Nel 2011
Intesa San Paolo e le grandi banche non hanno pagato tasse per un miliardo

Mentre continua a tappe forzate la macelleria sociale tessuta dalla dittatura della grande finanza e dell'Ue che sta letteralmente spolpando il proletariato e le masse popolari, le grandi banche, ben protette dal governo Monti, continuano a curare gli interessi propri e della grande borghesia capitalista. Ne è un caso l'incredibile evasione, contestata dall'Agenzia delle Entrate, cui sono incorse i più grossi gruppi, come Intesa San Paolo, Montepaschi, Bpm, Credem, Unicredit. Cifre elevatissime che hanno coinvolto tutti nessuno escluso con quest'ordine: Intesa San Paolo, la prima banca italiana, ha versato al fisco 270 milioni di euro più interessi: a tanto ammontavano le imposte evase contestate fra il 2005 e il 2007. Lo stesso han fatto di recente i principali istituti di credito: Montepaschi (260milioni), Bpm (170), Credem (53,4), Unicredit (99, che però non chiudono il contenzioso, visto che il fisco le contesta altri 444,6 milioni). Nel solo 2011 l'evasione totale dei banchieri ha raggiunto la cifra iperbolica di 1 miliardo di tasse, pagate solo dopo che l'Agenzia delle Entrate ha beccato gli istituti. La notizia, passata sotto traccia, con poche eccezioni, ha del clamoroso atteso che il più grande gruppo bancario italiano, Intesa San Paolo è sostanzialmente al governo, con tre suoi ministri (Corrado Passera, ex-Ad, ed Elsa Fornero, ex vicepresidente del Consiglio di sorveglianza) o viceministri (Mario Ciaccia, ex Ad e Dg di Biis, gruppo Intesa). Una notizia che diventa scandalosa laddove il governo Monti, nonostante una evasione così cospicua, ha garantito liquidità alle banche in caso di insolvenza. Come scandalosa e sfacciatamente ipocrita risulta la nota diffusa da Intesa San Paolo che rivendica "la correttezza del proprio operato" e spiega di aver pagato "solo in ragione dell'inopportunità di contenziosi lunghi e onerosi".
A differenza dei controlli fiscali incrociati che dilaniano i lavoratori e le lavoratrici, dipendenti e autonomi, tartassandoli di balzelli, le grandi banche possono dormire sonni tranquilli sia perchè la legislazione neofascista li "punisce" in maniera blanda con risoluzioni stragiudiziali dal dubbio esito positivo per le casse dell'erario, sia perchè sono ben protetti dal governo del tecnocrate borghese Monti che ha nelle sue file addirittura degli ex papaveri che sedevano comodamente nei consigli di amministrazioni delle banche medesime.

Firenze, 4 gennaio 2012