La Fornero fischiata nel torinese. Per lei i giovani sono "schizzinosi"
"Il Giornale" la difende

È stata contestata, questa volta a Nichelino, vicino Torino, il ministro del lavoro del governo Monti, Elsa Fornero. Fischi urla e slogan non le hanno giustamente consentito neanche di iniziare il suo ennesimo show antigiovanile e antipopolare, organizzato da un esponente di "Nichelino Bene comune" e presenziato dai politicanti borghesi locali.
Mentre i carabinieri tentavano di contenere i manifestanti fuori dal centro per anziani, in diversi hanno superato il cordone e fatto irruzione nella sala dove la Fornero stava per iniziare la sua concione reazionaria. È dovuta letteralmente scappare, protetta dalla scorta.
L'odiatissima Marchionne in gonnella del governo Monti si merita queste contestazioni in quanto è colpevole della devastante controriforma del lavoro, della soppressione dell'articolo 18, dei tagli agli "ammortizzatori sociali", di aver generato 350.000 "esodati". È doppiamente colpevole perché dietro la fredda immagine professorale e tecnocratica che offre al pubblico cela una propaganda ideologica che tradisce la radicata ideologia antioperaia, antipopolare e fascista.
Poche ore prima della contestazione di Nichelino, infatti la Fornero parlando di lavoro e precariato aveva indirizzato, dal palco di Assolombarda a Milano, uno spregevole insulto, rivolgendosi ai giovani: "Non siate troppo choosy", in inglese schizzinosi, "nella ricerca di un primo impiego".
Con un'impareggiabile faccia tosta, lei che guadagna decine di migliaia di euro al mese si permette di fare la lezione ai giovani disoccupati che fanno la fame, lasciando intendere, peraltro, che se sono ancora disoccupati è per via del loro atteggiamento: sono troppo schizzinosi e non si accontentano di un lavoro qualsiasi, a qualsiasi condizione.
Insomma, a suo dire, basterebbe che i giovani accettassero qualsiasi lavoro e così scomparirebbe la disoccupazione. La stessa ricetta di Marchionne. Volete il lavoro e allora dovete accettare la precarietà e condizioni di lavoro insicure, supersfruttate, con bassi salari e senza diritti. È, peraltro, la tesi che rilancia sulla prima pagina de Il Giornale del 23 ottobre, Vittorio Feltri, che come il ministro non si perita di insultare i giovani: "Fornero suona la sveglia per i giovani viziati" e "le accuse della Fornero ai bamboccioni sono giuste"
In difesa della Marchionne in gonnella si sono mobilitati i partiti che sostengono il governo Monti. A cominciare dal sindaco di Nichelino, Giuseppe Catizone, PD: "Avremmo voluto chiedere a Fornero la cassa integrazione in deroga per questi dipendenti, ma un manipolo di irresponsabili, una cricca di fascisti ce lo ha impedito", erano presenti infatti alcuni lavoratori delle fabbriche in crisi della zona: Viberti, Liri, Indesit. Come se la cassa integrazione agli operai debba essere una "concessione" contrattata col governo sulla base del silenzio dei contestatori.
Attestati di solidarietà le sono arrivati dal presidente del senato Schifani e dal leader dell'UDC Casini. Il ministro della cooperazione internazionale Andrea Riccardi tenta ancora la carta del siamo tutti sulla stessa barca: "il momento è difficile per tutti, ma il governo non prende certe decisioni a cuor leggero. Per questo trovo inaccettabile che le manifestazioni di dissenso, che sono legittime, possano scadere in forme di intolleranza, impedendo di parlare a un membro del governo disponibile al dialogo e al confronto".
Il punto è che non siamo tutti nella stessa barca. Da un lato c'è chi questa violenta crisi del capitalismo e la conseguente disoccupazione la subisce, tra questi i giovani in cerca del primo lavoro, presi di mira dalla Fornero, dall'altra c'è il governo Monti, che difende unicamente gli interessi del grande capitale e della grande finanza.
Si mettano il cuore in pace Monti e i suoi ministri. È la loro politica che genera proteste. Viva le contestazioni, che mettono a nudo la frattura sempre più netta tra le istituzioni borghesi e le masse e mettono in crisi la concertazione e l'interclassismo. Bene che la Fornero sia avvilita perché le viene "negato il diritto di parola". Non solo, non ha diritto di insultare i giovani disoccupati, ma dovrebbe essere spedita a casa immediatamente insieme a tutto il governo Monti, grazie ad una mobilitazione sempre più combattiva ed estesa dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, dei giovani.

24 ottobre 2012