Bologna e Bari
Espulsa la bacheca dell'"Unità" dalla Magneti Marelli
Bombassei, candidato alla Confindustria, plaude. La Cisl di Bologna mette a disposizione la sua bacheca
Nuova manifestazione delle "relazioni sindacali" mussoliniane imposte da Marchionne nelle fabbriche Fiat

Dopo aver firmato l'accordo separato, che estende il modello di Pomigliano a tutti gli stabilimenti Fiat e instaurato relazioni industriali mussoliniane, il nuovo Valletta, Sergio Marchionne, vuol proseguire nel suo piano antioperaio e antisindacale, reazionario e neofascista negando ogni spazio di democrazia in fabbrica. Non si è accontentato di escludere la Fiom da tutti gli stabilimenti della Fiat, il che significa il divieto di avere rappresentanti sindacali e l'impedimento a qualsiasi agibilità sindacale in azienda; la caccia alle streghe per zittire e intimidire chi, anche se pur blandamente, gli si oppone continua e questa volta è toccato alla bacheca dell'"Unità" espulsa dalla Magneti Marelli di Bologna e di Bari.
Non sono passate che poche settimane da quando la Fiom della Marelli bolognese ha chiuso la sede perché esclusi dalla trattativa. La Fiom dell'azienda il 25 febbraio ha denunciato che: "Ieri la Fiat ha cacciato fuori dallo stabilimento anche lo storico quotidiano che alcuni ex delegati Fiom-Cgil, non avendo più la possibilità di utilizzare la bacheca sindacale, compravano a spese loro e attaccavano in un'altra bacheca. Evidentemente - prosegue la Fiom - Marchionne il modernizzatore insulta non solo la storia del movimento operaio, ma anche la democrazia". Una ragione in più, sosteneva la Fiom per invitare i lavoratori in piazza allo sciopero nazionale del nove marzo.
Il segretario Cisl Alessandro Alberani aveva annunciato di mettere a disposizione le bacheche della Fiml-Cisl per ospitare l'"Unità". Dalla Uil completo silenzio.
Anche nello stabilimento pugliese nelle scorse settimane, è stata chiusa la saletta sindacale; Antonio Pepe, segretario Fiom della Magneti Marelli di Bari ha denunciato che "dal 13 febbraio è stata tolta la bacheca informativa dove i delegati Fiom affiggevano l'Unità. Ci hanno vietato di affiggere i giornali sulla bacheca, cosa che facevamo non solo per noi della Fiom ma per tutti i lavoratori dello stabilimento. Inoltre, la fabbrica del gruppo Fiat ha imposto proprio il divieto di affissione".
La reazione della Cgil è stata tiepida e non adeguata alla situazione: per il momento ha deciso di lanciare una "campagna straordinaria" proponendo ai lavoratori di portare copia de "l'Unità" in fabbrica e di appenderla nella bacheca delle informazioni sindacali, "in difesa della libertà di stampa".
La Fiat però ha sostenuto che neanche questo potrà accadere. "Non si possono affiggere nelle bacheche cose che non siano comunicati sindacali". Alla domanda perché questa decisione viene presa ora, risponde arrogantemente: "Il tempo cambia per tutti". Che sia l'ennesima manifestazione delle relazioni mussoliniane del nuovo Valletta tesa ad isolare e intimidire i lavoratori di sinistra e la Fiom che si oppongono al suo piano neofascista, appare palese.
Dalla parte di Marchionne si è sbracatamente schierato Alberto Bombassei, ex presidente di Federmeccanica e vicepresidente di Confindustria da ben 8 anni e oggi candidato alla presidenza, che ha attaccato pesantemente: "Mi voglio togliere un sassolino, premette, io non ho le bacheche dell'Unità nelle mie fabbriche, non le ho mai avute. Ma... quelle bacheche le sbullonerei volentieri anche io". Se Marchionne l'ha "sbullonata", prosegue Bombassei, "ha solo correttamente interpretato le regole, non è un abuso, dato che la Fiom non ha un diritto di rappresentanza e quindi bacheche a disposizione".
Se il sindacato ha tiepidamente risposto non ha certo fatto di più il PD per difendere il suo storico quotidiano. Basta per tutti Bersani: "È una cosa gravissima, incommentabile. Domani cercheremo di capire bene cosa è successo".

21 marzo 2012