I DS tifano per il "caccia invisibile" di guerra
Il Joint Strike Fighter sarà costruito a Cameri, provincia di Novara, per conto degli americani

Rischia di essere tutta farina dei DS e dei governi di "centro-sinistra" la decisione di dotare l'imperialismo italiano dei micidiali "caccia invisibili" ossia, i famigerati F35 (Joint Strike Fighter), i caccia di nuova generazione in grado di portare anche ordigni atomici, progettati e prodotti da un consorzio internazionale guidato dagli Usa e dalla Gran Bretagna e che vede l'Italia al terzo posto come impegno finanziario e industriale: come costruttore, visto che il Jsf sarà assemblato a Cameri in provincia di Novara e come acquirente, visto che ne ha prenotati 131 da destinare all'Aeronautica militare e alla Marina per la nuova portaerei Cavour (22).
Non solo la firma del primo memorandum con gli Usa per l'avvio del progetto per la costruzione del cosiddetto cacciabombardiere "del futuro" è stato firmato nel 1998 durante il governo guidato dal ministro degli Esteri D'Alema, e che poi nel 2002 il governo Berlusconi non ha fatto altro che confermare. Ma è col governo Prodi che si è arrivati alla firma definitiva (vedi Il Bolscevico n. 7/2007) e nei dirigenti diessini ha i più accesi ultrà. Come il sottosegretario alla Difesa, il diessino Giovanni Forcieri, che da quando è tornato dagli Usa dopo aver firmato quasi in gran segreto l'accordo con Washington, non cessa di tessere sperticate lodi definendolo "il grande affare per l'Italia", in termini di commesse e che "rappresenta una vittoria del sistema Paese". Un progetto che "a regime" creerà, sempre secondo Forcieri, "10 mila posti di lavoro sul territorio italiano, ma il numero potrebbe crescere ulteriormente se Cameri verrà scelta anche come sede logistica per i nuovi aerei".
Ora agli ultrà dei tifosi del Jsf si è iscritto anche il presidente della Provincia di Novara, Sergio Vedovato, altro diessino, e il sindaco di Cameri, Maria Luisa Crespi, un'indipendente vicina ai DS, che sposano la tesi di Forcieri e del governo Prodi che il supercaccia è un treno da non perdere per il rilancio occupazionale della zona, che attualmente sta vivendo una grave crisi del settore tessile. E addirittura Vedovato cerca di nobilitare l'operazione, che gronda di militarismo guerrafondaio da ogni aspetto la si guardi, sostenendo che "l'operazione di Cameri" "riguarda l'efficienza delle forze armate italiane che ha molto poco a che vedere con Vicenza", glissando alla grande, ovviamente, sul fatto che se si rispettasse l'articolo 11 della Costituzione, l'Italia dei supercaccia invisibili non saprebbe cosa farsene. E per di più ignorando le proteste contro la produzione di ulteriori strumenti di guerra che si sono levate a Cameri e nella provincia, sia da parte del movimento contro la guerra imperialista sia da settori del mondo cattolico.
Ma Vedovato e Crespi si guardano bene anche dal dire che, anche se si guardasse solo il lato occupazionale, le cifre in nuovi posti di lavoro sparate da Forcieri, si sono già sgonfiate abbondantemente e che i posti reali, a Cameri, sarebbero al massimo duecento, più forse altri ottocento nell'indotto. Per di più di manodopera superspecialistica, che non può certo riassorbire quella espulsa dal tessile.
Il fatto è che i diessini locali, né più e né meno di come ha fatto il sindaco berlusconiano di Vicenza, hanno già scelto da che parte stare: ossia da quella che tiene bordone all'imperialismo italiano e americano. Poco importa se il primo punto del programma elettorale della coalizione di "centro-sinistra" che strappò alla destra la provincia di Novara era proprio la pace. La coerenza politica non è una dote dei politicanti della destra come della "sinistra" del regime neofascista e le promesse elettorali ormai sono fatte apposta per farne carta straccia una volta carpito il voto dell'elettorato.

4 aprile 2007