Grecia
La diserzione del voto sfiora il 40%
Alla destra la guida della coalizione di governo sponsorizzata dalla Ue
"Oggi i greci hanno scelto di restare legati all'Europa. Questa è una vittoria per tutta l'Europa", commentava a caldo i risultati delle elezioni politiche del 17 giugno il leader di Nea Dimokratia (Nd), Antonis Samaras, in attesa di ricevere dal presidente Karolos Papoulias l'incarico di formare il nuovo governo. Il successo di misura di Nd, che gli garantirà il premio di maggioranza di 50 deputati, gli permetterà di tentare la formazione di una coalizione: "chiedo a tutti i partiti che hanno lo stesso obiettivo, tenere la Grecia in Europa - affermava Samaras - di unirsi per formare un governo solido. Rispetteremo le nostre firme e gli impegni presi dalla Grecia e lavoreremo per far uscire il Paese dalla crisi. Non si mette in alcun dubbio l'appartenenza della Grecia all'Europa".
Noi "siamo ancorati all'euro", affermava per rassicurare immediatamente i suoi sponsor imperialisti dell'Unione europea che avrebbe tenuto fede agli impegni presi per tentare di risanare i conti pubblici secondo i diktat emessi da Bruxelles, quel cappio al collo del popolo greco che allontana soltanto la bancarotta del paese.
Dalle consultazioni in corso al momento in cui scriviamo risulta che potrà contare probabilmente sull'alleanza coi socialisti del Pasok di Evangelos Venizelos per un governo di coalizione che comunque non avrà vita facile considerando che tra i suoi obiettivi deve avere il taglio di altri 150 mila posti di lavoro nel pubblico impiego entro il 2015. Il malcontento popolare contro l'odioso accanimento della Ue responsabile prima della macelleria sociale imposta agli esecutivi di Atene si è manifestato nell'aumento di consensi a alcune liste dichiaratamente contro il memorandum dei sacrifici, ma non contro la Ue, come la coalizione Syriza, ma soprattutto nella conferma di una alta diserzione del voto tra i quasi 10 milioni di elettori, che è arrivata quasi al 40% del corpo elettorale, con dati da record in regioni come quella di Florina, Cefalonia, Lakonia, Euritania e nell'isola di Lesbos.
I non votanti sono cresciuti del 2% rispetto alle politiche del 6 maggio scorso, quelle che non avevano garantito a nessun partito una maggioranza sufficiente per formare il governo.
L'opposizione al pacchetto di sacrifici imposto dalla Ue è così largamente diffusa tra le masse popolari che anche Nd e Pasok in campagna elettorale ventilavano l'ipotesi di una ridiscussione degli accordi, per diluire nel tempo le misure e posporre di due anni l'obiettivo di riportare il deficit di bilancio sotto controllo. Promesse alimentate dagli sponsor europei dei due partiti ma seccamente smentite a urne chiuse da Berlino: "Non possiamo scendere a compromessi sul cammino concordato per le riforme", ha detto a margine del G20 in Messico la cancelliera Angela Merkel. Il risultato del voto del 17 giugno a favore dei partiti allineati a Bruxelles potrà aprire i rubinetti degli aiuti ma rimanda solo nel tempo il pericolo del tracollo dell'economia greca e del possibile effetto domino sugli altri paesi dell'area euro.
Nd è cresciuta rispetto alle elezioni del 6 maggio da 1,2 milioni di voti a oltre 1,8, incamerando i neoliberali di Mitsotaki e parte del partito di destra del Laos. Ha raggiunto il 29,66% dei voti validi che gli assicurano 129 deputati. L'alleato Pasok che era crollato a poco più del 13% dei voti validi ha perso ancora e toccato il fondo con soli 755 mila voti e 33 deputati.
Lontano dal partito che ha preso il suo posto quale principale rappresentante della "sinistra" borghese, Syriza guidata da Alexis Tsipras che è cresciuta di un altro mezzo milione di consensi e superato quota 1,6 milioni pari al 26,89% dei voti validi. Coi suoi 71 deputati sarà il principale partito di opposizione in parlamento. Accanto ai revisionisti del KKE che ha dimezzato voti e deputati rispetto al 6 maggio, scendendo al 4,5% dei voti validi, pari a neanche 280 mila voti. Superato anche da Sinistra democratica che ha avuto il 6,26% dei voti validi, pari a 385 mila voti, e 17 deputati; il suo leader Fotis Koubelis si è detto pronto a partecipare al governo di coalizione con Nd e Pasok.

20 giugno 2012