Mentre latitano o non esistono politiche su lavoro, ambiente e cultura a Napoli
Il fallimento della giunta De Magistris
Insensibilità per la morte di un senzatetto. Repressione dei precari "Bros". Autobus senza carburante. "Più buche che strade". Centro e periferie sporche
L'artista De Simone: "il neofascismo di De Magistris è peggiore di quello storico"

Redazione di Napoli
Un gennaio nero quello della giunta arancione guidata dal neopodestà Luigi De Magistris, tra polemiche e contestazioni relativamente alla sciatta conduzione amministrativa della città di Napoli.
È il 25 gennaio quando in pieno centro di Napoli mentre negozi e bar sono aperti, viene scoperto tra l'immondizia e i cartoni avvolti, il corpo senza vita di un senzacasa, Franco, di 60 anni (arresto cardiaco a causa del freddo di questi giorni). Uno dei tanti che dormono in mezzo alla strada nei pressi di via Toledo, piazza Plebiscito e Galleria Umberto a causa della povertà accentuata dalla macelleria sociale dei governi Berlusconi e Monti, cui i finti rivoluzionari di Palazzo S. Giacomo non hanno saputo far nulla. La protesta condotta a colpi di foto da Roberto Bolle, primo ballerino del Teatro S. Carlo, disgustato dal contrasto tra la ricchezza dei negozi del centro e la condizione di tante persone costrette a vivere senza un euro e tra i cartoni, in condizioni igieniche disastrose, non ha sortito alcun effetto nella già poco sensibile amministrazione arancione.
Poca sensibilità nei confronti di chi non ha nemmeno un riparo, stessa scarsa sensibilità nei confronti dei precari Bros che continuano la loro battaglia presi in giro dall'ennesima apertura di un "tavolo di trattative" da parte dell'assessore al "lavoro" Panini, caricati dalle forze di polizia venerdì 25 gennaio assieme ai lavoratori Astir che da mesi richiedono lo stipendio arretrato che la giunta Caldoro continua a negare. E si vedono gli effetti a Napoli: raccolta differenziata ferma al palo, siti di compostaggio solo una chimera, strade sudice e mai spazzate (basta vedere soltanto le condizioni vergognose di via Lepanto a Fuorigrotta, via Savarese nella zona centrale della città, via Arte della Lana in zona universitaria), mancanza completa dei bidoni della carta in diversi quartieri popolari, come nella zona che cinge piazza Mercato.
I pochi bidoni della carta vengono spesso utilizzati dalle masse, assieme a copertoni, sedie e quant'altro, per segnalare un altro grave problema che affligge la città: le buche e le strade dissestate. Si dice che Napoli ha "più buche che strade", tante sono le voragini di medie e ampie dimensioni che da corso Meridionale, nei pressi della stazione centrale, fino anche al quartiere dell'ex pm, il Vomero, dove via S. Domenico viene fatta in slalom dai conducenti di auto e moto tanti sono i pertugi che sconvolgono letteralmente la viabilità. Interventi a singhiozzo e totale incapacità dell'assessore alla viabilità, Anna Donati, che, in quasi due anni, non ha posto i giusti rimedi ad una situazione che dire scandalosa è poco e che è ridicolo addebitare alle piogge copiose di gennaio.
Non da meno l'incredibile fatto, mai successo a Napoli a nostra memoria, del blocco degli autobus per mancanza di carburante avvenuto il 30 gennaio scorso. È solo la punta dell'iceberg di una politica sui trasporti fallimentare che ha visto tagli continui della giunta regionale Caldoro su cui non è mai intervenuta, nemmeno indirettamente, la giunta De Magistris per far fronte al disagio espresso dalle masse popolari. E così mercoledì 30 l'Azienda Napoletana per la Mobilità (ANM) ha annunciato dei "disservizi" che in realtà si sono trasformati nel blocco quasi totale degli autobus per mancanza di gasolio perché la società non è più in grado di acquistarlo e i fornitori hanno deciso di non proseguire con il rifornimento perché creditori di 100 milioni di euro nei confronti di ANM.
Secondo l'amministratore unico, Renzo Brunetti, "l'Azienda Napoletana Mobilità ha un'esposizione di 120 milioni a fronte di 300 milioni di crediti vantati verso Comune e Regione" chiamando in causa Caldoro e De Magistris che invece di prendersi le proprie responsabilità, pungolati dallo scrittore Roberto Saviano che li criticava affermando che "Napoli è diventata ormai una bellissima stazione dove non passano i treni", si difendevano a vicenda scaricando le responsabilità sull'azienda (sic!).
Alle dure critiche di Legambiente, si sono aggiunte quelle del Garante del cittadino che così sottolineava: "Quanto si sta verificando a Napoli, dove molti bus sono fermi per la mancanza di soldi per i rifornimenti di gasolio, sta producendo un vulnus grave al diritto alla mobilità degli utenti, esattamente come avviene in caso di scioperi improvvisi. Lo scorso dicembre l'Autorità ha scritto ad Asstra (associazioni delle aziende di trasporti), proprio in relazione all'emergenza del trasporto pubblico in Campania, anche per avere notizie circa la solidità patrimoniale delle aziende di trasporto pubblico locali, senza aver ricevuto, ad oggi, alcuna risposta. D'altro canto, dell'impossibilità oggettiva di rifornire i mezzi deve essere dato conto ai cittadini con un'informazione capillare e quotidiana, che non può certo ritenersi soddisfatta con un semplice comunicato stampa o con una notizia diffusa sui social network".
Mentre dunque latitano i servizi essenziali, con il neopodestà De Magistris che si affanna, con i soliti piagnistei, a dire che è sempre colpa del dissesto del bilancio e delle giunte comunali precedenti se non si può intervenire come si deve, mancano completamente politiche per lo sviluppo industriale ed economico, politiche culturali e del turismo di rilancio della città con la latitanza dell'assessore-fantasma Antonella Di Nocera su questo fronte molto povero di iniziative concrete, fino al disastro sul fronte della politica ambientale del vice-sindaco Tommaso Sodano, uno dei maggiori responsabili dello scempio, nonostante le promesse fumose in campagna elettorale sull'avvio "rivoluzionario" della raccolta differenziata porta a porta.
Non è un caso che l'artista Roberto De Simone, molto conosciuto in città, abbia scritto, poche settimane fa, una lettera al sempreverde amico di De Magistris, ossia il nuovo Vittorio Emanuele III, Giorgio Napolitano (apparsa su l'Espresso del 17 gennaio scorso), affermando che Napoli è diventata "una malsana città invivibile con gestioni artistico culturali in condizioni degradate, di sfrontato clientelismo istituzionale, di inefficiente funzionalità delle strutture cittadine, di marciume morale di neofascismo che promuove solo il radicalismo della superficialità: un neofascismo peggiore di quello storico".

6 febbraio 2013