Infischiandosene della sentenza della Corte di Giustizia del Lussemburgo
Tornano le espulsioni immediate dei migranti
Il decreto Maroni approvato dal Consiglio dei ministri estende l'espulsione coattiva anche ai migranti comunitari ed eleva la detenzione nei Cie da 6 a 18 mesi

Nonostante le sconfitte elettorali e la batosta referendaria, il governo del neoduce Berlusconi avanza come un panzer contro i diritti dei più poveri e indifesi non risparmiando provvedimenti di lacrime e sangue, ma anche decreti di chiaro stampo neofascista. È il caso dell'ennesimo intervento legislativo reazionario voluto fortemente dal gerarca dell'Interno, il leghista Maroni, che, infischiandosene delle direttive europee prima e della sentenza della Corte di Giustizia del Lussemburgo che metteva in seria discussione tutto l'impianto del cosiddetto "diritto penale dell'immigrazione", ha varato l'ennesimo decreto legge urgente contro i migranti, che poi è stato approvato dalla Camera il 14 luglio per poi passare al Senato il 19 per la definitiva approvazione. Lo scopo è sempre lo stesso del "pacchetto sicurezza" del 2009: demonizzare ancora il migrante qualificandolo aprioristicamente clandestino, al punto che i migranti irregolari che arrivano sul territorio italiano e sono in attesa di espulsione potranno essere trattenuti nei Cie (i famigerati "centri di identificazione ed espulsione") fino a 18 mesi, triplicando la durata precedente di detenzione. ll provvedimento stabilisce, inoltre, il ripristino dell'espulsione coattiva immediata dei clandestini pericolosi per l'ordine pubblico e la sicurezza, già espulsi o che violano le misure di garanzia previste dal questore e peraltro prevede l'allontanamento dei cittadini comunitari che hanno commesso reati contro la personalità dello Stato.
Tronfio dell'ennesima leggina repressiva e neofascista, Maroni ha spiegato che "il tempo di trattenimento dei Cie passa da sei mesi a 18 mesi e sarà realizzato attraverso una procedura di garanzia che riguarda i giudici di pace" , millantando addirittura l'applicazione di due direttive europee (sic!).
L'associazione Medici senza Frontiere (MsF) ha duramente stigmatizzato il decreto al punto di essere "preoccupata delle conseguenze di tale misura sulla salute fisica e mentale dei migranti e chiede la chiusura dei due centri dove ha riscontrato condizioni di detenzione intollerabili", entrambi in Sicilia. "Nel corso delle scorse settimane - denuncia una nota dell'associazione - l'equipe di Msf hanno avuto modo di visitare alcuni centri di accoglienza in Sicilia". "Nei centri di Kinisia e palazzo San Gervasio, le condizioni di vita sono inaccettabili" ha spiegato Rolando Magnano, capo missione in Italia di MsF 

20 luglio 2011