Ennesimo golpe del governo del neoduce Berlusconi
Privatizzata l'acqua

ll 4 novembre scorso il Senato nero ha approvato l'articolo 15 del DL 135/09, che sancisce di fatto la privatizzazione dell'acqua e dei servizi idrici sull'intero territorio nazionale. Si tratta quindi di un gravissimo, scellerato e criminale provvedimento che se dovesse passare anche alla Camera, permetterebbe al governo del neoduce Berlusconi di cancellare definitivamente l'acqua e i servizi idrici dai beni pubblici, comuni e universali, per trasformarli in una merce come le altre, gestita e sfruttata a proprio piacimento dai grandi monopoli nazionali e internazionali (per lo più appartenenti alla stessa famiglia di pescecani che possiedono le acque minerali).
L'articolo in questione, inserito surrettiziamente in un decreto legge frutto di un accordo tra Fitto e Calderoli che il Consiglio dei ministri aveva licenziato il 9 settembre, prevede infatti che gli enti locali saranno ridotti a gestire "l'anagrafe della popolazione", che i cosiddetti "affidamenti in house" decadranno automaticamente "entro il 31 dicembre 2011", che, salvo eccezioni, tutte le attuali aziende, consorzi comunali e Spa pubbliche dovranno trasformarsi in società miste dove "il socio privato avrà almeno il 40 % delle azioni". Per effetto di questa norma ne deriva che "Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria: a) a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite e individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica.... b) a società a partecipazione mista pubblica e privata, a condizione che la selezione del socio avvenga mediante procedure competitive ad evidenza pubblica... le quali abbiano ad oggetto, al tempo stesso, la qualità di socio e l'attribuzione dei compiti operativi connessi alla gestione del servizio e che al socio sia attribuita una partecipazione non inferiore al 40 per cento."
Anche questa volta siamo costretti a sottolineare la scandalosa complicità della cosiddetta opposizione parlamentare rappresentata dal mostriciattolo del PD che si è limitata a proporre nella persona del senatore Bubbico, un emendamento- compromesso: l'acqua potrebbe essere gestita dai privati, ma la proprietà resterebbe pubblica. Una proposta, fatta solo per salvarsi la faccia, che prima sembrava passata con un voto bipartisan poi è stata bocciata dalla maggioranza. Solo a quel punto i rinnegati liberali hanno votato contro il decreto-legge, per provare a nascondere un fatto ormai noto: che il nuovo segretario Pierluigi Bersani è stato sempre a favore della privatizzazione!
In questo senso non sono credibili neanche le proteste del governatore della Regione Puglia Niki Vendola che afferma che l'acqua non è assoggettabile ai meccanismi di mercato e si dice intenzionato ad impugnare l'art. 15 del decreto governativo presso la Corte costituzionale in quanto lesivo dell'autonomia regionale. Ricordiamo infatti che il rinnegato del comunismo ha contribuito insieme a Massimo D'Alema alla privatizzazione dell'acquedotto Pugliese! Stesso discorso per l'Italia dei valori che invece di chiamare subito alla mobilitazione di piazza si è affidata alle parole di Elio Lannutti che ha parlato di "ripercussioni disastrose", ricordando che di fatto la legge "sottrarrà ai cittadini e alla sovranità delle Regioni e dei Comuni, l'acqua potabile di rubinetto, il bene più prezioso" e ha puntato il dito contro quelle norme che forzano la privatizzazione obbligando i comuni stessi a cedere la gestione pubblica dell'acqua entro il 2011 privandosi, così, di introiti fiscali vitali per la sopravvivenza economica degli enti locali".
Mentre continua la raccolta delle firme anche online, il Forum nazionale e i comitati contro la privatizzazione dell'acqua hanno indetto una manifestazione per il 12 novembre quando la legge passerà alla Camera. Una decisione che coincide con le tesi del 5° Congresso il PMLI secondo cui "La lotta per la riappropriazione delle risorse idriche, sottraendole al selvaggio sfruttamento capitalistico, per garantire un reale diritto all'acqua alle generazioni attuali e future deve essere portata avanti attraverso la mobilitazione di piazza" mentre "i teorici 'new-global' della ex 'sinistra radicale' non sono credibili perché riconducono tutto in sedi legalitarie e istituzionali, a un tavolo di confronto che non esclude governi e multinazionali. E nemmeno è credibile chi parla di 'oligarchia mondiale dell'acqua', denunciando le multinazionali, ma senza chiamare in causa il loro mandante, ossia l'imperialismo".

11 novembre 2009