Anche in Grecia si replica il governo Monti
Si insedia il governo delle banche e della Ue

Dal negoziato tra il partito socialista del premier dimissionario Giorgio Papandreu e il partito di destra, che ha espresso il precedente governo, Nea Democratia di Antonis Samaràs è uscito il nome di Lucas Papademos, vicino ai socialisti del Pasok ma soprattutto economista e ex vicedirettore della Banca centrale europea (Bce) quale nuovo primo ministro col compito di evitare la bancarotta ad Atene.
Il nuovo esecutivo ha prestato giuramento l'11 novembre e appena ricevuto il via libera della fiducia parlamentare dovrà realizzare le misure di lacrime e sangue previste dal governo Papandreu per poter avere le future rate del prestito internazionale.
Papandreu pressato dalla rivolta popolare contro le sue manovre e dalle defezioni nel suo stesso partito aveva ipotizzato come via di uscita un referendum sul pacchetto di misure concordato con l'Unione europea (Ue) nel vertice del 27 ottobre. Un'ipotesi che il 3 novembre al vertice del G20 di Cannes era costretto a rimangiarsi sotto i diktat di Sarkozy e della Merkel. Seguita dalle sue dimissioni e il passaggio di consegne a un governo di unità nazionale tra il Pasok, la Nea Democratia e l'altro partito di destra, il Laos sotto la guida di Papademos.
Il nuovo premier ha tutte le carte in regola per assolvere il compito di rassicurare i mercati, le banche e i partner europei e di guidare l'esecutivo almeno fino alle elezioni politiche anticipate in programma a febbraio 2012.
Papademos si è laureanto negli Usa al Massachusetts institute of technology (Mit), in Fisica, con un dottorato in Ingegneria Elettrica e uno in Economia, nel 1978. Ha inziato la carriera accademica presso il Dipartimento di Economia della Columbia University di New York, dove tra il 1975 e il 1984 ha ricoperto l'incarico di assistente e successivamente di professore associato. Nel 1980 è entrato come esperto economico alla Federal Reserve, la banca centrale americana, di Boston. Nel 1985, è tornato in Grecia dove ha ricoperto fino al 1993 la carica di consigliere economico della Banca centrale. Nel 1993 è stato nominato vicegovernatore e solo un anno dopo, nel 1994, governatore della Banca di Grecia. Un incarico ricoperto fino al 2002. In seguito è divenuto vicepresidente della Banca Centrale Europea, carica ricoperta fino ai primi mesi del 2010. Tuttora è membro del Consiglio della Bce.
Dalla carica di governatore della Banca di Grecia ha seguito il processo di integrazione del paese nella zona dell'euro. Possibile che non si sia accorto di nulla allora di quella operazione accompagnata dal trucco dei bilanci pubblici per poter dimostrare la corrispondenza del paese ai parametri richiesti dalla Ue. Consulente dell'operazione fu la banca d'affari americana Goldman Sachs, onnipresente, che acquistò 2,3 miliardi di euro di debito pubblico greco, convertendoli tutti in yen e dollari per rivenderli immediatamente alla Grecia. Dalla partita di giro risultò un falso guadagno di Atene che certificò allora un deficit sotto la soglia del 3% rispetto al prodotto interno lordo come richiesto dalla Ue. Sono rimasti da pagare quei titoli di debito pubblico che il governo Papandreu si è trovato in cassa e che con l'inizio delle crisi finanziaria mondiale hanno spinto il paese alla bancarotta.
Il compito di concludere l'accordo sul secondo piano di salvataggio della Grecia, di controllare il cambio dei buoni greci con le banche che parteciperanno al programma di aiuti e di garantire alla Merkel e a Sarkozy che dalla scena politica greca non avranno sorprese, è affidato a Papademos. Che ha rassicurato sul fatto che la ratifica dell'accordo di tagli al bilancio e all'occupazione con la Ue e il piano di austerity saranno la priorità del suo governo.
"Fermate i governi dei banchieri. I tagli sono il problema non la soluzione", era scritto su un enorme striscione appeso sull'Acropoli di Atene, in segno di "benvenuto" a Papademos ma che vale anche per il suo omologo italiano Mario Monti.

16 novembre 2011