L'avevano proposta i firmatari della mozione congressuale "La Cgil che vogliamo" nella riunione del direttivo nazionale della Cgil
Epifani blocca la discussione sullo sciopero generale

La riunione del direttivo nazionale della Cgil del 23 novembre aveva come compito principale il varo definitivo dei documenti congressuali una volta esaminati e, talora accolti, gli emendamenti nel frattempo sopraggiunti. E così è stato.
Il documento di cui è primo firmatario il segretario generale, Guglielmo Epifani, ha ottenuto 144 voti su 177 (81,36%), mentre l'altro documento, quello alternativo che porta il titolo "la Cgil che vogliamo" di cui è primo firmatario Domenico Moccia, segretario generale della Fisac Cgil, ha avuto 33 voti (pari al 18,64%). Ma si tratta di percentuali bugiarde nel senso che non rispecchiano fedelmente il sentire degli iscritti. Tanto è vero che lo stesso Epifani ha ipotizzato per il documento alternativo un consenso attorno al 30%. Ad ogni modo i conti saranno fatti alla fine.
Ma i lavori non sono terminati qui. Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom, a nome di diversi membri del direttivo nonché firmatari della mozione congressuale "La Cgil che vogliamo", ha chiesto di presentare e mettere all'approvazione un ordine del giorno con al centro lo sciopero generale da proclamare in tempi rapidi, cioè in dicembre, mentre in parlamento è in discussione la legge finanziaria. Priva, era detto nell'odg, di misure a sostegno dell'occupazione, priva di risorse per estendere gli ammortizzatori sociali a chi ne è sprovveduto, per allungare i termini della cassa integrazione e per arginare il licenziamento silenzioso ma massiccio dei lavoratori precari sia nel pubblico che ne privato. Senza stanziamenti per i contratti pubblici, provvedimenti fiscali a favore del lavoro dipendente e rivalutazione delle pensioni. Ma questa richiesta più che legittima, clamorosamente è stata respinta dalla presidenza su indicazione esplicita di Epifani, per meri motivi burocratici, ossia non era prevista nell'ordine del giorno dei lavori.
"Questa è la risposta - si legge in un comunicato dei proponenti l'ordine del giorno - del segretario generale della Cgil, per bocca del presidente del comitato direttivo Raffaele Minelli". "La decisione di rinviare il tema a un futuro Direttivo - continua la nota - conferma la crescente divaricazione in Cgil tra quello che si dice e quello che realmente si fa nell'azione di contrasto alle politiche del governo Berlusconi". Rinvio a quando? Ciò nella pratica rende impossibile indire lo sciopero nella fase della discussione della legge finanziaria rinunciando a fare sentire il proprio peso contrattuale per ottenere le necessarie modifiche. La mancanza di coerenza e di determinazione, insieme a una chiara e conseguente strategia, che poi impedisce alla Cgil di imporre a governo e Confindustria la propria agenda e di cogliere risultati concreti, è una delle accuse non secondarie che i promotori della mozione congressuale alternativa hanno mosso alla segreteria Epifani".
"Per quanto ci riguarda - si legge nella conclusione della nota - continueremo a rivendicare lo sciopero generale, oggi assolutamente necessario per le lavoratrici, i lavoratori, le pensionate e pensionati italiani".

2 dicembre 2009