Cassina de' Pecchi (Milano). Blitz delle forze di repressione di Monti e Cancellieri per vanificare gli impegni presi con l'accordo di 3 giorni prima
Gli operai ex Nokia-Siemens respingono lo sgombero poliziesco del presidio di lotta
Giungono a dar man forte operai in lotta di altre fabbriche. Cacciati via anche gli smantellatori degli asset produttivi mandati dalla Jabil
Solidarietà di classe del PMLI

Redazione di Milano
Il 24 luglio la costante e coraggiosa lotta delle operaie e degli operai della ex Nokia-Siemens di Cassina de' Pecchi (Milano) era riuscita a ottenere l'importante incontro sulla loro vertenza che aveva visto la partecipazione del ministero dello Sviluppo economico, di Invitalia, della direzione di Nokia Siemens Networks, proprietaria dell'area, e dei rappresentanti dei lavoratori e che aveva ottenuto l'impegno, da parte governativa, di presentare entro sei mesi un progetto di sviluppo produttivo del sito, capace di assorbire i 325 operai licenziati in tronco dalla Jabil nel dicembre scorso. Ma solo tre giorni dopo le istituzioni borghesi si sono spogliate della maschera conciliativa "democratica" disposta al compromesso scoprendo il loro vero volto repressivo neofascista.
Alle 5.30 di venerdì 27 luglio un ingente schieramento di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa si è posizionato davanti al presidio permanente degli operai in lotta intimandone lo sgombero. Al seguito delle "forze dell'ordine" di Cancellieri e Monti un tir con gli addetti della Jabil incaricati di smantellare attrezzature e macchinari della fabbrica che, nonostante la chiusura e i licenziamenti, ha continuato a funzionare e a produrre per iniziativa degli operai e dei lavoratori in lotta.
Dopo alcuni tafferugli fra operai e poliziotti una ventina di smantellatori della Jabil sono riusciti a entrare nel capannone, di proprietà della Nokia, e hanno iniziato a prelevare del materiale ma sono stati affrontati dagli operai che hanno bloccato la movimentazione.
A dare man forte agli operai di Cassina sono accorsi in solidarietà di classe operai di altre realtà di lotta. Alle 8,30 poliziotti, carabinieri e smantellatori hanno battuto in ritirata dopo aver amaramente constatato il fallimento completo del loro blitz.
Salutando con gioia e ammirazione il coraggio e la determinazione che ha permesso di respingere il blitz poliziesco e padronale del governo Monti-Cancellieri e della Jabil, il Comitato lombardo del PMLI esprime totale solidarietà di classe e riconferma il suo appoggio alla esemplare lotta degli operai in difesa del posto di lavoro.

1 agosto 2012