In nome dell'interclassismo e della "democrazia partecipata" a Parma
Il grillino Pizzarotti vara la sua giunta di borghesi, imprenditori e manager
Uniamoci contro il capitalismo, per il socialismo. Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo

Dal corrispondente dell'Organizzazione di Parma del PMLI
Il neo sindaco di Parma, il grillino Federico Pizzarotti, in giugno ha fatto il suo primo discorso ed ha insediato in parte la sua giunta.
In primo luogo c'è da sottolineare che, a differenza di come detto in campagna elettorale e nei giorni precedenti la nomina della giunta, e cioè che per nominare gli assessori si sarebbe seguito il cosiddetto criterio del merito analizzando i curricula inviati, si è proceduto alla nomina degli assessori a chiamata diretta e su scelta dello stesso Pizzarotti.
Il secondo dato evidente è che nella scelta degli assessori Pizzarotti non ha chiamato in giunta un solo lavoratore. Al contrario, questi sono quasi tutti imprenditori (Nicoletta Lia Rosi Paci, vice sindaco con delega alla scuola, servizi educativi e rapporti con l'università, libera professionista e imprenditrice di import-export, Gino Capelli assessore al bilancio e con probabile delega al patrimonio, commercialista, Cristiano Casa assessore attività produttive, turismo e commercio, imprenditore e presidente Centopercentopmi, associazione di categoria delle piccole e medie imprese, Giovanni Marani assessore allo sport e politiche giovanili, imprenditore e pallavolista).
L'unico membro della giunta che non è imprenditore (anche Pizzarotti è un libero professionista) è l'assessore all'ambiente e mobilità Gabriele Folli. Laura Ferraris è invece il nuovo assessore alla cultura.
Un capitolo a parte spetta alla nomina dell'assessore all'urbanistica, edilizia, lavori pubblici, energia e patrimonio, assessorato che in ogni giunta ha un ruolo capitale ed è sempre al centro degli appetiti delle lobby di speculatori, cementificatori e arrampicatori. Pizzarotti, pur a conoscenza di tutti i suoi trascorsi, ha infatti nominato in un ruolo chiave, neanche a dirlo, l'imprenditore edile Roberto Bruno, per di più fallito e con una storia alle spalle di abusi edilizi. Per questo è stato costretto poi a dimettersi. Al suo posto Pizzarotti ha quindi nominato l'architetto Michele Alinovi.
La politica del neosindaco è tutta incentrata sull'interclassismo, il liberismo e la "democrazia partecipata" che spesso confonde con la democrazia diretta che è ben altra cosa. "Democrazia partecipata" che si sostanzierebbe nella proposta di sottoporre le diverse proposte del Consiglio comunale a referendum senza quorum.
Il "cambio di approccio alla politica" paventato da Pizzarotti e dal suo movimento si riduce nel confronto propositivo tra tutte le istituzioni, non più maggioranza e minoranza. Confronto che va aldilà di qualsiasi ideologia perché vi sarebbe "un unico bene comune": la città e i suoi cittadini. Cittadini in senso astratto e indistinguibili.
Il problema, invece è capire di quali classi verranno fatti gli interessi e nelle mani di chi è il potere politico, se della borghesia o della classe operaia, delle lavoratrici e dei lavoratori, delle studentesse e degli studenti, dei giovani precari e disoccupati, degli anziani che vivono in condizioni di miseria. Per noi il potere politico resta nelle mani della grande borghesia della città, delle lobby del cemento, delle energie, agrarie e industriali. Quelle stesse lobby che negli anni precedenti con l'ausilio della giunta del ladro e corrotto Vignali hanno provocato un debito pubblico che ammonta a 846 milioni di euro. Tale debito non può e non deve pesare sulle masse lavoratrici, poiché non ne sono responsabili. Neanche un balzello deve gravare sulle tasche delle masse già fin troppo tartassate.
Per tutti questi motivi il PMLI "dichiara guerra" alla nuova giunta Pizzarotti, e lavorerà per la costituzione delle Assemblee popolari e dei Comitati popolari, ossia le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo fondate sulla democrazia diretta, da contrapporre alle istituzioni locali, contro il capitalismo in qualsiasi forma esso si esprima e per il socialismo, unico sistema economico in grado di dare il potere politico alla classe operaia e di farne i suoi interessi.
Staremo a vedere se almeno alcuni temi, cavallo di battaglia in campagna elettorale quale quello della chiusura dell'inceneritore, verranno perseguiti e portati fino in fondo dal pompatissimo neopodestà grillino.
Nel frattempo invitiamo tutti gli anticapitalisti e fautori del socialismo a stringersi al PMLI per dargli un corpo da Gigante Rosso e lottare per l'Italia unita, rossa e socialista.

27 giugno 2012