All'assemblea nazionale del maggior sindacato dei metalmeccanici per celebrare il 42° anniversario dello Statuto dei lavoratori
La Fiom difenderà sempre l'art. 18 che va esteso a chi non ne gode
Diffuso l'appello di Scuderi: Uniamoci contro il capitalismo, per il socialismo

Dal nostro inviato
Sono arrivati a Firenze il 20 maggio circa in 1.500 fra lavoratori, delegati, quadri sindacali e invitati, movimenti e artisti, mobilitati dalla FIOM nazionale, per celebrare il 42° anniversario dello Statuto dei lavoratori, un'importante conquista nata dalle dure lotte operaie dell'autunno caldo a difesa dei loro diritti e oggi, più di ieri, sotto attacco del governo del tecnocrate borghese e liberista Monti.
Doveva essere una celebrazione di festa e di lotta ma è stata adombrata dagli ultimi avvenimenti di cronaca: l'atto terroristico alla scuola di Brindisi che ha causato la morte di una studentessa, e il tragico terremoto in Emilia-Romagna dove sono morti quattro operai e causato disagi nei trasporti impedendo a molti delegati di raggiungere Firenze
La sommessa apertura di Landini nella sala rossa del Palacongressi, addobbata da alcune bandiere rosse della FIOM e da un pannello gigante con lo slogan "Il diritto ad avere diritti", ha ripreso vigore quando ha denunciato come il terrorismo viene usato per bloccare le lotte in corso, siano operaie che studentesche, "quando invece c'è la necessità di rilanciarle per difendere i diritti ed estenderli dove non ci sono". L'applauso che ha sottolineato questo passaggio si è ripetuto quando ha denunciato le "inaccettabili" proposte del governo su pensioni, ammortizzatori sociali, taglio allo stato sociale e la conseguente perdita di posti di lavoro. Non ha denunciato apertamente la politica da macelleria sociale del governo che si ripercuote esclusivamente sui lavoratori e le loro famiglie e sui giovani, ma ha affermato che Monti non ha cambiato direzione rispetto al precedente governo Berlusconi.
Partendo da questo contesto, Landini ha ripercorso la storia dello Statuto, nato il 20 maggio 1970 dall'esperienza delle lotte degli operai che già nel 1800 stabilirono per legge il diritto di coalizzarsi per meglio difendersi dai soprusi padronali. Oggi si mette in discussione questo diritto fondamentale che ci permette di esercitare il potere di contrastare "il Marchionne di turno". Per questo, ha ribadito che i diritti contenuti nello Statuto dei lavoratori e l'art. 18, in particolare, va esteso e non tolto. Applaudita anche, perché molto condivisa, la critica rivolta alla segreteria della Cgil che ha dato un giudizio positivo alle "modifiche" messe in campo da Monti e sostenute dalla Marchionne del governo, Elsa Fornero, sulla reintegra negata in caso di licenziamento ingiusto. "Se alla fine dell'iter parlamentare si nega la reintegra, ha affermato, faremo qualsiasi iniziativa per ristabilirla!".
Le iniziative necessarie "nessuna esclusa" che Landini ha proposto, da quelle territoriali, fino alla raccolta di firme per un referendum per cambiare la legge, non hanno scaldato la platea. Applausi, invece, hanno accolto la proposta di una o due giornate di mobilitazione nazionale, fino ad un presidio di lotta sotto il Parlamento. E, infine, applausi scroscianti alla richiesta di proclamare, subito, e finalmente, lo sciopero generale nazionale!
Sono seguiti interventi degli invitati, di studenti, precari, giornalisti, giuristi e docenti esperti di diritto.
All'ingresso i partecipanti sono stati accolti da una Squadra di dirigenti e militanti del PMLI che ha diffuso con successo l'appello di Scuderi: Uniamoci contro il capitalismo, per il socialismo (si legga articolo a parte).

23 maggio 2012