Promossa dal Popolo Viola e Rete Viola nei pressi di Villa San Martino, residenza del neoduce
Importante manifestazione ad Arcore per le dimissioni di Berlusconi
La polizia e i carabinieri aggrediscono brutalmente i manifestanti che si dirigevano verso la villa del nuovo Mussolini
Ruolo di avanguardia antifascista del PMLI

Redazione di Milano
La voglia popolare di reagire alla vergogna in cui il neoduce Berlusconi ha trascinato il Paese e all'arrogante ostentazione di strafottenza e impunità con cui respinge ogni accusa e invito a dimettersi, ha fortemente motivato migliaia di manifestanti che domenica 6 febbraio, provenienti da tutt'Italia, hanno raggiunto Arcore (Milano) per manifestare il proprio sdegno partecipando al presidio organizzato dal Popolo Viola e Rete Viola, dalle 14 alle 18, in piazza del Municipio a poca distanza da Villa San Martino, la storica residenza e base centrale del nuovo Mussolini.
Le parole d'ordine portate in piazza dagli organizzatori erano prevalentemente incentrate sullo scandalo Ruby: "Dimissioni", "Mi manda Nicole Minetti", "Fatti processare", "Bunga vita al Re", poi parrucche colorate, minigonne, perizoma, calze a rete e seni finti, cartelli con su scritto "Non voglio più lavorare per pagarmi l'affitto, mi inviti alle tue feste?", oppure "Silvio portaci in consiglio regionale". Espressioni di una indignazione diffusa nei confronti della decadenza dei costumi del cavaliere piduista di Arcore ma che limitano la protesta a una "questione morale" deviando oggettivamente dalle più fondamentali questioni politiche; motivazioni, quelle proposte dagli organizzatori, che sono marginali e inadeguate alla gravità politica e sociale dei crimini commessi da questo governo e alla conseguente necessità di cacciare subito Berlusconi da Palazzo Chigi.
A contribuire sensibilmente a elevare il livello di combattività politica antifascista e antiberlusconiana ci ha pensato il PMLI conformemente al suo ruolo politico di avanguardia. Una ben preparata delegazione, guidata dal compagno Angelo Urgo e composta da militanti e simpatizzanti della Cellula "Mao" di Milano, dell'Organizzazione di Sesto San Giovanni (Milano) e da simpatizzanti della Cellula "Lenin" della provincia di Bergamo, era presente tenendo ben alte le rosse bandiere dei Maestri e del PMLI e due cartelli con su affissi i manifesti del Partito "Un nuovo 25 Aprile per liberarsi del nuovo Mussolini" e "È ora di muovere la piazza per liberarsi del nuovo Mussolini", nonché quello con affiancati Mussolini e Berlusconi e la scritta "Siamo in un regime neofascista e Berlusconi è il nuovo Mussolini. È un dovere democratico e antifascista abbattere questo governo e questo regime". Insegne che hanno suscitato l'aperta approvazione dei manifestanti, che in molti casi hanno voluto fotografare i nostri cartelli e i corpetti dei nostri compagni che riproducevano in versione ridotta i suddetti manifesti.
Molti manifestanti hanno letto con estremo interesse, alcuni esprimendo dichiarata approvazione, il volantino distribuito in centinaia di copie dai marxisti-leninisti che riportava integralmente l'articolo pubblicato sul n.5 de Il Bolscevico "Golpe per strappare Berlusconi ai giudici di Milano. Il nuovo Mussolini va abbattuto dalla piazza per i crimini politici e sociali commessi" che si conclude esortando a "scendere in piazza, con tutta la carica di rabbia e di lotta delle masse e con l'obiettivo di far cadere nella polvere il nuovo Mussolini e il suo governo neofascista, piduista, razzista, mafioso e corrotto" ribadendo che "in questo quadro lo sciopero generale di 8 ore, con manifestazione a Roma sotto Palazzo Chigi, gioca un ruolo decisivo ed è quanto mai urgente".
Vari manifestanti hanno detto di condividere le parole d'ordine con cui i marxisti-leninisti si sono presentati in piazza e hanno poi preso copie de Il Bolscevico nn.1 e 3 diffusi abbinati dai nostri compagni. Un manifestante ha preso una spilla del Partito esclamando "siete voi i veri comunisti!".
Tra gli interventi dal palco più significativi quelli degli insegnanti precari, dei No Tav, di cassintegrati, di operai in lotta, di chi ha ricordato i terremotati de L'Aquila e il crescere delle morti sul lavoro e della disoccupazione giovanile. Sottolineando alcuni passaggi degli interventi, e coinvolgendo i manifestanti vicini, i nostri compagni hanno lanciato alcuni slogan come "Con Berlusconi non c'è democrazia, è il nuovo Mussolini, cacciamolo via", "Di Berlusconi non ne possiamo più, dalla piazza buttiamolo giù!", "CGIL non c'è più d'aspettare, cacciamo Berlusconi, sciopero generale!", "L'unica sicurezza da garantire, è quella sul lavoro per non morire", "Berlusconi, Cosa Nostra canta con te: meno male che Silvio c'è", "Difendiamo le intercettazioni, per scovare gli eroi di Berlusconi". A più riprese i manifestanti hanno cantato "Bella Ciao".
Le bandiere e i cartelli del PMLI sono stati ripresi dalle telecamere e dai fotografi. Ma salvo eccezioni, Tg3, Tg2 e appena TgLa7, sono state censurate dalle televisioni. Una foto è comparsa su Libero. Il Giornale, tramite il pennivendolo Luigi Moscherini, ha citato le parole d'ordine principali del Partito ma senza nominare il PMLI. Il compagno Urgo è stato intervistato da "La7" ma le sue dichiarazioni non sono state trasmesse.
Durante i comizi una parte dei manifestanti ha sfilato in corteo imboccando la via che conduceva alla villa del neoduce trovandosi presto di fronte a ingenti schieramenti di polizia in tenuta antisommossa che, attuando le disposizioni del ministro nazi-leghista Maroni, non si sono limitati a sbarrare la strada ma hanno aggredito proditoriamente e ferocemente i manifestanti a suon di manganellate ferendone a decine e arrestandone due che i magistrati hanno fatto giustamente rilasciare il giorno dopo poiché, come dirà il giudice dopo aver visionato le inequivocabili riprese video sull'accaduto, "il ruolo degli arrestati non è connotato da particolare gravità".
Il Comitato lombardo del PMLI esprime totale e ferma solidarietà militante antifascista ai manifestanti che hanno subito la repressione poliziesca per aver semplicemente dimostrato l'intenzione di voler manifestare davanti i cancelli della residenza dorata del nuovo Mussolini. Un'intenzione sacrosanta e giusta dato che esprime la necessità di abbattere ora Berlusconi, prima che compia atti politici e sociali ancora più gravi e irrimediabili, senza paura di dover ricorrere alla forza della piazza, purché la piazza sia stracolma ed esprima l'univoca volontà popolare antifascista!
Il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, a conclusione della importante manifestazione, per telefono, si è congratulato con i compagni lombardi per essere stati in prima linea nel chiedere le dimissioni di Berlusconi.

9 febbraio 2011