Gli arrivisti pro-Gelmini conquistano le poltroncine con brogli e intimidazioni. Il rettore Frati protagonista attivo delle elezioni-farsa
Il 90% degli studenti delegittima gli "organi collegiali" della Sapienza di Roma
L'Onda: "Il movimento è forte. Continueremo a fare occupazioni, cortei, manifestazioni"
Il 25-26 novembre scorsi si sono svolte le votazioni per il rinnovo delle "rappresentanze studentesche" negli organi collegiali dell'università La Sapienza di Roma per il triennio 2008-2011. Avrebbero dovuto svolgersi il 12 ed il 13 novembre, ma le occupazioni avevano indotto il rettore Luigi Frati a rinviare le votazioni. Il movimento e molte liste avevano chiesto fino a poche ore prima dell'apertura dei seggi l'annullamento o un altro rinvio della data elettorale per via della mobilitazione in atto nell'università.
Il dato più significativo emerso dalla consultazione è che il movimento studentesco ha disertato in massa le urne.
Su circa 130.000 iscritti hanno votato il 10,6% degli aventi diritto, ossia 13.348 studenti, meno di 1 su 10 (5.319 voti in meno rispetto al 2005 quando avevano votato il 12,7% degli aventi diritto pari a 18.667 studenti). Per una manciata di voti è stato superato il ridicolo quorum del 10% che rende valide le elezioni.
Mai come questa volta si può dire che la scelta delle studentesse e degli studenti è stata cosciente, in quanto il movimento ha deciso di impugnare l'arma dell'astensionismo per combattere il ministro Gelmini e delegittimare le istituzioni di governo universitario ove gli studenti e i precari non hanno alcun potere decisionale: "Il movimento non ha presentato nessun candidato - hanno spiegato gli studenti dell'Onda - perché non siamo rappresentabili e siamo svincolati da qualsiasi organo istituzionale". "Dai risultati delle singole facoltà emerge chiaramente il rifiuto degli studenti dell'Onda di aderire a queste elezioni sponsorizzate - spiega Luca Cafagna di Scienze Politiche - noi abbiamo dimostrato che gli studenti non delegano ai rappresentanti burattini dei baroni, la volontà di cambiamento". "Queste elezioni - aggiungono gli studenti in lotta della facoltà di Lettere - confermano il fatto che la rappresentanza è in crisi, vista la scarsissima affluenza alle urne. Il dieci per cento è un dato che non rispecchia il vero volto della Sapienza. Ora si dirà che il movimento è debole ma non è vero: il movimento si è chiamato fuori, non è andato a votare. Continueremo a fare occupazioni, cortei, manifestazioni".
Per la cronaca in ballo c'erano 5 "rappresentanti" per il Senato accademico, 6 per il Cda, 2 per il comitato territoriale dell'Adisu, 2 per il Cus (Centro universitario sportivo) e vari per i consigli di facoltà. Tra le otto liste in lizza, ai primi tre posti figurano "Vento di cambiamento" (radicata nella facoltà di Medicina, legata al rettore Luigi Frati e spalleggiata da Forza fascisti) con circa 2.800 voti, 900 in meno delle precedenti elezioni del 2005 quando ne aveva raccattati 3.701; poi "Mondo Sapienza" (legata a Comunione e Liberazione) e "Azione Universitaria" (costola dei fascisti di AN) con circa 1.600 voti che equivale a dire che l'1,14% degli studenti della Sapienza ha votato per le loro liste pro-Gelmini.
Ma si sa per i balilla del neoduce e per i suoi sgherri annidati nei giornali la matematica è un'opinione. Armando Cesaro, responsabile nazionale di "Studenti per le Libertà" strombazza: "La democrazia, ancora una volta, ha premiato i nostri messaggi di libertà e promozione del merito, a dimostrazione che gli studenti stanno dalla parte dei cambiamenti portati avanti con coraggio dal governo e il ministro Gelmini". "È evidente che gli studenti della Sapienza stanno con il governo" gli fa eco il ministro dei giovani balilla di AN Giorgia Meloni, seguita da Quagliariello e Italo Bocchino. Di "valanga" parla il presidente del Pdl al Senato, il fascista di AN Maurizio Gasparri, il quale senza timore del ridicolo è arrivato a sentenziare: "Si conferma che le manifestazioni strumentali basate sulle menzogne hanno raccolto la partecipazione di minoranze faziose e disinformate mentre gli studenti sostengono la politica del centrodestra... L'Onda non esiste". A ruota il suo pupillo, presidente romano di Azione universitaria, Matteo Petrella: "Siamo tra le prime quattro liste nelle elezioni dei rappresentanti studenteschi alla Sapienza. Abbiamo stravinto. L'Onda è un movimento marginale".
È esattamente l'opposto, disertando le urne il movimento studentesco ha voluto mandare un messaggio inequivocabile al governo e al rettore, la rivolta contro la legge 133 continuerà perché il movimento studentesco contro i tagli e la privatizzazione è antigovernativo, antifascista, anti-istituzionale ed antibaronale ed ha l'appoggio della stragrande maggioranza degli studenti e dei lavoratori dell'università.
Non sono mancate le denunce di brogli e palesi irregolarità commessi da esponenti vicini ad AN e FI, con l'assenso del rettore, come nei seggi della facoltà di Medicina e delle sedi distaccate di Pomezia e Latina, ed una lunga serie di ricatti, intimidazioni ed ingerenze sulle operazioni di voto di cui sarebbero state vittime i "Collettivi in movimento" e l'Udu, collegata direttamente alla Cgil e gli "Studenti democratici", vicini alla Sinistra giovanile e al PD. Oltre la metà dei voti della lista "Vento di cambiamento" sono stati raccattati nella facoltà di Medicina, feudo elettorale del rettore. "Controllo dei seggi, timbri dello statino per il voto, studenti 'accompagnati' ai seggi ed altro ancora. Abbiamo assistito alle peggiori irregolarità. Un vero e proprio scandalo baronale-clientelare che ha favorito anche le altre due liste vicine al rettore (Lista Aperta e Sapienza in movimento) con cui c'è stato un vero e proprio scambio di voti e candidati, legato a clientele ed appalti dentro il più grande Ateneo italiano" hanno denunciato i "Collettivi universitari". Una studentessa, pur di raccattare voti per la propria lista (di "centro-destra"), e si dice, ottenere così un posto sicuro per la laurea specialistica, ha promesso più volte di spogliarsi e farsi vedere nuda dai propri elettori.
In questo modo le liste collegate o vicine alla casa del fascio hanno ottenuto quattro seggi su cinque riservati agli studenti nel Consiglio di amministrazione e quattro seggi su sei nel Senato accademico. I soli arrivisti crumiri di Frati della facoltà di Medicina hanno piazzato due seggi sia nel Cda (su un totale di 6) che nel Senato (su 5), i berlusconiani Paolo Maniglio nel Consiglio di amministrazione e Francesco Mellace nel Senato accademico.
Dunque con gli stessi metodi mafiosi usati per le elezioni parlamentari, la Sapienza segue la scia di Tor Vergata e Roma Tre dove la casa del fascio ha "vinto" negli ultimi anni piazzando i suoi candidati-burattini nel Senato accademico e nel Consiglio d'amministrazione.

Perché i candidati delle liste vicine al "centro-sinistra" non hanno boicottato le elezioni-farsa?
Un altro scandalo è stato che il Senato accademico ha deciso di far votare solamente gli studenti che avevano pagato la prima rata delle tasse, la cui scadenza era fissata al 17 novembre, privando di fatto una parte del corpo elettorale della possibilità di recarsi alle urne. Nonostante le protesta di numerosi candidati il rettore ha confermato il provvedimento fissando il termine per la chiusura degli elenchi elettorali per il 21 novembre, di modo che solo 50mila studenti su 130 mila iscritti hanno avuto il diritto al voto. "Avevamo chiesto il rinvio delle elezioni e ne ribadiamo le ragioni - hanno sostenuto fino all'ultimo le liste di "sinistra" - queste elezioni rischiano di essere fortemente anti democratiche e non escludiamo ricorsi per chiederne l'annullamento. Non vorremmo che alla base di queste decisioni ci fosse la volontà di delegittimare la grande partecipazione democratica e di movimento che si è sviluppata in questi giorni nelle università italiane, per favorire liste a favore della Gelmini o fortemente legate alle facoltà. Gli unici a non avere problemi al voto sono stati i corsi di specializzazione di Medicina, dove Frati era preside prima di essere rettore. Chiediamo il rinvio o di sanare immediatamente questa vera e propria aberrazione democratica, che al di là delle intenzioni di voto degli studenti viola radicalmente il diritto di voto e la democrazia".
Preoccupazione e lamentele condivisibili, come si è visto, ma non erano forse un motivo in più per indurre a boicottare le elezioni farsa pro-Gelimini? Che ne siano coscienti o meno i candidati vicini ai partiti del "centro-sinistra" si sono comportati con lo stesso opportunismo dei loro omologhi a livello parlamentare: hanno avallato con la presentazione dei propri candidati l'operazione pro-Gelmini, per poi piangere invano sul latte versato!

La proposta del PMLI: come trasformare l'astensionismo in governo delle università
ll PMLI saluta con gioia la vittoria dell'astensionismo alla Sapienza, condivide la piattaforma generale del movimento studentesco emersa nelle grandi assemblee del 15-16 novembre scorso, e lo appoggia con tutte le sue forze auspicando che tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose democratiche, in primo luogo la classe operaia, gli diano man forte. Ritiene che le recenti elezioni abbiano posto al centro del dibattito "la crisi del sistema di 'rappresentanza' studentesca" e dunque sottopone all'attenzione degli studenti in lotta la seguente proposta: che in alternativa ai vari "organi collegiali" siano istituiti nuovi organi di governo in cui gli studenti siano la maggioranza e dispongano di poteri vincolanti. Ne devono far parte anche i rappresentanti del personale docente e non docente, come minoranza e tutti i membri devono essere eletti dalle rispettive Assemblee generali, fondate sul principio della democrazia diretta, che potranno revocarli in qualsiasi momento.
Siamo convinti infatti che senza questo tipo di governo, nessuna legge potrà mai assicurare che scuola e università siano pubbliche e gratuite e un vero servizio sociale goduto dal popolo ed è impossibile liberare le aule dall'autoritarismo di stampo feudale tanto dei vecchi quanto dei nuovi baroni-manager.

3 dicembre 2008