Inammissibile intimidazione di Epifani contro chi contesta gli accordi del 23 luglio

E' un atto molto grave, da condannare senza mezzi termini, quello compiuto da Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, con la lettera inviata a Nicolosi, coordinatore di "Lavoro e Società", reo di aver aderito alla manifestazione regionale, promossa da delegate e delegati Rsu toscane per il 29 settembre a Firenze, per contestare gli accordi del 23 luglio 2007 sottoscritti col governo Prodi. Una lettera "privata" resa pubblica appositamente per attaccare da crumiro la suddetta iniziativa di lotta, e lanciare minacce di tipo disciplinare e amministrativo.
Si tratta di un inammissibile atto intimidatorio e antidemocratico senza precedenti, tendente a soffocare il dibattito all'interno della Cgil e tra i lavoratori e i pensionati, di più a reprimere il dissenso nei confronti del welfare di Prodi che ormai, dopo la presa di posizione del CC della Fiom, sta dilagando.
Con l'approssimarsi delle assemblee e del conseguente referendum sugli accordi del 23 luglio, Epifani teme, a ragione, lo sviluppo della contestazione. Ecco perché ha messo il vestito del censore, ecco perché si è spinto a tanto! Quando si agita il "bastone" vuol dire che si è a corto di argomenti.
I suoi richiami all'ordine sono fuori luogo. Le sue minacce senza fondamento. Il diritto al dissenso è legittimo, sancito dallo statuto. La manifestazione del 29 settembre è del tutto giustificata. I coraggiosi delegati toscani che l'hanno promossa, tramite un forte e motivato appello, hanno esercitato questo sacrosanto diritto. Il moltiplicarsi delle adesioni di delegati e Rsu sembra dare loro ragione.
Il PMLI li appoggia in pieno, ed esprime loro la propria solidarietà militante. Ha aderito ufficialmente alla manifestazione e vi parteciperà. Con l'auspicio che la mobilitazione e il fronte unito a sostegno del No al referendum e della richiesta dello sciopero generale si rafforzino.

L'Ufficio stampa del PMLI

Firenze, 20 settembre 2007