Il parlamento francese lo approva con i voti della destra
Hollande impone il Fiscal Compact e tartassa le famiglie più povere

L'Assemblea nazionale francese, la Camera bassa del Parlamento di Parigi, ha approvato il 9 ottobre il "Fiscal Compact" il provvedimento imposto dall'Unione europea (Ue) che obbliga i governi al pareggio di bilancio. Il via libera ottenuto con una larga maggioranza di 477 voti favorevoli compresa la destra sui 70 contrari spiana la strada all'approvazione definitiva della legge al Senato e all'approvazione di una "legge organica" che trasporrà nella legislazione francese la regola sull'equilibrio di bilancio. Anche il socialista Hollande sa far bene i "compiti a casa" assegnati dalla Ue, come ripete spesso l'italiano Mario Monti mentre colpisce duro le masse popolari, i lavoratori e i pensionati. Anche Hollande, come sottolinea il voto del parlamento, può contare in questo caso su una maggioranza comprendente tutta la destra del partito di Sarkozy che colma ampiamente i buchi lasciati da molti parlamentari socialisti, contrari al fiscal compact.
D'altra parte la destra e "sinistra" borghese sono unite nelle stesse ricette antipopolari. Hollande ha condotto la campagna presidenziale all'insegna tra l'altro dell'imposizione di una aliquota fiscale del 75% sui redditi sopra il milione di euro. Nella proposta di finanziaria per il 2013 i redditi sono arrivati a 2 milioni e sono relativi solo ai redditi da stipendi e non da capitale. Dalla parte opposta della scala sociale ci sono il il 47% delle famiglie esenti dall'imposta sul reddito perché sotto la soglia di ricchezza stabilita per legge; la finanziaria blocca la soglia e non l'aumenta in rapporto all'inflazione. Ne consegue che almeno oltre 9 milioni di persone il cui reddito oggi non è tassabile passeranno dalla parte dei pagatori per un aumento nominale degli stipendi. Per i lavoratori peserà anche la tassazione sulle ore di straordinario, finora esenti.
Fra le altre perle della finanziaria vi sono i tagli alle spese ministeriali messi in cantiere dal primo ministro Jean-Marc Ayrault che colpiranno pesantemente i contratti interinali, a progetto e tutte le forme di lavoro precario causando il licenziamento di massa di decine di migliaia di giovani, molti dei quali non potranno usufruire nemmeno delle indennità di disoccupazione.

10 ottobre 2012