La camera nera e dei venduti approva la legge salva Berlusconi e ammazza inchieste come quelle sulla strage di Viareggio e sul terremoto a L'Aquila
Golpe parlamentare sul "processo breve"
Ciononostante la "sinistra" borghese non ha il coraggio di ricorrere alla piazza per abbattere il nuovo Mussolini

"Abbiamo i numeri, anzi, cresceranno, come dimostra il voto segreto dell'altra sera: dobbiamo saperli usare al meglio". Così un trionfante Berlusconi arringava i suoi gerarchi riuniti a pranzo a Palazzo Grazioli per festeggiare l'approvazione da parte della Camera nera e dei venduti del cosiddetto "processo breve", contenente anche la riduzione dei tempi per la prescrizione che manda in fumo già da ora il processo Mills in cui è imputato per corruzione. E li incitava a sfruttare subito il momento favorevole per portare a casa tutte le altre leggi-vergogna messe in cantiere in parlamento, tra cui: la legge bavaglio contro le intercettazioni, la legge sulla responsabilità civile dei giudici, il "processo lungo" in discussione al Senato e la "grande" controriforma costituzionale della giustizia per mettere definitivamente il basto del governo sulla schiena della magistratura.
E in effetti il golpe riuscito della votazione di mercoledì 13 aprile, conclusosi con 314 voti a favore contro 296 contrari, strappando anche 6 voti in più provenienti da deputati della "opposizione" che nel segreto dell'urna hanno scelto di sostenere il suo governo e dare una lezione ai magistrati "troppo invadenti", lo rafforza e aumenta non poco la sua smisurata ingordigia, incoraggiandolo a giocarsi anche la camicia pur di cancellare i suoi processi e concludere con una piena vittoria la sua guerra contro i giudici. "Questa legge è l'ultimo ostacolo che abbiamo sul nostro cammino, passato questo sarà tutto in discesa", aveva detto alle sue truppe per galvanizzarle alla vigilia del dibattimento conclusivo, ed esse non l'hanno deluso comportandosi come un vero e proprio corpo militarizzato, partecipando insieme a tutto il governo al gran completo a tutte le votazioni e a tutte le sedute diurne e notturne, tanto importante era per lui la posta in gioco. E vanificando con ciò il debole ostruzionismo messo in piedi dal PD e dall'IDV, che è riuscito solo a ritardare di qualche ora l'approvazione dello sconcio provvedimento.
Non si può aggettivare altrimenti questa legge che ora passerà al Senato, dove la maggioranza neofascista e leghista è schiacciante, per un'ultima approvazione così com'è prima della firma finale di Napolitano e della sua entrata in vigore. Con la morte automatica del processo Mills, ma anche di altre migliaia di processi che sono già vicini alla prescrizione e i cui imputati, se incensurati, godranno di un' immediata amnistia come il neoduce Berlusconi per il caso Mills. Senza contare le altre migliaia di processi che, pur non rischiando il decadimento immediato, avranno comunque una decurtazione di molti mesi dei tempi per arrivare a sentenza. Il che, per molti processi riguardanti reati come le stragi, le morti sul lavoro, le bancarotte e le truffe ai danni di numerose vittime, rappresenta un rischio di non poco conto, considerato che oltre ai cronici problemi che ritardano tutti i procedimenti giudiziari (mancanza di personale e di mezzi, arcaicità delle procedure, ecc.), questi processi in particolare necessitano di tempi lunghi per la complessità delle indagini e delle perizie, il gran numero di testimonianze, le eventuali rogatorie internazionali, e così via.

Una legge per affossare inchieste e salvare corrotti
Altrettanto vale per reati come la concussione, la corruzione, l'abuso d'ufficio, il falso in bilancio e simili che, come quelli di Berlusconi e delle varie "cricche" visti in questi ultimi anni, possono essere allungati pressoché a piacimento dagli imputati, specie quando sono imputati "eccellenti" e hanno mezzi e avvocati a volontà per tirarla abbastanza in lungo fino a far scattare la prescrizione. Cosa che sarà poi ancor più facile se passerà il "processo lungo" in discussione al Senato, che permetterà all'imputato di citare un numero illimitato di testimoni a favore e impedirà ai pm di far valere sentenze già emesse per accelerare il processo. Per esempio nel processo a Berlusconi per corruzione nei confronti dell'avvocato Mills non potrebbe avere alcun valore la sentenza della Cassazione che ha riconosciuto il legale inglese essersi fatto corrompere da Berlusconi per testimoniare il falso a suo favore: con questa legge occorrerebbe che i pm dimostrassero di nuovo e daccapo l'avvenuta corruzione.
È per questo che davanti a Montecitorio, durante tutti i giorni del dibattimento, insieme al "Popolo viola" in presidio permanente, hanno manifestato la loro rabbia e protesta i familiari delle vittime della strage alla stazione di Viareggio, quelli delle vittime della Casa dello studente de L'Aquila, crollata come un castello di carte per il terremoto ma anche per l'incuria e la speculazione, quelli dei lavoratori dei cantieri navali morti per l'amianto e tanti altri che rischiano di non avere giustizia a causa di questa nuova legge-vergogna che abbassa ulteriormente i tempi della prescrizione già tagliati dalla ex Cirielli del 2005. Non solo sono a rischio quei processi per strage ma anche molti altri relativi a scandali di natura finanziaria da cui tante vittime attendono giustizia, come per esempio i casi Parmalat, Cirio (in cui insieme all'ex patron Cragnotti è coinvolto anche il banchiere Geronzi), Calciopoli, HDC, Enipower, Antonveneta (quello dei "furbetti del quartierino"), Unipol-Bnl, il crac Sicilcassa e così via.
Nonostante il gerarca del neoduce alla Giustizia, Alfano, sia venuto in aula per sostenere ipocritamente che i processi prescritti dalla nuova legge sarebbero solo lo 0,2% del totale, in realtà sarebbero invece ben 15 mila ad andare in fumo, secondo le stime dell'Associazione nazionale magistrati e dello stesso Consiglio superiore della magistratura, che in un suo documento l'ha definita senza mezzi termini un'amnistia mascherata. Per il procuratore antimafia Piero Grasso la legge "è un modo per far morire il processo, piuttosto che per provare le eventuali responsabilità d'un colpevole o l'assoluzione di un innocente".

Un altro flop dell'opposizione parlamentare di cartone
Ancora una volta dopo la sconfitta dello scorso 14 dicembre, di fronte a questo ennesimo golpe del neoduce, la "opposizione" di cartone ha mostrato tutta la sua debolezza, passività e inettitudine a far cadere il governo per via parlamentare. L'ostruzionismo tanto decantato prima e dopo il voto dai leader della "sinistra" parlamentare è stato un clamoroso flop di fronte all'arrogante determinazione delle truppe al soldo del nuovo Mussolini e dei suoi gerarchi in camicia nera e verde. É servito appena a ritardare un po' l'approvazione della legge, e anche il voto segreto che avrebbe dovuto far emergere la debolezza del governo si è rivelato invece un boomerang, con la defezione di 6 deputati che hanno unito il loro voto a quelli della maggioranza, attribuiti uno a FLI, tre all'MPA, uno all'UDC e uno addirittura al PD. Lo stesso fascista ripulito Fini, evidentemente preoccupato solo di tenersi ben stretto lo scranno di presidente della Camera nera, ha finito per dare una mano al governo tagliando i tempi degli interventi, al punto da attirarsi l'accusa di "peggior presidente della Camera di tutti i tempi" da parte di un deputato piddino, subito ripreso però da Bersani che si è scusato col leader di FLI.
Dopo questa ennesima prova fallimentare ai leader della "sinistra" borghese non resta che sperare in Napolitano, coltivando l'illusione che possa non firmare la legge, chiedendo delle modifiche che salvaguardino in qualche modo le migliaia di processi in pericolo, e quindi costringendo Berlusconi a doverla ripresentare in parlamento. Si attaccano per questo a una dichiarazione che il nuovo Vittorio Emanuele III ha fatto a Praga: "Valuterò i termini di questa questione quando saremo vicini al momento dell'approvazione definitiva in parlamento". Parole che alla "sinistra" borghese sono suonate come una riserva dell'inquilino del Quirinale sulla costituzionalità della legge. Ma che invece costui ha subito dissipato con una nota di precisazione successiva definendo "del tutto arbitraria" tale interpretazione. Del resto se non fosse stato così il rinnegato Napolitano avrebbe già avuto ampia materia per intervenire su una legge tanto sfacciatamente arbitraria e anticostituzionale, specie di fronte all'indignazione dei parenti delle vittime delle stragi, invece se ne è stato come al solito zitto e immobile, lasciando il nuovo Mussolini trasformare il parlamento in un mercato delle vacche e in una fabbrica di leggi a pro' suo, e attaccare e insultare i magistrati e la Costituzione ormai quotidianamente.
Tutto pur di non fare l'unica cosa che la "sinistra" borghese potrebbe fare per fermare davvero il neoduce: chiamare le masse a scendere in piazza per buttarlo giù con la lotta. Ormai dovrebbe essere più che chiaro che con le illusioni elettorali e parlamentari, con la difesa della Costituzione già rottamata e con l'affidarsi al nuovo Vittorio Emanuele III non si fa un passo verso questo obiettivo, e che è sempre più necessario ed urgente un nuovo 25 Aprile per liberarsi dal nuovo Mussolini e dal suo governo neofascista, presidenzialista, federalista, razzista, xenofobo, interventista e mafioso.

20 aprile 2011