Incandescente l'assemblea nazionale dei delegati Fiom a Bologna
"Facciamo saltare l'accordo separato sul contratto"
Decisa la mobilitazione permanente. Proclamate 4 ore di sciopero. Disdettato il "Patto di solidarietà" con Fim e Uilm per le elezioni delle Rsu. Promossa una legge d'iniziativa popolare sulla democrazia sindacale
I delegati a Fim e Uilm: "traditori, venduti"

Attorno alla parola d'ordine "facciamo saltare l'accordo separato sul contratto", forte e dura è arrivata la risposta di lotta dell'Assemblea nazionale della Fiom tenutasi il 30 ottobre a Bologna, cui hanno partecipato 5 mila delegate e delegati metalmeccanici giunti da tutta Italia. Unanime la condanna contro questa intesa firmata il 15 ottobre 2009 da Federmeccanica, Fim e Uilm contro la volontà manifesta del sindacato più rappresentativo, la Fiom. Unanime la volontà espressa per contrastarla e farla fallire nella sua applicazione. Tanta la rabbia nei confronti dei vertici sindacali delle altre due organizzazioni: dalla sala si è alzato più volte il grido: "Traditori, venduti"!
Nel dispositivo conclusivo proposto dalla segreteria nazionale e approvato con convinzione dai delegati presenti, è sintetizzato un piano di lotta articolato e proiettato nel tempo. Scontato in premessa il giudizio negativo sull'accordo separato. Ma poiché Fim e Uilm si sono rifiutate di svolgere un referendum vincolante esso viene dichiarato illegittimo: "Pertanto tutte le controparti a tutti i livelli saranno diffidate e tutti gli strumenti legali saranno utilizzati per tutelare il Contratto nazionale in vigore".
In concreto. La Fiom ha proclamato un primo pacchetto di 4 ore di sciopero "per dare massima visibilità alle iniziative di lotta". Ha inoltre indetto dal 9 al 13 novembre, una settimana particolare di mobilitazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica, delle istituzioni e del mondo dell'informazione". In questo ambito è previsto che il 6 novembre "delegazioni di tutte le realtà metalmeccaniche parteciperanno alla manifestazione di Bergamo". Lo scopo è quello di sviluppare una contestazione di piazza nei confronti di Fim e Uim le quali, nello stesso giorno e nella stessa città, inusualmente, terranno insieme un'assemblea nazionale dei loro delegati per ottenere il consenso al contratto filopadronale siglato.
Come conseguenza ai comportamenti scorretti dei sindacati complici che tra l'altro negano il referendum sull'intesa separata tra tutti i lavoratori interessati, l'Assemblea della Fiom ha assunto due importanti decisioni nel campo della democrazia sindacale. La prima riguarda la disdetta "del Patto di solidarietà Fim, Fiom, Uilm per le elezioni delle Rsu per le quali, da questo momento, si procederà unicamente sulle basi dell'intesa interconfederale". Ciò vuol dire che le singole organizzazioni eleggeranno propri delegati sulla base dei voti effettivamente ricevuti. Fino ad oggi invece, grazie al suddetto "patto di solidarietà" pur non avendo i consensi necessari, Fim e Uilm, in moltissime aziende ottenevano lo stesso delle rappresentanze di fabbrica. La seconda concerne la raccolta di firme per promuovere una legge d'iniziativa popolare per definire regole certe, esigibili e inviolabili sulla democrazia e sulla rappresentanza sindacali.
C'è la consapevolezza che la lotta sarà lunga. Proprio per questo è già fissata una nuova Assemblea nazionale Fiom a gennaio 2010 "per definire il proseguimento e lo sviluppo dell'iniziativa". "Chi spera che questa nostra mobilitazione sia destinata ad esaurirsi in breve tempo sappia che ha sbagliato i propri conti. Noi delegate e delegati metalmeccanici - si legge nell'appello da essi approvato - ci impegniamo ad operare affinché la mobilitazione contro l'accordo separato continui nel tempo, fino a che quell'accordo non verrà sconfitto e fino a che i diritti e la dignità dei lavoratori non siano pienamente riaffermati".
L'accordo va respinto con grande forza sostengono i delegati Fiom perché svaluta il lavoro e demolisce il contratto nazionale, perché "riduce le libertà e i diritti dei lavoratori e aumenta le flessibilità e la precarietà del lavoro". In ogni caso chiedono che sull'accordo "si svolga un referendum il cui risultato vincoli tutti". Diversamente sarà considerato "sul piano del diritto e su quello dei fatti, illegittimo e da non rispettare". Per Federmeccanica c'è il seguente avvertimento: se essa vorrà procedere nell'applicazione dell'accordo separato "noi delegate e delegati metalmeccanici ci impegneremo a far sì che in ogni azienda, in ogni posto di lavoro esso non entri in vigore".
Gli stessi concetti erano stati anticipati da Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom, nella sua relazione introduttiva. "Deve essere chiaro - ha detto - che quello del 15 ottobre non è un accordo separato come quelli che abbiamo conosciuto nel passato. È un'intesa il cui carattere negativo è assai più grave, perché definisce un sistema di regole volto a limitare da adesso in poi il potere contrattuale del sindacato e dei lavoratori. E questo lo si vede bene proprio rispetto alla contrattazione aziendale. Infatti, la libertà delle Rappresentanze sindacali unitarie e del sindacato di presentare piattaforme rivendicative a livello aziendale o di gruppo esce fortemente limitata dall'intesa del 15 ottobre. Senza dimenticare, ovviamente, che l'intesa separata colpisce tutta la struttura del Contratto nazionale. a partire dall'indebolimento della sua capacità di proteggere il potere d'acquisto delle retribuzioni".
Rinaldini dopo aver proposto le iniziative poi raccolte nel dispositivo finale prima citato, ha fatto questa affermazione impegnativa: "In questa lotta abbiamo con noi la Cgil. Perché noi siamo la Fiom, siamo la Cgil" e su questioni di fondo come quelle del sistema contrattuale e della democrazia sindacale è unità.
Epifani, presente all'Assemblea, in effetti nel suo intervento ha detto qualcosa sulla vicenda dei metalmeccanici rilevando che questo è uno dei punti più bassi da decenni a questa parte nei rapporti tra la Cgil da una parte e Cisl e Uil dall'altra, che è intollerabile che in un settore fondamentale come quello dei metalmeccanici si firmi un contratto "senza la forza più rappresentativa del lavoro metalmeccanico", che lo sciopero della Fiom "è fatto per riconquistare un contratto, per avere una procedura democratica e non è contro gli altri". Insomma, ha fornito un appoggio politico di carattere generale. Per il resto c'è andato cauto e si è tenuto sul generico.

4 novembre 2009