogni volta, a pesanti bombardamenti ormonali con grave danno per la loro salute.
Ugualmente si intende abolire l'obbligo di produrre un massimo di tre embrioni da trasferire con un unico e contemporaneo impianto nell'utero materno. Tutto ciò non solo lede il diritto delle donne alla salute, ma anche l'autonomia dei medici nelle scelte terapeutiche. Non si può infatti imporre per legge scelte terapeutiche che solo il medico e la donna possono valutare e decidere in base alle singole storie, età, condizioni psico-fisiche.

Sull'equiparazione dei diritti del "concepito" a quelli della donna e dei già nati
Questo referendum si propone di abolire oltre alle parti già oggetto del 1° referendum, anche l'intero articolo 1 che "assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito". Così il "concepito" (classico termine cattolico che richiama l'"immacolata concezione") viene ad assumere un proprio stato giuridico, indipendente e pari (a meno che non si faccia addirittura valere il principio del "soggetto più debole") a quello della donna e di ogni persona già nata. Per "concepito" peraltro si intende l'ovulo appena fecondato, ancor prima che si formi l'embrione.
Questo articolo, oltre a far proprio e a riconoscere per legge per la prima volta al mondo il dogma cattolico secondo cui l'ovulo fecondato è già una persona, è la premessa per impedire la ricerca e la sperimentazione scientifica sugli embrioni e la clonazione umana anche a fini terapeutici ancor prima dei 15 giorni (ossia prima che appaiano i primi germi del sistema nervoso) che rappresenta il limite che alcuni Paesi hanno assunto dopodiché scatta il divieto di ricerca.
Inoltre, questa norma è di fatto la premessa per la modifica dell'articolo 1 del codice civile - che riconosce lo stato giuridico di persona, con tutti i diritti che ne derivano, solo a coloro che sono già nati - come da tempo rivendica il nero "Movimento per la vita". Se fosse introdotta tale modifica, per esempio potrebbe essere cancellata la legge 194 sull'aborto da una semplice sentenza della Corte costituzionale perché se il "concepito" è una "persona" va da sé che l'aborto debba essere considerato un omicidio.

Sulla libertà di ricerca scientifica
Il terzo referendum chiede di abrogare alcune norme contenute negli articoli 12, 13 e 14. Queste norme vietano l'utilizzo degli embrioni a fini di ricerca e terapeutici e la loro crioconservazione. Il divieto non si limita alla produzione di nuovi embrioni, ma anche all'utilizzo di quelli già esistenti e attualmente congelati che a causa di questa legge sono destinati ad essere soppressi e gettati via, quando già basterebbero per assicurare diversi anni di ricerche.
Si tratta di una norma assurda, retrograda e disumana che non ha alcuna giustificazione. Si vuole impedire ai ricercatori di sviluppare la ricerca sulle cellule staminali embrionali che rappresentano una concreta speranza per curare gravi malattie, da quelle degenerative come quelle cardiovascolari e autoimmuni, il diabete, l'osteoporosi, il morbo di Parkinson e di Alzheimer, a quelle tumorali. Malattie che si calcola affliggono circa 12 milioni di persone solo nel nostro Paese.
Le cellule staminali sono cellule che, debitamente orientate, sono capaci di moltiplicarsi e originare vari tipi di cellule diverse, attraverso un processo denominato "differenziamento". Nelle fasi iniziali le cellule staminali situate nell'embrione sono diverse da tutti i tipi di cellule esistenti nell'organismo, ossia da quelle celebrali, ossee, cardiache, muscolari, ecc. Con il loro trapianto nell'organo malato gli scienziati ritengono di avere possibilità concrete di riparare i tessuti danneggiati. Cellule staminali cosiddette adulte sono state individuate anche nell'individuo già nato e sono ugualmente oggetto di studi e sperimentazione, ma la loro equivalenza con le cellule staminali embrionali non è scientificamente provata e tutt'altro che probabile.

Sulla fecondazione eterologa
Il quarto e ultimo referendum si propone di abrogare quelle norme degli articoli 4, 9 e 12 che vietano la cosiddetta fecondazione "eterologa". Si tratta di una definizione convenzionale e non scientifica non priva di un giudizio etico negativo, dal momento che per eterologa in biologia si intende l'incrocio fra specie diverse, mentre nel caso della fecondazione assistita si intende quella che avviene con l'utilizzo di gameti (ovociti o spermatozoi) di donatori esterni alla coppia.
La vigente legge ammette solo la fecondazione artificiale omologa, cioè con l'uso di gameti di una coppia sposata o almeno convivente stabilmente. Ciò impedisce a una coppia che presenta gravi patologie di sterilità di accedere a tale tecnica o la costringe, nel caso ne abbia i mezzi economici per farlo, a trasferirsi all'estero dove in genere questo tipo di pratica è ammessa.
Peraltro la fecondazione artificiale in utero o in vitro attraverso l'utilizzo di gameti di un donatore o di una donatrice è la più semplice e antica, almeno per quanto riguarda i casi di sterilità maschile. La tesi che ogni bambino ha diritto a una paternità o a una maternità certa, sostenuta anche per giustificare il divieto alla maternità surrogata sia pure senza scopi di lucro, risulta quanto mai ipocrita e assurda. Come se la maternità e la paternità scelta attraverso la fecondazione assistita o l'adozione avessero una minore dignità di quella naturale.
La verità è che con questa norma si vuole soprattutto preservare la concezione cattolica della famiglia fondata sul "patto sponsale" e la fedeltà coniugale.

DUE CONCEZIONI CONTRAPPOSTE
E' per noi scontato che sulla questione della fecondazione assistita, come su ogni altra questione, si scontrano due concezioni diametralmente opposte e appartenenti a interessi di classe inconciliabili. Da una parte la concezione idealista e metafisica del mondo, della vita e della famiglia e dall'altra quella materialistica dialettica e scientifica, da una parte c'è quella borghese, sia nella sua variante cattolica che in quella "liberale", e dall'altra c'è quella proletaria.
La posizione dei marxisti-leninisti italiani sulla fecondazione assistita è diametralmente opposta sia a quella confessionale e dogmatica della Chiesa e della maggioranza del parlamento, sia a quella di stampo liberale a cui nella sostanza si rifanno le forze politiche, della destra come della "sinistra" borghese, che blandamente e solo parzialmente vi si oppongono.
Noi non vogliamo certo imporre la nostra visione del mondo ai cattolici che devono essere liberi di adottare i comportamenti dettati dalla loro coscienza, ideologia, credenza religiosa, ma possiamo però pretendere che la dottrina, l'etica e la morale cattoliche, peraltro nella loro accezione più oscurantista e retrograda, non vengano imposte per legge a tutti, credenti e non. Non si può pretendere che venga affidato alla Chiesa cattolica il potere di discernere il "bene" dal "male", il "morale" dall'"immorale", l'"umano" dal "disumano" in virtù di un potere assoluto e soprannaturale sull'essere umano e la natura. Un potere che fra l'altro viene sempre più messo in discussione dagli stessi cattolici progressisti e democratici che rivendicano la loro libertà di scelta. Già in passato la Chiesa cattolica si è arrogata il diritto di dettare leggi assolute, pur dando prova poi di incoerenza e di fallibilità. Basti pensare all'Inquisizione, o all'iniziale rifiuto della Chiesa nei confronti del trapianto di organi. E ciò vale anche a proposito del dogma sull'inizio della vita umana.

L'INIZIO DELLA VITA UMANA
Che la vita umana inizi fin dalla fecondazione è un dogma e non certo una verità provata. Non è infatti dimostrato scientificamente, né lo potrà mai essere, quando inizia realmente la vita umana. La dottrina cattolica definisce vita umana l'unità dello spirito e del corpo, tuttavia mai potrà portare prove scientifiche dell'esistenza dell'"anima" nell'embrione e nel feto dal momento che tale esistenza è un puro atto di fede.
Noi non siamo affatto d'accordo che la vita umana inizi all'atto della fecondazione. La fecondazione è semplicemente l'inizio della vita biologica di un nuovo organismo, ma siamo ancora lontani da un vero e proprio embrione umano e ancor di più da un vero e proprio essere umano.
Da materialisti noi consideriamo l'uomo essenzialmente un essere sociale, un essere cioè in grado di instaurare autonomamente determinati rapporti sociali, più o meno mediati, più o meno elementari in base all'età, alle sue effettive capacità e alle condizioni specifiche. Per noi la vita umana inizia con la nascita poiché è con questo atto che l'essere vivente compie un salto di qualità fondamentale e determinante che lo distingue da ogni altro essere. è insomma nascendo che si laurea essere umano e acquisisce, almeno sulla carta, pari diritti e dignità delle altre persone.
Noi non neghiamo che l'essere umano è il prodotto di un processo dialettico messo in moto già all'atto della fecondazione, che procede attraverso una serie ininterrotta di salti quantitativi e qualitativi, fino a raggiungere la capacità di vita autonoma e di relazione fuori dall'utero materno. Ma non possiamo accettare assolutamente l'idea metafisica che quel che potenzialmente può divenire una persona è già tale e ha gli stessi diritti di chi è già nato.
Appare tanto più ipocrita la presunta "difesa della vita" da parte dei sostenitori dei diritti del "concepito", dal momento che tale "vita" contrasta con la vita e la salute di milioni e milioni di bambini, donne e uomini già nati e affetti da gravi malattie che hanno diritto ad essere curati ricorrendo a tutto ciò che la scienza, la medicina e la tecnica possono mettere a loro disposizione.
Siamo convinti che questa disumana posizione della Chiesa cattolica non risponda affatto ai sentimenti e alle aspirazioni della gran parte dei cattolici e dei credenti.

LA CLONAZIONE UMANA
Vogliamo qui esporre anche la nostra posizione sulla clonazione umana, pur essendo questo un tema di cui i referendum non si occupano.
Noi siamo favorevoli alla ricerca sulla clonazione umana sia terapeutica sia riproduttiva. Siamo consapevoli che questa posizione è attualmente minoritaria nel nostro Paese e nel mondo intero, tuttavia non vogliamo esimerci dall'esprimere il nostro punto di vista materialistico dialettico su questa importante questione certi che, come su tante altre questioni, lo sviluppo della ricerca scientifica e il progresso delle coscienze porterà alle nostre stesse conclusioni.
Siamo certamente favorevoli, come peraltro sostiene la maggioranza del mondo scientifico e buona parte dell'opinione pubblica mondiale, alla clonazione umana cosiddetta terapeutica. In verità la clonazione terapeutica si distingue da quella cosiddetta riproduttiva più per i fini che i mezzi della sua realizzazione. Per clonazione riproduttiva si intende l'insieme delle tecniche che portano alla produzione di un nuovo individuo partendo dal nucleo di una cellula di adulto. L'organismo così ottenuto sarà geneticamente identico all'individuo da cui la cellula è stata tratta. Un po' ciò che succede ai gemelli omozigoti. Nella clonazione terapeutica, invece, l'embrione prodotto non viene trasferito in utero ma coltivato in provetta per qualche giorno fino allo stadio di blastocisti, poi l'embrione viene dissolto e da esso si ottengono le cellule staminali embrionali. Cellule che, provenendo dallo stesso individuo in cui verranno trapiantate, non presentano alcun rischio di rigetto. Sono evidenti i grandi vantaggi per la medicina e la terapia di gravi e invalidanti malattie.
Noi crediamo però che non si possa essere contrari in via di principio nemmeno alla clonazione riproduttiva. Al momento non è sicuro e comprovato che tale via possa essere praticata concretamente e soprattutto che abbia le caratteristiche di efficacia e sicurezza necessarie. Del resto nessuno avanza l'idea o la necessità di far nascere individui clonati. Ciò non ci sembra però un buon motivo per negare la ricerca scientifica anche in questo campo.
Libertà di ricerca non significa affatto libertà assoluta nell'applicazione delle scoperte che sono state raggiunte. Significa semplicemente acquisire nuove conoscenze, esplorare fino in fondo le potenzialità e le risorse che la ricerca nel campo della clonazione umana può apportare alla salute e al benessere collettivo, non precludersi alcuna soluzione a problemi che già esistono o che possono presentarsi nel futuro per la sopravvivenza e la riproduzione della specie umana e che non si possono a priori prevedere o escludere.
La ricerca e la sperimentazione scientifica sono un fattore determinante dell'incessante progresso dell'umanità, parte integrante di quello sviluppo costante dal regno della necessità al regno della libertà che caratterizza la storia dell'umanità. In nessun caso può essere accettato che la ricerca scientifica sia incatenata al dogmatismo e alla metafisica.
Siamo consapevoli che in questo campo c'è il rischio non solo di manipolazioni e di usi impropri e non leciti, ma anche di speculazioni da parte del mercato capitalistico.
Ogni progresso scientifico può rappresentare in regime capitalistico e imperialistico, dove la legge suprema è quella del massimo profitto e del dominio del più forte sul più debole, un pericolo per il proletariato e le masse popolari e può essere oggetto di speculazioni economiche e strumento di oppressione. Questo non è tuttavia un motivo sufficiente per impedire la ricerca e la sperimentazione scientifica in questo campo. Anche il raggio laser viene utilizzato in campo militare dagli imperialisti per annientare, aggredire e opprimere altri popoli, ma nessuno può mettere in dubbio i vantaggi che la sua scoperta ha procurato nei campi della chirurgia e della diagnostica.
La soluzione non sta nel fermare il progresso scientifico, ma nel lottare per imporre per quanto è possibile alla classe dominante borghese un uso non nocivo della ricerca scientifica nella prospettiva di porla completamente al servizio dell'umanità una volta che il potere politico sarà saldamente in mano alla classe operaia.
Non va in questa direzione la messa al bando della ricerca sulla clonazione umana. Anche perché tale ricerca andrà avanti più o meno ufficialmente nei paesi dove sarà ammessa o clandestinamente dove è vietata, spinta da interessi privati delle potenti industrie farmaceutiche. Col che sarà preclusa ogni possibilità di dibattere e influenzare le modalità con cui procede questa ricerca, le regole che ne determinano efficacia e sicurezza nonché controllare l'applicazione delle scoperte. Al contrario la ricerca sulla clonazione umana, proprio per la delicatezza della materia, dovrebbe essere appannaggio esclusivo della ricerca scientifica pubblica adeguatamente sostenuta e finanziata, svincolata quindi dai capitali privati speculativi della borsa e multinazionali. Dovrebbe essere inoltre vietata la brevettabilità delle scoperte genetiche di qualsiasi tipo e il loro uso a scopo di lucro.

VOTARE 4 SI'
Noi marxisti-leninisti continueremo a batterci per far affermare la nostra concezione proletaria rivoluzionaria del mondo, della vita, della famiglia, della sessualità e della scienza. Così come continueremo a batterci per la nostra piattaforma politica sul tema della fecondazione assistita ossia: per la fecondazione artificiale anche eterologa senza limitazione riguardo alla condizione civile, al sesso e all'età; per salvaguardare i diritti civili, sociali e alla salute delle donne; per la libertà di ricerca scientifica sugli embrioni e la clonazione umana almeno terapeutica; per una scienza al servizio del popolo e libera dai dogmi della Chiesa cattolica; per una sanità pubblica, universale e gratuita, gestita con la partecipazione diretta dei lavoratori e delle masse popolari.
Siamo comunque disponibili a fare fronte unito con tutti coloro che in questa battaglia referendaria, pur non condividendo in tutto o in parte la nostra visione, sono decisi a dare un segnale forte che affermi e proclami la sacrosanta aspirazione del nostro popolo al progresso scientifico e sociale, a una concezione democratica e non retriva e oscurantista in materia di famiglia e di sessualità, a una giurisdizione libera dal condizionamento della morale e dell'etica cattoliche, a uno Stato non confessionale, alla riaffermazione dei diritti inalienabili e universali alla salute soprattutto delle donne.
Per noi votare 4 SI' sarà anche un modo per infliggere un duro colpo al governo del neoduce Berlusconi che con la legge sulla fecondazione assistita ha rilanciato la triade del ventennio mussoliniano "Dio, patria e famiglia" già presente in tutta la sua politica interna, sociale ed estera, e piegato il nostro Paese al diktat vaticano.
Per noi votare 4 SI' ai quattro referendum sulla fecondazione assistita rientra nella nostra più generale battaglia per l'Italia unita, rossa e socialista.
Coi maestri vinceremo!
L'Ufficio politico del PMLI
Firenze, 6 maggio 2005