Alle elezioni politiche
La destra batte la "sinistra" borghese in Portogallo
Astensionismo record al 45,1%

Le elezioni politiche che si sono tenute in Portogallo il 5 giugno hanno segnato la vittoria dei partiti della destra su quelli della "sinistra" borghese, con la sconfitta in particolare del premier socialista José Socrates che si è immediatamente dimesso dalla direzione del partito. Elezioni che hanno visto la crescita dell'astensionismo che ha raggiunto la cifra record del 45,1% del corpo elettorale, oltre 4 milioni di elettori su poco più di 9 milioni; un dato composto da un 41,1% di elettori che hanno disertato le urne, con una crescita dell'1,6% rispetto le precedenti del 2009, dal 2,6% di schede nulle e dall'1,4% di schede bianche.
Il Partito Social Democratico (Psd) di centro-destra, guidato da Pedro Passos Coelho che guiderà il prossimo governo, ha ottenuto poco più di 2,14 milioni di voti pari al 38,6% sui voti validi e 105 seggi. Rispetto le elezioni del 2009 ha guadagnato quasi 10 punti percentuali, 500 mila voti e 27 seggi. L'altro partito di destra, il Cds-Pp di Paulo Portas, ha ottenuto 650 mila voti pari all'11,7% sui voti validi e 24 seggi; ha guadagnato 60 mila voti, l'1,3% e 3 seggi.
Di contro sul dato dei voti validi rispetto le elezioni del 2009, il Partito socialista del premier Socrates che con oltre 1,5 milioni di voti è arrivato al 28%, ha perso 8,5 punti in percentuale, pari a più di 500 mila voti, e 23 dei 96 seggi che aveva in parlamento. La coalizione tra il partito revisionista e gli ecologisti con 440 mila voti è arrivata al 7,94%, ha registrato un aumento dello 0,6% e guadagnato un seggio sui 15 che aveva ma solo per effetto della diminuzione dei voti validi; ha infatti perso quasi 6 mila voti. Tracollo del Blocco di sinistra che è passato dal 9,85 al 5,2% e ha dimezzato voti e seggi passati rispettivamente da 557 mila a 288 mila e da 16 a 8. Restano da aggiudicare i 4 seggi destinati ai deputati eletti all'estero.
Per la prima volta dalla fine della dittatura nel '74, i partiti della destra occupano la poltrona della presidenza della repubblica con Anibal Cavaco Silva e quella del capo del governo con Passos Coelho.
Il futuro premier portoghese nella sua prima dichiarazione dopo la vittoria elettorale ha tenuto a rassicurare i creditori del Portogallo, che col governo socialista uscente ha appena negoziato un piano di aiuti di 78 miliardi di euro con l'Unione europea (Ue) e il Fondo Monetario internazionale (Fmi) in cambio di un pesante programma di austerità e controriforme spalmate su tre anni: "faremo tutto il nostro possibile per onorare l'accordo stipulato tra lo Stato portoghese, l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale, per riconquistare la fiducia dei mercati", ha spiegato Passos Coelho.
Metterà in pratica con qualche modifica il piano di "lacrime e sangue" varato da Socrates con la Fiananziaria per il 2011, formato da tagli alla spesa pubblica e riduzione dei salari per ridurre il pesante deficit di bilancio. Quel piano che scaricava sui lavoratori e le masse popolari l'obiettivo di ridurre il deficit dal 9,3% del 2009, al 7,3% del 2010 fino al 4,6% per il 2011, attraverso l'aumento delle tasse, un taglio del 5% dei salari dei dipendenti pubblici, il congelamento delle pensioni, la cancellazione di investimenti e lavori pubblici e soprattutto di programmi e sussidi sociali. E contro il quale nel novembre scorso le due principali organizzazioni sindacali, la Cgtp e l'Ugt, avevano proclamato insieme, per la prima volta da oltre 20 anni, uno sciopero generale che aveva paralizzato il paese. Il premier Socrates aveva tirato dritto e il 5 giugno l'ha pagato caro.

15 giugno 2011