Riunito a Parigi presieduto da Sarkozy per far fronte alla crisi finanziaria Usa che ha investito l'Europa
Il G4 adotta misure per salvare le banche dell'Unione europea
Respinta la proposta di istituire un fondo comune europeo di salvataggio. Chiesta alla Commissione "flessibilità" sui parametri di Maastricht. Gli Stati dovrebbero intervenire per aiutare gli istituti di credito in crisi

Il crac finanziario Usa ha valicato l'Atlantico e ha cominciato a far sentire i suoi rovinosi effetti in Europa al momento tamponati in Francia, Germania, Gran Bretegna e Olanda con dispendiosi interventi statali per salvare istituti di credito sull'orlo della bancarotta. La necessità di tentare di coordinare un intervento per far fronte alla crisi finanziaria ha spinto il presidente di turno della Ue, il francese Nicolas Sarkozy a convocare per il 4 ottobre un vertice straordinario che ha visto riuniti a Parigi la tedesca Angela Merkel, il britannico Gordon Brown e il neoduce Berlusconi assieme alle autorità europee, José Manuel Barroso della Commissione, Jean-Claude Trichet della Banca centrale europea e Jean-Claude Juncker presidente dell'Eurogruppo, i paesi della zona euro.
Il vertice del cosiddetto G4 ha messo a punto un piano che prevede un sostegno alle banche, sanzioni per i manager delle società salvate, aiuti di Stato più facili. Ha chiesto alla Commissione "flessibilità" per quanto riguarda gli aiuti pubblici alle imprese e nel rispetto dei parametri di Maastricht che blindano i bilanci statali. Ulteriori misure saranno discusse al Consiglio europeo dei capi di stato e di governo in programma per il 15 e 16 ottobre a Bruxelles.
Il vertice è stato seguito il 6 ottobre dalla riunione dell'Ecofin, l'assise dei ministri delle Finanze dei 27 che hanno concordato di aumentare il tetto garantito dallo Stato sui conti correnti dagli attuali 20 mila a 50 mila euro, per prevenire assalti alle banche.
Sul tavolo del G4 era rimasta l'idea di un fondo di garanzia europeo, sul modello del piano del Tesoro americano, sostenuta da Francia e Italia ma bocciata da Germania e Gran Bretagna. Il fondo avrebbe dovuto essere finanziato con contributi proporzionati al Pil e la Merkel si è opposta perché temeva di dover sostenere il grosso delle spese di salvataggio senza ricavarne una contropartita adeguata; Brown era contrario all'idea, come a qualsiasi altra iniziativa che riduca le sovranità nazionali a vantaggio di quella europea. Altri governi avevano mostrato dubbi sul fatto che non era chiaro chi avrebbe gestito il fondo e chi avrebbe avuto la proprietà delle azioni rastrellerate sul mercato.
Senza dubbio una zeppa al progetto è venuta da vari governi che pensano di avere un sistema bancario nazionale relativamente più solido di altri e che potrebbe rafforzarsi acquistando a prezzi stracciati gli sconfitti del massacro dei mercati. A cominciare da quello spagnolo di Zapatero, il cui sistema bancario non dà per ora segni di crisi, per arrivare persino a quello francese che ha frenato dopo che Paribas si è aggiudicata la parte dell'olandese Fortis non nazionalizzata dall'Aja e dopo che la Société Générale si è dimostrata interessata alla spartizione del colosso belga-francese Dexia.
D'altra parte a Parigi la Mer-kel si è presentata, dopo il salvataggio in extremis del colosso dei mutui Hypo Real Estate che aveva un buco di 400 miliardi di euro, con in tasca il piano di salvataggio per garantire tutti i depositi nelle banche tedesche e evitare possibili "assalti alle banche" come quello non tanto lontano alla Northern Rock in Gran Bretagna. L'assicurazione statale sui depositi era già stata varata da Irlanda e Grecia, cui seguiranno quelle di Svezia, Austria, Danimarca e Portogallo. I 27 si muovono "coordinati" ciascuno per conto suo.
Quanto sia stato efficace l'annuncio delle misure del G4 lo ha dimostrato il pesante tonfo delle borse il 6 ottobre. Secondo varie stime le Borse dei principali mercati mondiali hanno bruciato circa 1.800 miliardi di dollari, di cui circa un terzo quelle europee. E Sarkozy è dovuto di nuovo intervenire a nome dei 27 per assicurare che "tutti i dirigenti dell'Unione europea dichiarano che ciascuno tra loro prenderà tutte le misure necessarie per assicurare la stabilità del sistema finanziario sia con iniezioni di liquidità fornite dalle banche centrali, sia attraverso misure mirate a talune banche o da dispositivi di protezione rafforzata dei depositi. Nessun correntista delle banche dei nostri paesi ha subito perdite e continueremo ad assumere le misure necessarie per proteggere il sistema e i risparmiatori".
Una missione difficile perché non si vede ancora una via d'uscita alla crisi che il Fondo Monetario Internazionale ha definito un "terremoto senza precedenti" che costerà 1.400 miliardi di dollari e forse di più dato che finora sono emerse soltanto il 55% delle perdite potenziali conosciute. Sull'Europa pesa il 40% di queste perdite legate ai subprime americani, che alimentano la miscela esplosiva composta anche dalla recessione dell'economia e dal crollo delle Borse.

8 ottobre 2008