Pakistan
I droni Usa hanno ucciso 147 civili di cui 94 bambini

La "strategia contro il terrorismo" di Obama è imperniata sull'impiego delle forze speciali e sui droni, gli aerei senza pilota largamente impiegati in Afghanistan e responsabili di una serie di massacri di civili. Questi strumenti della "guerra sporca" contro il terrorismo furono messi in campo dall'amministrazione Bush e sono stati potenziati da Obama per combattere a distanza anche contro i talebani in Pakistan.
Non potendone negare l'impiego, il Pentagono finora negava o al massimo definiva un errore l'uccisione di civili coi droni nel paese alleato. Per la prima volta un documento classificato e pubblicato il 23 luglio su Internet racconta una storia diversa, forse non tutta la verità, ma se non altro mette in evidenza un lato della guerra ai talebani tenuto finora rigidamente segreto: la guerra dei droni in Pakistan ha ucciso 746 persone in 75 azioni tra il 2006 e il 2009. 147 sono civili, uno ogni cinque presunti guerriglieri, di cui 94 bambini.
Il documento precisa anche che in cinque casi si tratterebbe di operazioni della Nato, nel resto di raid decisi e approvati dalla Casa Bianca. Che questa volta le autorità americane non hanno potuto negare.
Il documento riservato intitolato Details of Attacks by Nato Forces/Predators in FATA è stato elaborato dall'ufficio locale della capitale del Waziristan del Sud, Wana, del "Political Agent", un ente che funziona come catena di collegamento tra il governo centrale di Islamabad e quelle periferiche come le sette aree tribali (Fata) al confine con l'Afghanistan che godono di larga autonomia. Le fonti dell'ufficio sono i locali agenti statali, gli agenti della polizia tribale e i confidenti nei vari villaggi. Il documento è arrivato da diverse fonti al Bureau of investigative Journalism che lo ha pubblicato sul web rendendo di pubblico dominio un capitolo tenuto rigorosamente segreto da Usa e Pakistan. Neanche il parlamento di Islamabad ha mai ricevuto informazioni ufficiali sul numero delle vittime civili nel paese a opera dei droni americani o ha preferito non saperle nonostante che più di una volta ci siano state denunce e proteste delle popolazioni di località colpite. La "guerra sporca" anche in questo caso ha portato i responsabili imperialisti a tentare di nascondere la polvere sotto il tappeto. La pubblicazione del rapporto riservato lo ha sollevato e il primo documento ufficiale sulla vicenda conferma quanto noto e quanto denunciato in base a informazioni raccolte soprattutto dalla stampa.
Il Pentagono quando non poteva negare l'uccisione di civili nel corso di azioni coi droni tendeva a minimizzare le cifre e a fornire solo in via ufficiosa dati come quello di appena 50 gli innocenti uccisi dai raid su un totale di 2 mila morti come rivelò un informatore al New York Times nel 2011.
Altri rapporti parziali come quello dell'inviato delle Nazioni unite pubblicato nel marzo scorso censivano almeno 330 raid americani dal 2004 che avevano causato la morte di circa 2.200 persone, tra le quali un numero variabile tra 400 e 600 di vittime civili, e oltre 600 persone avevano riportato gravi ferite. Non molto discoste le cifre fornite dal procuratore generale dell'Alta corte di Peshawar che investito dall'esame di una causa civile promossa dalla "Foundation for Fundamental Rights" contro la Cia ha registrato nella sentenza dell'11 aprile scorso che nel Nord Waziristan tra il 2007 e il 2012 sono stati uccisi 896 civili mentre quelli nel Waziristan del Sud sono stati 533 morti civili. Numeri di difficile valutazione e riscontro ma in ogni caso confermati quantomeno come ordine di grandezza dal documento riservato di Wana che hanno portato alle prime parziali ammissioni delle autorità americane.

16 ottobre 2013