Alle elezioni politiche
Il 43,7% dell'elettorato francese diserta le urne
Si sono astenuti soprattutto i giovani e i più poveri. Superato il 42,07% del primo turno

Alle elezioni politiche francesi il partito socialista (Ps) del presidente François Hollande ha conquistato la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento; il seppur vago pericolo di "coabitazione" tra parlamento ed Eliseo se socialisti e alleati avessero perso era di fatto superato dai risultati del primo turno del 10 giugno e confermato dall'esito del ballottaggio del 17 giugno. I partiti che sostengono il governo presieduto da Jean-Marc Ayrault dovevano superare quota 289 parlamentari, ne avranno 315 e Ayrault potrà lavorare tranquillo. Anche se dovrà tener conto che non rappresenta la maggioranza dell'elettorato a fronte di una diserzione al voto che il 17 giugno ha raggiunto la quota record del 43,7%.
Di fatto il "successo" nel ballottaggio delle liste della "sinistra" borghese, arrivate al 51% dei voti validi, è ridimensionato a poco più di un 30% del corpo elettorale; così come i partiti di centrodestra e di destra, a partire dall'Ump di Sarkozy, che hanno registrato il 44% dei voti validi possono valersi solo di poco più del 28%.
Già al primo turno la diserzione del voto aveva toccato il 42,07%. Alimentata soprattutto dagli elettori più giovani e dai più poveri. Che hanno confermato la loro sfiducia nei partiti parlamentari, non raccolta nemmeno dalle liste della "sinistra" borghese a sinistra del partito socialista e dalle formazioni degli ecologisti, anche nel turno di ballottaggio con la diserzione del voto cresciuta fino al 43,7%.
Al primo turno delle politiche i due principali partiti, il Ps e l'Ump avevano ottenuto un risultato di parità, 34,4% e 34,1% dei voti validi, con l'Ump che registrava una perdita di 11 punti percentuali rispetto alla politiche del 2007. Il terzo partito, con il 13,7% dei voti validi era la destra razzista e xenofoba del Fronte nazionale, con l'immagine "ripulita" dalla leader Marine Le Pen che gli valevano tre deputati. Risultati inferiori per i revisionisti del Pcf che quasi dimezzava i suoi parlamentari, da 18 a 10. Presenti in parlamento gli ecologisti grazie all'accordo elettorale che forniva loro il sostegno del Ps.
Nel turno di ballottaggio del 17 giugno il Ps dava indicazione ai propri elettori dei collegi dove il proprio candidato era escluso o se era solo il terzo di votare per il candidato dell'Ump in caso di duello con quello del Fronte nazionale. Una decisione vergognosa ma che di fatto portava i ballottaggi a decidersi in favore di candidati dei due principali partiti, cancellando quelli dei partiti minori. Ps e Ump totalizzavano quindi 315 e 208 parlamentari rispettivamente.

20 giugno 2012