Astenuti al 42,8% (+6,0%) nelle regionali del Molise
Vince il governatore uscente Iorio (PDL) su Di Laura Frattura (ex PDL) candidato dal "centro-sinistra"
Caporetto PD che perde oltre un terzo dei voti. Disfatta PDL (-7,4%)

Con uno scarto di appena 1.500 voti, pari allo 0,79 per cento dei voti validi, il berlusconiano Michele Iorio (ex democristiano con un passato tra le file dei Popolari e dell'Ulivo) è stato eletto governatore del Molise per la terza volta consecutiva. Alle regionali del 16 e 17 ottobre ha sconfitto l'ex forzista Paolo Di Laura Frattura candidato dal "centro-sinistra" e già sostenitore dello stesso Iorio nelle precedenti due consigliature regionali.
Iorio, nonostante il suo pesante coinvolgimento in diverse inchieste giudiziarie (rifiiuti, nomine e fondi post terremoto) che lo vedono indagato fra l'altro di truffa aggravata, falso in bilancio e abuso d'ufficio insieme al figlio Luca e ad altri cinque assessori regionali in carica nel 2005, è stato appoggiato da Popolo della Libertà, Udc, Alleanza di Centro, Progetto Molise, Grande Sud, Molise Civile e Udeur e l'ha spuntata con 89.142 preferenze pari al 46,94% dei voti validi. Percentuali comunque molto distanti dai numeri trionfali del 2006 (oltre 112 mila preferenze) e del 2001 quando la sua coalizione di "centro-destra" ottenne 116.505 voti. Infatti, nonostante l'apporto dei 6 mila 332 voti ottenuti dall'Udeur (che 5 anni fa era schierato col "centro-sinistra) e il vergognoso voltafaccia di Fli (che ha scelto di sostenere Iorio nonostante i "mugugni" della base), la coalizione del "centro-destra" perde consensi sia rispetto alle precedenti regionali del 2006 che rispetto alle politiche del 2008.
A farne le spese è soprattutto il PDL che rispetto alle precedenti regionali perde quasi 24 mila voti pari al 7,4% degli aventi diritto e al 10% sui soli voti validi e passa dai 57 mila e 698 voti del 2006 agli attuali 33 mila 911. Un ridimensionamento che diventa una vera e propria disfatta se paragonato alle politiche del 2008 rispetto alle quali il PDL perde oltre 38 mila voti dei totali quasi 72 mila che aveva.
Di Laura Frattura, supportato da Pd, Sel, Idv, Federazione della sinistra, Socialisti italiani, Costruire Democrazia - Partecipazione Democratica, Alternativa, invece si è fermato a quota 87.637 voti, pari al 46,15 dei consensi.
Ma anche in questo caso il dato più eclatante riguarda il maggior partito della coalizione che subisce una vera e propria Caporetto. Il PD infatti perde quasi 39 mila voti rispetto al 2006 e oltre 17 mila e 500 rispetto alle politiche di 3 anni fa. Dal 17,3% del 2006 è sceso al 13,4 del 2008 fino al 5,3% di ora e solo per un soffio è riuscito a tenere dietro l'avanzata dei leghisti del Sud, ossia Progetto Molise recentemente confluito in Forza del Sud di Gianfranco Miccichè, che si attesta al 5,2%, quasi raddoppia i voti del 2006 e scavalca al quarto posto l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro che, nonostante l'impegno casalingo, ottiene poco meno di 16 mila voti (4,8% sugli aventi diritto), ne perde circa 1.600 mila rispetto alle precedenti regionali ma subisce un vero tracollo rispetto alle politiche del 2008 quando aveva carpito la fiducia di quasi 55 mila elettori pari al 20,7% di tutto il corpo elettorale. Nonostante una perdita secca di oltre 40 mila voti in 5 anni, il boss dell'IdV è riuscito lo stesso nel suo intento nepotista di far eleggere il figlio Cristiano in consiglio regionale.
Gli altri due candidati in lizza per la poltrona di governatore erano, Antonio Federico, del Movimento 5 stelle, e Giovancarmine Mancini, della Destra, che hanno ottenuto rispettivamente il 5,6% e l'1,29%.
Ma il vero, unico e grande vincitore delle elezioni è senza dubbio l'astensionismo che questa volta, nonostante le sofisticate trappole elettorali tese soprattutto dalla "sinistra" del regime neofascista è andato oltre ogni aspettativa e ha toccato percentuali veramente da record.
Con oltre 142 mila voti pari al 42,8% degli aventi diritto, l'astensionismo è risultato di gran lunga il primo partito totalizzando un consenso che è quattro volte superiore al PDL che con quasi 34 mila voti si è autoproclamato "partito di maggioranza relativa".
L'avanzata astensionista è stata massiccia sia rispetto alle regionali di 5 anni fa sia rispetto alle politiche del 2008. Nel primo caso l'aumento dei consensi segna un saldo positivo di 21 mila 608 voti pari al 6,0% degli aventi diritto; nel secondo addirittura si arriva a una differenza assoluta di oltre 75 mila voti in più pari a un incremento del 17,6% sul corpo elettorale. Anche se, bisogna precisare, che nel raffronto con le politiche dove esiste anche il voto all'estero il dato risulta falsato dal numero di votanti che nei dati forniti dal ministero dell'Interno vengono conteggiati a parte ma che in Molise come in tutte le regioni del Sud a più alta densità migratoria raggiunge percentuali significative e contribuisce non poco ad abbassare il corpo elettorale.
Detto ciò va aggiunto anche che il voto astensionista avrebbe avuto sicuramente un aumento ancora più marcato se le sirene elettorali della "sinistra" di regime e in particolare il Movimento 5 stelle, Sel e Fds (PRC+PdCI) non si fossero accese proprio in funzione antiastensionista.
Del resto, anche alla luce del recente voto referendario che ha visto invece le masse molisane partecipare in modo massiccio al voto e contribuire al raggiungimento del quorum, risulta sempre più chiaro che il voto astensionista è una scelta che gli elettori compiono per esprimere il loro totale dissenso verso le istitutizioni parlamentari borghesi e le cosche parlamentari che ne occupano le dorate poltrone e che perciò deve avere pari dignità del voto di lista o delle preferenza data al singolo candidato.

26 ottobre 2011