Il nuovo Valletta, Marchionne fa scuola
Federmeccanica: "il contratto aziendale sia sostitutivo di quello nazionale"
Marcegaglia: "Proposta immediata di modernizzazione"

C'era chi l'aveva detto, tra questi il nostro Partito, che il modello Marchionne, una volta imposto a Pomigliano sarebbe stato esteso a Mirafiori. Ciò è avvenuto con l'accordo separato del 23 dicembre e con il referendum del 13-14 gennaio dove i sì hanno vinto solo grazie ai voti dei capi e dei capetti aziendali, e agli altri stabilimenti Fiat, Cassino e Melfi, cosa che potrebbe avvenire, come ha già annunciato il nuovo Valletta nell'intervista a la Repubblica del 18 gennaio. C'era chi aveva denunciato, tra questi il nostro Partito, che l'attacco al contratto nazionale di lavoro (vedi l'accordo separato sulle deroghe) e ai diritti fondamentali dei lavoratori portato avanti dal vertice Fiat, si sarebbe esteso a tutto il settore metalmeccanico, e di conseguenza, agli altri settori. È in questo ambito che va letta la proposta sconcia di Federmeccanica di sostituire i contratti nazionali con contratti aziendali, se non per l'intera categoria per i grandi gruppi industriali che ne facessero richiesta.
Questa porcata padronale è stata pensata e resa pubblica nel direttivo dell'associazione degli imprenditori meccanici di Confindustria. "Bisogna modificare la riforma del modello contrattuale del 2009 - ha affermato il direttore generale, Roberto Santarelli - prevedendo la possibilità che il contratto aziendale sia sostitutivo di quello nazionale dove, chiaramente, ci siano - bontà sua - le condizioni e il consenso dei lavoratori. Stiamo facendo un ulteriore passo rispetto al sistema delle deroghe. L'alternativa è necessaria - prosegue - per flessibilizzare il settore". Per imporre, in concreto, condizioni di lavoro di supersfruttamento e di disciplina e repressione sullo modello Pomigliano-Mirafiori.
Altro che deroghe dunque, siamo alla morte annunciata del contratto nazionale di lavoro! Per quanto Santarelli lo neghi. "Abbiamo 12.000 aziende associate - dice in proposito - e il contratto nazionale sarà utilizzato da almeno 11.500 aziende associate ".
Questa proposta indecente e impresentabile, i rappresentanti del grande padronato la ritengono valida non solo per i metalmeccanici ma anche per altri settori, visto che gode dell'appoggio esplicito del presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia. "Stiamo valutando e ci ragioneremo con i sindacati. Si può dire - ha dichiarato sul punto - che c'è anche questa possibilità. Quella di Federmeccanica è una proposta immediata di modernizzazione, saremo al suo fianco". Si vocifera che tutto ciò sia messo in essere per evitare che la Fiat abbandoni la Confindustria alla quale evidentemente non basta neppure l'istituzione di un contratto ad hoc per l'auto che recepisca i contenuti del modello Pomigliano-Mirafiori. Tra qualche giorno ci sarà il primo incontro tra Confindustria e sindacati ma Marchionne ha già detto che non parteciperà. L'altro motivo sarebbe quello di prevenire che altre grandi aziende seguano l'esempio della Fiat, ossia nel tirarsi fuori da Confindustria, disconoscere il contratto nazionale da sostituire con uno aziendale, magari sotto ricatto occupazionale.
Sia come sia non cambia la gravità della proposta sulla quale non può essere aperta alcuna trattativa. Anche perché non c'è solo la sostituzione del contratto aziendale a quello nazionale, che basta e avanza per dire un No grande come una casa, ma c'è anche la cancellazione di un livello di contrattazione dei due (nazionale e aziendale) che fanno parte dell'attuale sistema contrattuale. Immediata la reazione dei sindacati. Per la Camusso, segretario generale della CGIL: "Federmeccanica sbaglia per la quarta volta dopo il contratto separato, le deroghe e l'idea di inventare un nuovo contratto". Per Maurizio Landini, segretario generale della FIOM, la proposta "è inaccettabile perché vorrebbe dire che non ci sarebbero più due livelli contrattuali, ma uno solo. Stanno inseguendo la Fiat e così sbagliano". Anche il segretario generale della CISL, Raffaele Bonanni esprime, per ora, un opinione contraria: "Abbiamo un contratto nazionale - ha detto - che è valido per altri due anni, nessuno metta il carro davanti ai buoi". "Non siamo per la frammentazione. - ha sostenuto dal canto suo il segretario generale della UILM, Rocco Palombella -. Il contratto nazionale deve essere un collante, i livelli contrattuali devono restare due". Dei vertici di CISL e UIL però non c'è da fidarsi, se il grande padronato è giunto a tanto essi portano enormi responsabilità.
La provocazione di Federmeccanica rafforza non di poco le ragioni dello sciopero generale del 28 gennaio indetto dalla FIOM, un appuntamento di lotta importante da non mancare. Intanto, una prima risposta di lotta è venuta dagli operai della Same di Treviglio, i quali hanno attuato con successo,. Il 20 gennaio uno sciopero spontaneo con oltre il 90% di adesioni.

26 dicembre 2011