Esami di maturità del regime neofascista
I temi citano Berlusconi e attaccano il comunismo
Il 18 giugno scorso per 480 mila studenti sono iniziati gli esami di maturità del regime neofascista. è questa la sola e unica chiave di lettura della sporca operazione imbastita dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti con le scandalose "tracce" per i temi della prima prova dell'esame di Stato, o meglio, come ha denunciato il segretario della Cgil-Scuola di quello che è stato trasformato in un "esame di governo". Siamo di fronte ad un fatto di una gravità inaudita, che dimostra apertamente, quantunque gli imbroglioni alla Bertinotti e del "centro-sinistra" si ostinino ancora a negarlo, che il governo del neoduce Berlusconi non soltanto ha seppellito definitivamente la Costituzione antifascista ma ha rimesso la camicia nera al nostro Paese e restaurato la scuola di regime.
Due, in particolare, le "tracce" che hanno giustamente scatenato l'indignazione dell'opinione pubblica democratica e antifascista.
La prima era il cosiddetto saggio-breve di "ambito storico-politico", che chiedeva un giudizio sul "terrore e la repressione politica nei sistemi totalitari del Novecento". Il taglio dato al quesito suggeriva l'implicita equazione comunismo=fascismo e l'esplicito richiamo al famigerato "Libro nero del comunismo", la nuova Bibbia del neoduce Berlusconi che, nel 1998, prima lo ha pure regalato in cinquemila copie ai delegati di AN riuniti al congresso di Verona e ora ha finito per adottarlo come nuovo libro di testo. Insomma la traccia di tale tema era talmente impregnata del più viscerale anticomunismo, che agli studenti non si dava via di scampo se non quella di aderire ciecamente e di omologarsi al processo di revisione storica in atto. Un processo che vuole ribaltare i ruoli tra vittime e carnefici, riabilitare il fascismo, e imporre più in generale un'interpretazione di destra della storia del '900. Infatti non si limitava "solo" ad equiparare il comunismo al nazismo. Andava oltre teorizzando che è il comunismo il Male assoluto, il "nemico da eliminare", il "regime" che fu ancor più spietato e sanguinario del nazismo coi suoi, udite udite, "100 milioni" di vittime. Mentre a Hitler e ai suoi seguaci, si possono addebitare solo la morte di 70 mila tedeschi "vittime di un programma di eutanasia" e dei "circa 15 milioni di civili nei paesi occupati e i circa 6 milioni di ebrei". Le vittime della Shoah vengono così ridotte a semplici "vittime di guerra", quelli che Bush oggi annovera cinicamente tra i "danni collaterali". Evidentemente per la Moratti sono dettagli trascurabili i 100 milioni di caduti della seconda guerra mondiale scatenata dal nazifascismo e gli oltre 20 milioni di caduti sovietici in quella guerra.
E il fascismo? "Il fascismo italiano", recita la traccia ministeriale, "fece centinaia di prigionieri politici e di confinati in domicilio coatto, migliaia di esiliati e fuoriusciti politici". In poche parole sembra che il fascismo non ammazzò nessuno e fu tutt'al più una dittatura bonacciona e caciarona. Cancellati con un colpo di spugna le centinaia e centinaia di omicidi degli antifascisti compiuti dalle squadracce di Balbo, Farinacci e camerati, a partire dal delitto Matteotti e dei fratelli Rosselli, la complicità del regime nello sterminio degli ebrei, le leggi razziali, e le stragi attuate nelle colonie contro i movimenti di liberazione e le decine di migliaia di oppositori" cancellati tutti i crimini consumati dai repubblichini di Salò. Del resto quando si parla delle "vittime delle foibe" mancano all'appello le migliaia e migliaia di civili eliminati dai fascisti in Croazia, Serbia e Montenegro. Anche questi, solo trascurabili "dettagli" da nascondere ai quasi 500 mila studenti.
Scandaloso e di una gravità inaudita, è stato poi l'aver inserito una frase del neoduce Berlusconi, tra le fonti di riferimento del tema più gettonato dagli studenti, ossia "L'acqua risorsa e fonte di vita". "Affinché vi sia cibo - così esordisce la citazione stralciata dal discorso del neoduce in occasione delle `Celebrazioni Ufficiali Italiane per la Giornata Mondiale dell'Alimentazione 2002' - occorre che vi sia acqua". Non c'è che dire. Una "elucubrazione" davvero originale per aiutare i maturandi a svolgere il tema! Aver incluso il "motto" di Berlusconi, ora promosso a esperto di acque, è un vergognoso atto di piaggeria e di idolatria del Capo, che si considera sempre di più il Duce della Nazione. Mai era accaduto che un discorso del premier in carica fosse inserito tra i documenti di riferimento per gli esami Stato, se non si risale al ventennio mussoliniano quando i "motti" del Duce erano il pane quotidiano per indottrinare e plasmare le nuove generazioni di "balilla" e "avanguardisti".
Ma le "perle" di questa prova di esame non sono finite. Infatti tra i materiali allegati a una delle tracce - quella che si riferiva alla poesia - un articolo di Massimo Gramellini, giornalista de La Stampa è stato opportunamente censurato del riferimento a "Tangentopoli". Il che ha finito per rendere incongruo l'intero concetto. Così è toccato al giornalista spiegare agli studenti che Tangentopoli "non era una città costruita sopra una tangenziale, come forse gli diranno al ministro della Verità, ma un fenomeno di corruzione realmente accaduta" e del quale, aggiungiamo noi, il presidente del consiglio è stato un protagonista.
Anche la "traccia" su Pirandello sembra rispondere alla stessa logica: il richiamo a un autore che il regime neofascista considera suo, visti i trascorsi fascisti del drammaturgo siciliano e la sua adesione al partito fascista.
Questa vicenda non è un semplice incidente di percorso ma un'operazione studiata a tavolino con cui la Moratti ha voluto imprimere una forte accelerazione alla scuola del regime neofascista. Non a caso il ministro ha rivendicato a tutto tondo la paternità delle "tracce", sostenendo di aver scelto "temi che aiutassero i ragazzi a riflettere sui valori umani fondamentali e sui principi di vita".
Eppure i rimbambiti dirigenti del "centro-sinistra" si ostinano a non vedere o, peggio a far finta di non vedere, come dimostrano le loro reazioni su questa vicenda.
Il segretario della Quercia, Piero Fassino, e Franco Giordano del PRC sono andati a scomodare la Romania di Ceausescu e la Corea di Kim Il Sung pur di evitare a bella posta l'unica calzante analogia col Ventennio mussoliniano. Di diverso taglio la presa di posizione di Diliberto (PdCI) che pur chiedendo le dimissioni immediate della Moratti, e denunciando che "solo con Mussolini si era arrivati a tale culto della personalità", sottovaluta la gravità dell'intera operazione. Lo stesso fanno i Verdi e uno dei leader del correntone DS, Pietro Folena, che bolla "la citazione del premier" come "indice di un rigurgito fascista".
Registriamo con piacere la lucida denuncia dello scrittore Vincenzo Consolo che dichiara senza mezzi termini: con questa operazione si vuole arrivare a "una scuola di regime". "Io ho un'età sufficiente per aver letto e studiato alle scuole elementari con libri del regime fascista, testi che erano pieni di slogan mussoliniani e concepiti con un linguaggio aggressivo e violento. Oggi siamo nuovamente tornati a questi livelli, a quest'idea di una cultura e una scuola di regime. Un regime, quello berlusconiano, il cui profilo emerge ormai a chiare lettere. Mussolini si era vantato di essere stato il mandante dell'assassinio di Matteotti, il signore che oggi occupa la carica di premier non si fa processare da un tribunale di un paese democratico, non si fa processare perché `lui è al di sopra delle leggi come i suoi compagni di crociera"'.