Gli avversari di Karzai denunciano brogli
Farsa elettorale in Afghanistan. Oltre il 50% diserta le urne
Nelle zone controllate dai talibani quasi nessuno si è recato ai seggi
Per Obama e Berlusconi "un successo"

In base ai dati parziali, diffusi il 31 agosto dalla commissione elettorale e riferiti a meno della metà dei seggi, il presidente afghano uscente Hamid Karzai ha ottenuto il 46% dei voti precedendo il principale sfidante, l'ex ministro degli esteri Abdullah Abdullah che ha totalizzato il 33% dei consensi. Se nessuno dei candidati raggiungesse la maggioranza assoluta dei voti sarebbe necessario il secondo turno fra due mesi. Il risultato finale del voto presidenziale del 20 agosto è atteso entro il 17 settembre.
Lo scenario della farsa elettorale promossa dalle potenze imperialiste occupanti per riaccreditare il fantoccio Karzai e il suo governo corrotto e screditato o un sostituto si animava già il 21 agosto, a urne appena chiuse, quando sia Karzai che Abdullah si proclamavano vincitori. I primi dati molto parziali affermano intanto che la campagna di boicottaggio promossa dalla resistenza afghana ha avuto successo tanto che i disertori delle urne sono stati almeno il 50%, il 60% secondo alcune fonti. In diverse regioni del sud del paese, dove più forte è la presenza della resistenza, la diserzione avrebbe raggiunto il 90%. Alle presidenziali del 2004 aveva disertato le urne il 30% degli aventi diritto al voto.
L'autoproclamata vittoria del presidente uscente e del suo principale concorrente spingeva il portavoce della Commissione europea, John Clancy, a invitare "tutti i candidati a rispettare il processo elettorale ed evitare annunci prematuri su possibili risultati". Anche Richard Holbrooke, l'inviato dell'amministrazione Obama per la regione, invitava alla prudenza ma già stabiliva, non si sa sulla base di quali riscontri, che il voto si sarebbe concluso con un testa a testa tra i due maggiori candidati. Mentre altre fonti diplomatiche sostenevano che avrebbe rivinto Karzai, con un numero di consensi sopra il 50% in modo da non ricorrere al ballottaggio e con la consegna al suo concorrente Abdullah della poltrona di capo del governo.
In attesa dei risultati finali fioccano le denunce di brogli da parte degli avversari di Karzai. Abdullah denunciava "le frodi massicce organizzate dal presidente uscente grazie al suo apparato statale e i suoi rappresentanti governativi" mentre i suoi sostenitori annunciavano di aver presentato diverse centinaia di denunce alla Commissione per i reclami elettorali per brogli rilevati dai loro rappresentanti di lista. Il 27 agosto i reclami sul tavolo della Commissione erano oltre 1.500.
Quel che è certo è che le elezioni presidenziali del 20 agosto non sono state quel "grande successo" definito da Obama, dall'Onu, dalla Nato e dai paesi imperialisti fra i quali l'Italia.
Le elezioni in Afghanistan sono state "un successo nonostante gli sforzi dei talebani" di far deragliare il processo elettorale, affermava Barack Obama in un'intervista radiofonica a urne ancora aperte. Una definizione ripetuta a pappagallo dal fantoccio Karzai.
Dello stesso parere il neoduce Berlusconi che nonostante la palese evidenza del successo della diserzione delle urne affermava che "il popolo afgano ha dato una grande prova di coraggio. La strategia terroristica dei talebani che mirava a far fallire questa prova di democrazia non ha avuto successo". E per sottolineare il ruolo dell'imperialismo italiano ringraziava "i militari del contingente italiano che con grande dedizione hanno contribuito a questo risultato operando al servizio della democrazia ed offrendo una speranza alla popolazione afgana dopo decenni di sofferenze". A ruota il ministro degli Esteri Franco Frattini sottolineava che "è motivo di orgoglio nazionale che nelle aree sotto il controllo del nostro contingente militare si sia registrato un elevato livello di affluenza alle urne (quanto?, ndr) e pochissimi seggi siano rimasti chiusi". Quando si tratta di sventolare il tricolore imperialista il presidente della repubblica Napolitano non è secondo a nessuno e si univa al coro nel ribadire che "il contingente italiano ha offerto un contributo determinante a questo risultato, grazie alla professionalità e alla dedizione dei nostri militari, che hanno saputo affrontare situazioni anche drammatiche con fermezza, equilibrio e coraggio, talvolta spinto sino all'estremo sacrificio".

2 settembre 2009