Contro il piano di dismissioni e di licenziamenti di massa
Prosegue senza sosta la lotta degli operai di Fincantieri
Si ampliano le manifestazioni di sostegno ai lavoratori. Solidarietà del PMLI
Inadeguate le reazioni di Camusso, Bonanni e Angeletti

Prosegue senza sosta la lotta degli operai dell'azienda pubblica Fincantieri contro il devastante piano industriale che prevede la chiusura degli stabilimenti di Castellammare di Stabia (Napoli) e di Sestri Ponente (Genova), impone un forte ridimensionamento di quello a Riva Trigoso (Genova) e la drastica riduzione di oltre 2.500 posti di lavoro, più i licenziamenti nell'indotto.
Dopo le forti proteste esplose il 23 maggio, cioè quando è stato reso pubblico il suddetto piano di ristrutturazione di "lacrime e sangue", la mobilitazione si è sviluppata nei giorni successivi con numerose iniziative di lotta in tutti gli otto cantieri del gruppo: da quelli di Sestri Ponente, Riva Trigoso e Castellammare di Stabia a quelli di Monfalcone (Gorizia), Marghera (Venezia), Ancona, Palermo e Muggiano (La Spezia). Iniziative che hanno trovato una progressiva solidarietà da parte di altri lavoratori, a partire dai metalmeccanici, e dalle città dove hanno sede gli stabilimenti che rischiano la chiusura e i licenziamenti.
Nelle prime ore del mattino di mercoledì 25 maggio si sono svolte nei cantieri le assemblee sindacali per illustrare ai lavoratori i contenuti inaccettabili del piano di ristrutturazione. Nei cantieri di Monfalcone, Muggiano e Palermo è stato deciso di proclamare scioperi di sette o otto ore e di organizzare cortei per le vie cittadine. Ad Ancona i lavoratori in corteo hanno raggiunto la sede della Regione Marche.
Giovedì 26 maggio i lavoratori del cantiere di Sestri Ponente hanno attuato due ore di sciopero con presidio dei cancelli. Il blocco dei cancelli ha interessato anche il cantiere navale di Riva Trigoso. La FIOM del Tigullio ha ringraziato la popolazione del territorio circostante per la solidarietà espressa ai lavoratori in lotta. Nella stessa giornata è proseguita forte la mobilitazione dei lavoratori del cantiere navale di Castellammare di Stabia: oltre al presidio davanti la municipio, i lavoratori hanno attuato un blocco stradale lungo l'arteria principale e l'occupazione dei binari della Circumvesuviana, la metropolitana che collega Napoli a Sorrento. Sfidando la rabbia reazionaria del sindaco PDL, Luigi Bobbio, che invoca addirittura l'esercito "contro i sovvertitori". Due ore di sciopero sono state attuate dai dipendenti della Isotta Fraschini, uno stabilimento manifatturiero di Bari, appartenente al gruppo Fincantieri.
Venerdì 27 maggio. A Sestri Ponente e a Marghera, i lavoratori di Fincantieri sono scesi in sciopero per contestare il piano di tagli e chiusure e il peggioramento delle condizioni di lavoro. Quando i lavoratori sono usciti in via Soliman (Sestri) sono stati accolti da un carosello di taxi che hanno salutato i manifestanti. Il lungo e combattivo corteo ha raggiunto piazza Baracca dove, tra gli applausi dei presenti, hanno preso la parola, i rappresentanti delle Rsu Giulio Troccoli e Luigi Stagnaro. Qualche fischio invece ha accolto l'intervento del sindaco PD di Genova, Marta Vincenzi. Folta la partecipazione della popolazione e anche dei commercianti che hanno chiuso i loro esercizi. Hanno portato in piazza la loro solidarietà i lavoratori delle altre fabbriche del Ponente, Elsag, Ericsson, Esaote e altre.
A Castellammare i lavoratori, da settimane in cassa integrazione, continuano a presidiare il municipio. Non solo. Nella giornata del 27 hanno effettuato volantinaggi sulla statale Sorrentina. Si è fatta sentire anche la solidarietà dei commercianti, i quali hanno abbassato le serrande a sostegno della lotta.
Da segnalare la presa di posizione di 192 manager di Fincantieri che hanno scritto di sentirsi "profondamente offesi" dall'"l'indegno proliferare di prese di posizione, di affermazioni prive di fondamento o di ricette miracolose fatte da soggetti che dimostrano di non avere la benché minima conoscenza di fatti arcinoti da almeno due anni". Sotto accusa, il ministro allo Sviluppo, Paolo Romani, e il ministro al Welfare, Maurizio Sacconi, per il quale sarebbe sufficiente applicare il modello Pomigliano per risolvere i problemi. A Sacconi ha risposto il segretario confederale, Vincenzo Scudiere: "Il modello Pomigliano - ha detto - non è assolutamente esportabile". Per affrontare la vertenza di Fincantieri il punto di riferimento, ha aggiunto, può essere l'accordo sottoscritto per la realizzazione del progetto sulla chimica verde a Porto Torres.
"L'attacco alla Fincantieri - hanno scritto nella loro solidarietà i lavoratori della Piaggio - riguarda tutti i lavoratori e chiama ad una risposta tutto il movimento operaio". Ma non sembra che i vertici di CGIL, CISL e UIL si stiano muovendo in questa direzione, la loro reazione, allo stato attuale dei fatti appare del tutto inadeguata. Per il momento i segretari Camusso, Bonanni e Angeletti si sono limitatati a inviare una lettera al vice presidente della Commissione europea, il berlusconiano Antonio Tajani, affinché siano ricercati "tutti i possibili strumenti di sostegno ed intervento da parte della UE da collegare sinergicamente alle azioni che dovranno mettere in campo il governo nazionale, gli Enti locali e la stessa azienda".
Nel loro comunicato di solidarietà, le RSU FIOM della System Sensor di Trieste dichiarano: "La lotta contro lo smantellamento dei diritti e del contratto nazionale e per il mantenimento dei posti di lavoro, della democrazia e della dignità dei lavoratori a partire dalla Fiat con il piano Marchionne passando ora per Fincantieri, sta coinvolgendo tutti i lavoratori metalmeccanici... comunichiamo di essere pronti ad affiancarci nella lotta con i lavoratori Fincantieri, qualora il governo non proponesse delle soluzioni atte a salvaguardare l'occupazione ed i posti di lavoro''.
L'assemblea dei lavoratori Piaggio di Pontedera in sciopero ha dichiarato in un comunicato: "A fronte del tentativo di chiudere gli stabilimenti di Sestri e di Castellammare di Stabia e di ridimensionarne altri, la reazione degli operai della Fincantieri è stata sacrosanta e proporzionata e ha tutta la nostra solidarietà. L'attacco alla Fincantieri riguarda tutti i lavoratori e chiama ad una risposta tutto il movimento operaio... L'ampiezza e l'evidenza delle questioni sollevate dai lavoratori è tale che la maggior parte della popolazione, a Genova come in Campania sì è già schierata dalla loro parte. Il movimento sindacale non deve cercare sulla Fincantieri compromessi o soluzioni tampone".
Per il 3 giugno prossimo è previsto un incontro tra governo e sindacati. I lavoratori della Fincantieri saranno a Roma per gridare: né si chiude né si licenzia. Non c'è però da farsi soverchie illusioni se si tiene conto che è dall'autunno del 2009 che è aperto un tavolo sindacati-governo sui problemi della Fincantieri senza che dal governo sia giunta alcuna risposta seria e positiva.
Il PMLI, nel ribadire la piena solidarietà militante alle operaie e agli operai di Fincantieri, continua a chiedere ai sindacati la immediata proclamazione dello sciopero generale di 8 ore per favorire la mobilitazione del più ampio fronte di lotta "per respingere - come si legge nel comunicato del compagno Franco Di Matteo, Responsabile del PMLI per la Campania del 25 maggio - questo piano devastante di drastico ridimensionamento della cantieristica e di licenziamenti di massa". "Per il PMLI occorre urgentemente mobilitarsi e lottare al fianco della giusta rivolta degli operai Fincantieri contro l'infame piano industriale... Altresì condanniamo lo squadrismo di regime che cerca di reprimere con i manganelli e con cariche indiscriminate la giusta rivolta degli operai Fincantieri, nonché la vergognosa proposta avanzata dal neopodestà della casa del fascio Luigi Bobbio che, incapace di dare risposte al problema del lavoro, addirittura invoca l'intervento dell'esercito per reprimere la rivolta operaia a Castellammare di Stabia... Tutte le forze sindacali, sociali, culturali, religiose e democratiche diano una risposta decisa ed efficace ai governi locali e nazionale e al padronato... A noi marxisti-leninisti questo ennesimo e scellerato piano dei padroni contro la classe operaia fa ribollire il sangue e aumentare il nostro odio verso il capitalismo ma anche duplicare senza sosta gli sforzi nella lotta contro di esso per raggiungere il traguardo dell'Italia unita, rossa e socialista, dove benessere e uguaglianza saranno il futuro dei lavoratori e delle masse popolari".

1 giugno 2011