Sicilia
Il governo Lombardo fomenta il precariato
In un anno ha creato un bacino di 80.050 lavoratori a tempo determinato. Pubblicato un bando per assumere 8.400 precari nelle parrocchie e nelle organizzazioni ecclesiastiche
Assumere tutti i precari per porre fine allo sfruttamento e al clientelismo mafioso

Dal nostro corrispondente della Sicilia
Nonostante la fiorviante propaganda del PD a favore delle politiche sul lavoro dell'antipopolare e mafioso governo Lombardo e in barba alle promesse di stabilizzazione, le condizioni di lavoro delle masse siciliane sono notevolmente peggiorate nel corso del 2010. A fine anno il partito di Bersani in Sicilia si era entusiasmato per una norma approvata dal parlamento regionale che prevedeva la stabilizzazione di circa 22 mila precari degli enti locali.
Il provvedimento impugnato dal Commissario dello Stato, in quanto alcune norme in esso contenute prevedevano "direttamente e/o indirettamente procedure e modalità diverse dal concorso pubblico per l'accesso nei ruoli delle pubbliche amministrazioni", non ha avuto corso. Il Commissario infatti riteneva illegittime le deroghe al pubblico concorso, di fatto sancendo quello che sapevano già i legislatori borghesi di destra e di "sinistra" all'atto della creazione di quell'enorme bacino di lavoratori siciliani precari che prestano servizio nell'amministrazione: la stabilizzazione può avvenire solo attraverso concorso, che, dunque, lascerebbe fuori una parte di lavoratori che per anni hanno prestato servizio nella pubblica amministrazione.
L'impugnativa del Commissario ricorda che solo "in presenza di peculiari e straordinarie esigenze di interesse pubblico ricollegabili alla peculiarità delle funzioni che il personale reclutato è chiamato a svolgere e dalla specifica professionalità maturata da quest'ultimo che facciano ritenere che la deroga alla procedura selettiva aperta sia essa stessa funzionale alle esigenze di buon andamento dell'amministrazione, non essendo sufficiente la semplice circostanza che determinate categorie di dipendenti abbiano prestato attività a tempo determinato presso l'amministrazione pubblica, né la personale aspettativa degli aspiranti ad una misura di stabilizzazione (sentenza n. 81/2006)".
In effetti, la realtà riguardante il precariato siciliano è ben più complessa, dal punto di vista legislativo, rispetto alle monche "soluzioni" per la stabilizzazione proposte dal governo Lombardo e dai suoi servi PD e si aggrava ulteriormente con le nuove norme di sterminio di massa dei precari della pubblica amministrazione approvate dal governo Berlusconi, su indicazione del gerarca fascista Brunetta (PDL), ed entrate in vigore dall'1 gennaio 2011, le quali prevedono un turn-over al 50%.
La volontà politica a livello nazionale va contro ogni progetto di stabilizzazione e la mostruosa accoppiata governativa MPA-PD in Sicilia, al di là di chiacchiere e tentativi inconcludenti, tutto fumo e niente arrosto, non ha indicato alcuna soluzione concreta per pervenire alla stabilizzazione dei lavoratori siciliani.
Anzi, nonostante il progetto di stabilizzazione sia totalmente fallito, rivelandosi solo inconcludente propaganda, l'accoppiata MPA-PD non esita a prodigarsi per aumentare, con evidenti prospettive clientelari, il bacino del lavoro sottopagato e a tempo determinato in Sicilia, costringendo, così, i giovani siciliani ad entrare in un inferno lavorativo dal quale lo Stato borghese non li tirerà fuori mai, date le leggi e i cavilli antistabilizzazione che continua ad approvare.

Crescono i precari
In un anno, infatti, i vari governi Lombardo hanno aumentato di alcune decine di migliaia i precari, portandoli alla cifra esorbitante di 80.050. Sono stati tanti, infatti, nel 2010 i giovani e meno giovani lavoratori siciliani, che, vessati dal problema della disoccupazione, sono stati obbligati, loro malgrado, a partecipare a quel moltiplicarsi di bandi per sussidi, contributi e indennità da fame, dai 500 agli 800 euro al mese, in cambio di duro lavoro.
In testa agli assessorati per numero di bandi di lavoro precario pubblicati, quello al lavoro, guidato da Andrea Piraino, assessore "tecnico" attribuito all'area UDC di Casini. Insieme all'altro assessorato che si occupa di politiche giovanili, quello all'istruzione e formazione, guidato dal tecnico in quota PD, Mario Centorrino, ha dato il via libera a 180 milioni per 21 mila stage retribuiti in aziende destinati a disoccupati sotto i 35 anni, ad altri 25 milioni di euro per 3.700 soggetti senza reddito che per il misero sussidio di 700 euro al mese, in realtà uno stipendio da fame, lavoreranno per un anno in aziende artigiane. Allo scadere dell'anno non si sa che fine faranno.
Si tratta di una politica per il lavoro giovanile priva di un progetto di lungo respiro che consenta alle nuove generazioni di avere un futuro lavorativo. Una politica unicamente finalizzata al tentativo di asservirli alle necessità clientelari della marcia politica borghese siciliana e nazionale. Il tutto per una spesa di 595 milioni di euro: in gran parte soldi attinti dai contributi europei e dai Fas (il fondo per le aree sottoutilizzate).
Quanti posti a tempo indeterminato si riuscirebbe a creare se solo i fondi Fas fossero sottratti alle necessità clientelari dei partiti che occupano Palazzo dei Normanni e Palazzo d'Orleans?

Sperperi e clientele
La presenza in giunta del PD non garantisce affatto la salvaguardia dei diritti dei giovani lavoratori e non preserva le masse dallo sperpero clientelare dei finanziamenti pubblici.
È recente, del 31 dicembre 2010, la pubblicazione del bando che prevede lo stanziamento di 6,5 milioni di euro per progetti di "volontariato" retribuito, in realtà sfruttamento forzato, destinati a 8.400 soggetti svantaggiati legati a Onlus confessionali e a parrocchie, i quali verranno retribuiti con 500 euro al mese per 12 mesi.
A difesa degli stage, contestatissimi dai sindacati, in testa la Cgil, si è espresso il direttore regionale della Caritas, don Sergio Librizzi: "Non so e non voglio sapere chi e perché ha interessi a criticare il decreto - ha detto beneficiato da un 'obolo' milionario - Sicuramente sono pretesti che non riguardano gli ultimi, cioè a dire coloro i quali sono i beneficiari del lavoro svolto dalle onlus diocesane; le borse lavoro altro non sono che delle offerte di opportunità e il nostro è un compito di mediazione".
Invece, c'è molto da dire sulla sostanza e sulla forma del decreto. Non è accettabile, anzitutto, che le organizzazioni confessionali si assumano il compito di mediazione tra lo Stato e i disoccupati. Che i giovani disoccupati siciliani debbano andare a bussare alle porte delle organizzazioni ecclesiastiche per farsi selezionare per un lavoro offerto dalla Chiesa con i fondi pubblici è un'idea semplicemente barbara. Non solo è una mostruosità da un punto di vista di noi marxisti-leninisti, ma lo è anche da un punto di vista sindacale e democratico borghese. In secondo luogo, è giusto dire che questa pioggia di denaro sulle parrocchie è un provvedimento puramente clientelare. Forse in cambio di appoggio elettorale passato e/o futuro?
Mariella Maggio, segretaria della Cgil, parla, infatti, di "operazione di tipo politico per dare risposte alle clientele".
Il PMLI chiede che la si faccia finita con il sistema del precariato e che tutti i precari siciliani vengano assunti nella pubblica amministrazione in cui prestano servizio, con contratto stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato. Che lo Stato borghese che ha creato questo sistema assurdo trovi le soluzioni politiche, senza trincerarsi dietro leggi e cavilli antilavoratori. Farla finita con il precariato è un passo decisivo per il miglioramento della condizione lavorativa e generale delle masse popolari siciliane e per mettere fine alla sistematica depredazione clientelare da parte dei partiti e delle istituzioni borghesi dei fondi pubblici regionali, nazionali ed europei.

19 gennaio 2011