I leader dei due poli con le relative armate di politici, tirapiedi e
portaborse in questi giorni hanno dato l'assalto elettorale alla Sicilia.
Rutelli è stato nella provincia di Agrigento mentre i suoi compari hanno
pensato bene di sfruttare elettoralmente le commemorazioni di assassinii di
comunisti e le stragi di lavoratori che ricorrono in questi giorni in Sicilia.
Violante insieme al DS Garraffa, presidente del consiglio comunale di Palermo
era intento a commemorare l'assassinio del segretario regionale del PCI La
Torre, mentre il loro candidato alla presidenza della regione il reazionario
cattolico anticomunista ed antiproletario Leoluca Orlando era impegnato a farsi
fotografare accanto ai lavoratori in corteo per ricordare la strage di Portella
della Ginestra. Mentre questa "sinistra'' grazie ad un'operazione politica
disonesta vorrebbe, per i suoi sporchi giochi elettorali, assimilare a sé la
memoria dei morti proletari nella lotta contro la mafia, sul passato della
destra c'è meno possibilità di confusione e tutti possono senza dubbio
affermare che essa non ha nella sua storia vittime di stragi mafiose, ma caso
mai solo mandanti.
E allora i neofascisti berlusconiani tentano di fare colpo sull'elettorato
sfoderando piuttosto i loro miliardi e il loro potere riuscendo ad organizzarsi
in due giorni una costosissima megariunione presso il palazzetto dello sport
allo Zen, il quartiere più disastrato di Palermo, dove la quasi totalità della
popolazione è senza lavoro e sotto la soglia minima di povertà. Tale scelta
suona arrogante considerato anche che il tema principale della riunione era
l'illustrazione di come saranno spesi 43.000 miliardi che, ufficialmente,
dovrebbero andare nella realizzazione di infrastrutture ma che in pratica
andranno solo a rimpinguare le tasche della borghesia mafiosa dell'Isola.
E quello della destra è stato un vero e proprio show: Cuffaro candidato alla
presidenza dell'Ars in testa assieme ai valletti di Berlusconi, Miccichè e La
Loggia che reggevano una grande mappa della Sicilia mentre il loro padrone
illustrava il programma di investimenti pubblici nell'Isola. E ci sarebbe molto
da dire su questo argomento a partire dal criminoso progetto del ponte sullo
Stretto che porterebbe secondo le generose stime del "cavaliere'' più di
10.000 miliardi nelle mani dei boss, distruggendo una delle poche zone che in
Italia ancora reggono all'inquinamento.
Abbiamo quindi avuto l'ennesimo saggio di quanto potranno essere disonesti e
pericolosi questi signori, sia di "sinistra'' che di destra, quando avranno
in mano le sorti del Mezzogiorno e dell'Italia intera.
Un altro breve commento va fatto circa l'arroganza con la quale i politici
borghesi si rivolgono ai proletari siciliani considerati da loro geneticamente
incapaci di migliorarsi, miserabili mafiosi disposti a svendersi, voto compreso,
per poche lire promesse. Solo la borghesia in Sicilia è geneticamente mafiosa e
ciò significa che tale resterà, senza possibilità di "redimersi'' fino
al suo abbattimento. E se strati di sottoproletariato sono obbligati nel campo
dell'intrallazzo mafioso ci vivono loro malgrado, in virtù del ricatto della
necessità e della violenza e comunque sono sempre e soltanto sfruttati.
Neanche la "sinistra'' vuole comprendere questa banale verità e dando per
scontato il teorema razzista dell'inferiorità di tutto il Sud si rivolge con
tracotanza ai proletari del Mezzogiorno sicura di intascarne il voto con
programmini inconsistenti e striminziti. Ma si sono mai chiesti questi signori
perché il tasso di astensionismo è sempre stato così alto in Sicilia e nel
Sud in genere? Se se lo chiedessero si risponderebbero in maniera arrogante che
il Sud è privo di "senso civico'' e farebbero finta di non comprendere che
l'astensionismo sta diventando sempre più scelta di lotta contro lo Stato
incapace di provvedere ai bisogni minimi dei proletari e delle masse. In Sicilia
ha fatto scalpore l'episodio di alcune famiglie di Gela, in provincia di
Agrigento, che rimaste senz'acqua per alcune settimane hanno dichiarato che
avrebbero rimandato indietro i certificati elettorali.
Intanto la "sinistra'' continua con la sua politica balorda, razzista ed
antiproletaria. Mussi e Violante si sono permessi di avanzare come proposta
risolutiva del problema della disoccupazione giovanile quella di dare un
capitale di quaranta milioni ad ogni neodiplomato, perché lo usi per entrare
nel mondo del lavoro. Ma questa pensata, a parte il fatto che è simile alle
tecniche di propaganda elettorale della mafia che, sfruttando l'estrema povertà
delle famiglie, promette in cambio della vittoria beni di prima necessità,
dalla pasta alle medicine, rivela l'estrema ignoranza dei candidati a guidare
l'Italia. Dobbiamo infatti supporre che Violante e Mussi non sappiano che la
stragrande maggioranza delle ragazze e dei ragazzi disoccupati o occupati in
nero in Sicilia non avendo i soldi per campare non ne ha neanche per arrivare al
diploma e moltissimi di loro non arrivano a concludere neanche la scuola
dell'obbligo. In conclusione una grossa fetta della popolazione giovanile
dell'Isola non potrebbe usufruire di questo provvedimento caritatevole. In ogni
caso non saranno i provvedimenti dello Stato borghese elemosiniere che hanno in
mente Rutelli e amici a risolvere i problemi del proletariato e delle masse del
Sud.
Una simpatizzante palermitana del PMLI